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San Michele Garicoits, fermezza e fiducia sulla via di Betharram

Nella giornata di oggi la Chiesa celebra l'Esaltazione della santa croce. In tale memoria liturgica la Chiesa celebra non solo il sacrificio di amore del Cristo sulla croce ma, in modo speciale, il disegno redentivo che il Figlio dell'uomo ha trasfuso, con la sua volontà, per la nostra salvezza nella croce. Tale festività è ricordata, con particolare devozione, anche tra quelle care a San Michele Garicoits.

Michele Garicoits nasce a Sant Just Ibarre, un piccolo paese dei Pirenei, il 15 aprile del 1797 e morì il 14 maggio 1863 a Betharram.

Il paese dove nacque era una piccola comunità che viveva grazie ad un'economia agricola e dedita all'allevamento del bestiame. Una realtà piuttosto tranquilla e scandita dai ritmi delle stagioni e della vita di un piccolo centro adagiata sulle montagne.

Il periodo storico in cui visse, invece, fu tra i più complessi e dinamici per la Francia a cavallo fra  una Rivoluzione che modificava l'ancien regime, l'ascesa al trono di Napoleone ed il Congresso di Vienna che ridisegnava i contorni delle varie Nazioni toccate dalle conquiste del celebre corso. In tali coordinate storico-geografiche si è svolto il cammino umano di Michele Garicoits.

Figlio di una famiglia di modeste condizioni economiche ma ricca di virtù cristiane, sentì prestò la chiamata al sacerdozio ed entrato nel seminario della diocesi di Bayonne, venne ordinato sacerdote dall'allora vescovo monsignor D'Astros il 20 dicembre 1823.

Già dai primi anni di seminario, a leggere la vita dello stesso scritta da Giovanni Barra (l'atleta di Dio) emerge un dato che sarà una virtù caratteristica del padre Garicoits: la fermezza. Questa sua particolare forza di animo si vedrà, soprattutto, nella costanza e nella fiducia illimitata in Dio, con la quale giungerà al traguardo del sacerdozio. Da ciò è facile presagire, nel suo carattere, ciò che Dio gli stava chiedendo abbozzando, fin da ora, quelle che saranno le colonne portanti della sua spiritualità: l'atto di abbandono più completo a Dio espresso nell'Eccomi di Maria e la ferma fiducia nel realizzare quanto Dio  gli chiede. In ciò è tutto padre Garicoits.

In questi due pilastri vi è tutta la spiritualità della congregazione che, più in là, sarà chiamato a fondare. Ciò è scritto, a chiare lettere, anche nella prefazione del testo delle prime costituzioni, composte nel 1838 in cui si esprime per  i religiosi di Betharram il desiderio di conformare l'anima alla volontà del Padre mediante quella risposta di adesione piena ai disegni di Dio come il Cristo nella sua vita terrena. Quindi piena disponibilità all'agere di Dio per portare agli uomini l'abbondanza della Redenzione in quanto il Figlio di Dio si è fatto uomo.

Nello svolgersi ordinato della sua esistenza sarà professore, rettore del santuario di Betharram, confessore, padre spirituale e fondatore di una congregazione religiosa ovvero i Sacerdoti del sacro Cuore di Gesù di Betharram.

L'istituto religioso fu concepito, nel cuore del santo, in quanto desiderava abbracciare la vita religiosa, ma il Signore scrive la storia sulla pagina dell'esistenza umana, e così ascoltando i vari problemi che affligevano il suo tempo, decise lui stesso di dar vita ad un istituto con lo scopo di essere pronto ad andare dove le necessità della Chiesa lo chiedevano. Questo è il fiat dei Figli di Michele Garicoits: pronti per l'azione.

In ciò sta la lungimirante intelligenza di San Michele Garicoits nell'osservare che non vi era un apostolato specifico,se non quello di rispondere alle necessità, spirituali e materiali, che si incontrano nei vari luoghi dove i preti di Betharrham sono chiamati ad operare. Per tale ragione, questi si dedicano ai campi di apostolato più vari:dalle parrocchie, all'insegnamento,alle missioni.Come voleva il loro fondatore.

Inoltre, nella sua vita, vista la propria competenza ecclesiastica e la vicinanza geografica fra il santuario di Betharram e Lourdes, ebbe modo di conoscere Santa Bernardette Soubirous ed ebbe con lei un colloquio nel quale confermò la piena veridicità di quanto appreso, divenendo uno dei suoi più fermi difensori.

Uomo tenace e di una fede adamantina lascerà, nelle sue lettere, tutta l'impronta del suo carattere, che gli permetterà di superare i non pochi ostacoli sia per la fondazione del suo istituto religioso che nelle necessità della Chiesa del suo tempo. La sua vicenda terrena vide il riconoscimento pieno delle sue virtù e venne canonizzato da papa Pio XII il 6 luglio del 1947.

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