Città del Vaticano , 13 November, 2017 / 9:00 AM
Cosa cambia nella Chiesa cattolica con Lutero? È di certo questa una delle questioni più dibattute nei 500 anni che in questo 2017 ci separano da quel 31 ottobre in cui avvenne la pubblicazione da parte di Martin Lutero delle 95 tesi sulle indulgenze, appese alle porte della cattedrale di Wittenberg come vuole la tradizione.
Di questo hanno scelto di parlare gli Agostiniani, e del resto Lutero era proprio un agostiniano e le premesse del suo pensiero apparivano positive, come ha ricordato anche Benedetto XVI nel suo discorso ad Erfurt, nel monastero di Lutero. Che succede dopo?
Per tre giorni se ne è discusso all’ Istituto Patristico Agostianianum a due passi dalla basilica Vaticana.
Lutero si lasciò imbrigliare dalla politica cercando di negare il ministero sacerdotale e sconfessò la sua stessa consacrazione religiosa, e presentandosi come un appassionato difensore del quadro sociale e politico dei principi tedeschi, anche a caro prezzo.
Tre giornate di studio che hanno raccontato sin dall’inizio la vicenda teologica e spirituale del monaco Martino prima e del Protestante Lutero poi.
“L’Ordine di sant’Agostino, al quale apparteneva Lutero, non ha motivo di celebrare questa data, ma certamente di commemorarla", sono le parole del Priore Generale degli Agostiniani, Padre Alejandro Moral Antón, nella lettera inviata a tutti i frati dell’Ordine di Sant’Agostino per presentare il Convegno internazionale . Lo scopo dei relatori è stato quello di mettere in luce “gli aspetti positivi della Riforma: la rivalutazione del singolo, una maggiore fiducia in Dio, la centralità della Scrittura, l’avvicinamento della liturgia al popolo, lo sviluppo del senso comunitario, la sana laicità, la necessità di una riforma intesa come ritorno all’essenziale”.
I temi affrontati sono quattro pilastri fondamentali: la dimensione agostiniana del riformatore Lutero; la dottrina della giustificazione; Il mistero della Chiesa; La vita cristiana.
I lavori sono stati aperti dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il confronto è stato reso vivo in due tavole rotonde, che hanno messo a confronto cattolici e protestanti su due temi centrali: la grazia e la ecclesiologia. Della “Dichiarazione congiunta sulla giustificazione” ha parlato il pastore Kruse che ha ricordato come oggi non si debba più discutere su quello che ha detto e fatto Lutero, ma che, ormai, si riparte propio dal 1999.
L’aspetto della ecclesiologia è stato affrontato da Severino Dianich, che ha ripreso i temi del Concilio di Trento e del decreto De Ordine. Il sacerdozio, la messa, la predicazione e l’evangelismo sono i punti intorno ai quali ruota la prima reazione a Lutero.
Della sacramentalità della Grazia ha parlato Angelo Ameri, con uno sguardo specifico al pensiero agostiniano.
Interessante la partecipazione di Sr. Anna Maria aus der Wiesche che ha parlato di vita consacrata dopo la Riforma come membro della chiesa evangelica impegnata nel dialogo ecumenico. Questa ha ricordato che dopo la II Guerra Mondiale sono sorte in Germania più di 30 forma di vita comunitaria nella Chiesa Evangelica. La condanna di Lutero alla vita monastica è stata in un certo senso superata dal fatto che nei tempi moderni il concetto stesso di vita religiosa è cambiata.
Tra i relatori anche il pastore valdese Paolo Ricca, e ovviamente Padre Vittorino Grossi, ma anche il vescovo Marcello Semeraro, e il gesuita Rencezes che ha presentato il rapporto con le altre religioni.
E sabato scorso 11 novenbre, festa di San Martino, a Costanza si sono concluse le celebrazioni di quel Concilio che 100 anni prima di Lutero aveva creato quella divisione tra conciliaristi e papisti che poi si sarebbe trasformata nel grande sconvolgimento di cui solo da pochi decenni, con lo spirito ecumenico, si è cercata la soluzione.
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