Norcia, 29 October, 2017 / 1:00 PM
“L a nostra esistenza rimane soggetta all’immensità delle forze cosmiche. Ci ricorda soprattutto che il creato – splendido e degno della nostra ammirazione – rimanda al Creatore e che l’essere umano è nelle sue mani, condotto da Lui ad un destino definitivo di salvezza, di pace e di felicità, laddove non vi saranno né i terremoti del suolo né le angosce dell’anima e tutti approderemo alla meta”.
Il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha proposto questa riflessione ai partecipanti alla messa a Norcia ad un anno dal sisma che che colpito la zona e distrutta la Basilica di san Benedetto, la ci facciata, ha detto “ingabbiata nei ponteggi della ricostruzione, è l’emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell’essere umano di risollevarsi, di tornare a sperare, a guardare in alto verso il Cielo e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra e porre tutta l’intelligenza, la maestria, la fantasia e l’impegno al servizio di un corale riscatto, per risollevare, insieme alle mura delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e la gioia di vivere”.
Commentando le letture il cardinale ha detto che “quando viene a mancare un solido rapporto con Dio infatti, finiamo per non sopportare più né i nostri limiti, né le ferite e le asprezze che l’esistenza stessa comporta. D’altra parte però, un amore a Dio che volesse isolarsi dall’essere umano, sarebbe invece la sua più evidente negazione”.
Il Cardinale ha ricordato come “dopo che si sono scatenati gli elementi, si è scatenata anche la generosità, l’altruismo, la corsa a donare il proprio tempo, le proprie energie e il proprio denaro per essere d’aiuto alle persone più colpite e bisognose” e “la generosità che immancabilmente si riscontra all’indomani delle calamità, rappresenta anche un’implicita manifestazione di fede, che parte dal riconoscimento dell’essere tutti fratelli e sorelle da aiutare a risollevarsi dalle difficoltà”. E quindi un appello “a tutte le istituzioni civili, ecclesiali e private perché cooperino con alacrità e costanza, in sintonia con le popolazioni interessate, affinché, quella sinergia dimostrata nei primi tempi dopo il sisma continui e, anzi, si intensifichi, in modo da portare a termine le opere progettate e quelle avviate, snellendo nei limiti del possibile le procedure. Si compia in tal modo ogni sforzo per evitare lo spopolamento di diversi borghi, ripetutamente feriti dagli eventi tellurici, che li hanno coinvolti in questi decenni, con crolli e diffuse lesioni”.
E Parolin ha concluso: “Cari fratelli e sorelle, sono lieto di portarvi il saluto e la benedizione del Santo Padre Francesco, unita alla Sua preghiera e al Suo affetto. Il Papa, nel ricordo della visita che Egli fece a San Pellegrino di Norcia il 4 ottobre 2016 e dell’udienza alle popolazioni terremotate del 5 gennaio scorso, vi incoraggia a riprendere il cammino, a non lasciarvi abbattere dalle difficoltà, ma a guardare con speranza al futuro. Vi esorta a trarre dall’esempio della vostra storia la forza che vi ha sempre permesso di rialzarvi dopo ogni pur difficile prova. Il Santo Padre, nell’augurare a tutti voi di superare al più presto mediante l’impegno e la solidarietà di tanti fratelli e sorelle, le conseguenze del sisma, vi esorta a rivolgervi con filiale fiducia al Signore Gesù e a Sua Madre Maria, ad aprire loro senza esitazione la porta del cuore e della mente, per ricevere, insieme alla consolazione del Signore, l’energia necessaria a portare avanti con determinazione e coraggio l’opera di ricostruzione”.
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