Città del Vaticano , 17 October, 2017 / 1:00 AM
Un saluto a Papa Francesco a margine dell’intervento del Pontefice alla FAO, e poi un incontro in Segreteria di Stato: agenda quasi tutta vaticana, quella di Luis Videgaray Caso, segretario delle Relazioni Estere del Messico, che lo scorso 16 ottobre è stato a Roma nell’ambito di un viaggio europeo programmato da tempo.
Prima di tutto, un breve incontro con Papa Francesco, al termine del ddiscorso del Pontefice alla FAO, per ringraziare personalmente il Pontefice della vicinanza mostrata alla nazione durante i terremoti che l’hanno colpita lo scorso settembre (il Papa ha inviato anche 150 mila dollari di aiuti). Papa Francesco ha visitato il Messico a febbraio 2016, e – secondo Videgaray – ha risposto sottolineando l’affetto che lo lega al popolo messicano.
Quindi, Videgaray ha avuto un incontro in Segreteria di Stato con il Cardinale Pietro Parolin e il “Ministro degli Esteri vaticano”, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. L’incontro è stato descritto dal responsabile esteri messicano come “molto buono”.
Due i temi principali in agenda, della riunione che è durata circa 20 minuti.
Il primo: le celebrazioni per i 25 anni di relazioni diplomatiche tra Messico e Santa Sede, che si aprirono ufficialmente il 21 settembre 1992. Durante l’anno, sono in programma diverse iniziative, tra cui una mostra di opere prestate dai Musei Vaticani che si terrà nel Museo di San Ildefonso, a Città del Messico.
Il secondo tema, più delicato: il Venezuela. Il Messico ha accetato di essere parte del team di mediatori, che include anche Cile, Bolivia, e Nicaragua, per una serie di incontri sotto l’auspicio della Repubblica Dominicana con lo scopo di trovare una soluzione politica e condivisa alla crisi che ormai attanaglia il Paese da mesi, e che non è stata certo migliorata dal voto alle regionali della scorsa domenica, che hanno visto ancora la vittoria del partito del premier Maduro in un contesto definito “poco chiaro” dagli osservatori internazionali.
Videgaray ha detto che nell’incontro in Segreteria di Stato si è parlato “del Venezuela”, un tema che “preoccupa tanto il governo del Messico quanto la Santa Sede”.
Videgaray ha sottolineato che in Venezuela è stato “rotto l’ordine democratico”, e ha spiegato in Segreteria di Stato che il suo Paese è stato invitato come mediatore sia dalla maggioranza che dell’opposizione per partecipare ad una nuova fase di negoziazioni politiche tra le due parti, ma che è una fase “ancora non concretizzata perché gli incontri non sono ancora iniziati”.
La Santa Sede ha fatto ripetuti appelli per la pace in Venezuela, e ha nominato anche un inviato speciale ai negoziati, nella persona dell’arcivescovo Claudio Maria Celli. In assenza dell’arcivescovo Celli, era stato parte del tavolo delle negoziazioni anche l’arcivescovo Emil Tscherrig, allora nunzio in Argentina, che di recente Papa Francesco ha nominato primo nunzio in Italia non italiano.
Una rappresentanza dei vescovi venezuelani ha incontrato Papa Francesco lo scorso giugno in Vaticano, mettendo in luce la crisi umanitaria che vive il Paese.
Il Papa ha incontrato i vescovi venezuelani anche a margine di un incontro con i vescovi di Colombia durante il suo viaggio dello scorso settembre, mentre il 29 settembre scorso è stato il Cardinale Jorge Urosa Savino a fare presente al Papa la drammatica situazione del Venezuela, in una udienza privata in Vaticano.
Dopo l’incontro, il Cardinale aveva spiegato che “il Papa è molto interessato alla situazione del Venezuela”, e che lui ha detto al Papa che “il presidente del Venezuela, Nicolàs Maduro, insiste nello stabilire un sistema politico ed economico distruttivo, che ha portato il paese alla rovina, alla fame e alla povertà estrema di una gran quantità di persone”.
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