La stragrande maggioranza della gente, si parla addirittura del 90%, vive in povertà; oltre il 25% della popolazione mangia un pasto al giorno e più della metà dichiara che si sveglia affamata.
Nell'Angelus di oggi in Piazza San Pietro, il Papa spiega chi è davvero il "nostro prossimo" con la parabola che "ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Chiesa e dell’umanità", quella del buon samaritano. E dopo la preghiera, ricorda la difficile situazione del Venezuela.
«Il Venezuela ha tutto il sostegno di Papa Francesco, che ha scelto vescovi che fossero dalla parte del popolo e piuttosto invisi al Governo. I vescovi in Venezuela sono dalla parte del parlamento e della gente che protesta. Il popolo venezuelano non ha più nulla da perdere: piuttosto che andare avanti così preferirebbero morire tutti durante una manifestazione».
Il Cardinale Baltazar Porras, arcivescovo di Merida, è nominato amministratore apostolico di Caracas ad nutum Sanctae Sedis, ovvero fino a quando la Santa Sede non disporrà altrimenti. Il Cardinale Jorge Urosa Savino lascia così l’incarico di arcivescovo di Caracas, che ricopriva dal 2005.
"Un chilo di latte in polvere costa più del salario medio mensile. Come possono le mamme venezuelane dar da mangiare ai loro figli?". Il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas ha denunciato la drammatica situazione del Venezuela questa mattina intervenendo ad una conferenza stampa organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre in collaborazione con l’associazione Venezuela La Piccola Venezia.
Un saluto a Papa Francesco a margine dell’intervento del Pontefice alla FAO, e poi un incontro in Segreteria di Stato: agenda quasi tutta vaticana, quella di Luis Videgaray Caso, segretario delle Relazioni Estere del Messico, che lo scorso 16 ottobre è stato a Roma nell’ambito di un viaggio europeo programmato da tempo.
Il saluto del presidente Manuel Santos, una breve cerimonia di benvenuto con delle danze folcloristiche (la cumbia, un ballo caraibico), ma senza discorsi, e poi sulla Papamobile, per 15 chilometri di percorso in alcune zone della città. Comincia con un bagno di folla il viaggio di Papa Francesco in Colombia. E, nel cortile della nunziatura che lo accoglierà durante tutto il viaggio, incontra alcuni ragazzi e giovani di due associazioni colombiane
Il Venezuela è allo stremo, e ora si aggiunge anche la inquietante ombra dei brogli elettorali per ottenere una “assemblea costituente” non legittima e creare un nuovo regime.
Crisi Venezuelana, la Santa Sede esprime "profonda preoccupazione" per la "radicalizzazione e l'aggravamento della crisi" e chiede di "scongiurare ogni forma di violenza", si legge in un comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana.
E’ l’identikit del discepolo missionario quello che Gesù fa nel brano del Vangelo di Matteo che oggi la liturgia propone. E Papa Francesco lo ha riproposto ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus domenicale, unico appuntamento pubblico per il mese di luglio.
Le parole che il Papa ha pronunciato di fronte alla delegazione della diocesi di Ahiara sono state rese note dall’agenzia Fides il 9 giugno, e poi dalla Sala Stampa della Santa Sede. Ed è una presa di posizione durissima contro clero e fedeli che hanno rifiutato il vescovo nominato nella diocesi perché di etnia diversa a quella della regione.
"Siamo venuti per difendere il nostro popolo”. Parlando con i giornalisti, l’arcivescovo Diego Padron, presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana, non usa mezzi termini. E, con parole nette, affronta il tema della crisi del Venezuela. Una crisi così forte che i vescovi del Venezuela hanno chiesto a Papa Francesco un incontro.
Un incontro con Papa Francesco, per spiegargli la situazione del Paese. Lo hanno chiesto e ottenuto i vescovi del Venezuela. Il Consiglio di Presidenza della Conferenza episcopale del Paese potrà incontrare Papa Francesco il prossimo 8 giugno. Un incontro che arriva in un momento particolarmente delicato del Paese.
Come risolvere la crisi in Venezuela? Papa Francesco dà la sua ricetta in una lettera inviata alla Conferenza Episcopale Venezuelana lo scorso 5 maggio, e pubblicata solo l’8 maggio sul sito dei presuli.
Baltasar Enrique Porras Cardozo è uno dei prossimi cardinali. Un outsider di Papa Francesco come ama definirsi. La sua diocesi Merida in Venezuela ha un territorio di montagna, lui si occupa della Caritas per la Conferenza Episcopale, è amico del nuovo preposito generale dei gesuiti, padre Sosa, venezuelano anche lui.
Si chiamava Alex Pinto, ed era un frate francescano scomparso misteriosamente il 17 luglio in Venezuela. Il suo corpo bruciato, in stato di decomposizione, è stato ritrovato il 21 luglio tra Ciudad Bolìvar e Puerto Ordaz, al km 19. Ed è l’ennesimo assassinio di un religioso nell’anno.
Il problema dei prigionieri politici e del modo in cui vengono trattati in Venezuela è stato affrontato da Papa Francesco con il vescovo Roberto Lückert León, presidente della Commissione Episcopale dei Mezzi di Comunicazione Sociale del Venezuela, in un incontro privato che i due hanno avuto lunedì primo giugno.