È la verità la chiave per comprendere lo sforzo diplomatico del pontificato di Benedetto XVI. Una chiave di lettura profonda, che nasce dalla sua esperienza di teologo, e che è la chiave della ricerca di tutta la vita. D’altronde, il suo primo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace ha proprio come tema “Nella verità, la pace”.
“Il Natale, nella sua genuina semplicità, ci ricorda che ciò che veramente conta nella vita è l’amore”. Si conclude così il videomessaggio che Papa Francesco ha filmato insieme al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che da parte sua ha ringraziato Papa Francesco per il suo essere un “messaggero di speranza”.
Un saluto a Papa Francesco a margine dell’intervento del Pontefice alla FAO, e poi un incontro in Segreteria di Stato: agenda quasi tutta vaticana, quella di Luis Videgaray Caso, segretario delle Relazioni Estere del Messico, che lo scorso 16 ottobre è stato a Roma nell’ambito di un viaggio europeo programmato da tempo.
Sostituire alla logica della deterrenza nucleare una nuova logica di etica globale: Monsignor Antoine Camilleri, “vice ministro” vaticano per i Rapporti con gli Stati, lo dice all’incontro dell’Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA), che si tiene a Vienna dal 5 al 9 dicembre. Tema della riunione è “Impegni e azioni”.
Per la Santa Sede, non c’è altra possibilità ragionevoli: le armi nucleari devono essere abolite. Lo sottolinea la Santa Sede, come Stato che ha partecipato al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, in una dichiarazione divulgata il 26 settembre, nella Giornata Internazionale per l’Eliminazione delle Armi Nucleari.
La soluzione “due popoli, due Stati” per l’annoso conflitto israelo-palestinese potrebbe essere a rischio. È il grido di allarme lanciato dall’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso la Sede ONU di New York.