Palermo, 20 June, 2017 / 6:00 PM
Nella festa di Pentecoste la Conferenza Episcopale Siciliana con gli Orientamenti Pastorali ‘Accompagnare, discernere, integrare la fragilità secondo le indicazioni del cap. VIII di Amoris laetitia’ ha tracciato una linea comune per le diocesi dell’isola in aiuto ai presbiteri ed operatori pastorali impegnati nel prendersi cura delle coppie e delle famiglie, con soluzioni pratiche differenziate secondo le situazioni umane, evitando ogni forma di rigorismo da un lato e di lassismo dall’altro nell’applicare il magistero della Chiesa nelle molteplici situazioni esistenziali, nella linea tracciata anche da papa Giovanni Paolo II e da papa Benedetto XVI: “La vita cristiana conosce nei sacramenti momenti privilegiati di incontro con il Signore e con la comunità, dai quali la grazia accolta si estende alla quotidianità, la sostiene e la indirizza alla comunione piena con la Trinità divina.
I sacramenti sono strettamente connessi con la vita: pertanto, poiché la vita coniugale odierna non è esente dai mutamenti epocali, i sacramenti non rimangono estranei a questi, e particolarmente il matrimonio che congiunge la vita familiare alla pasqua”. La Chiesa siciliana ha invitato chi è accanto alle coppie di avere una particolare cura pastorale verso coloro che mostrano più fragilità: “La cura pastorale dovrà seguire percorsi nuovi, attenti alle nuove situazioni in cui si trovano uomini e donne battezzati, nei legami che contraggono. Da tempo assistiamo alle dolorose ferite cui questi mutamenti danno talvolta origine, nei quali si evidenzia una più acuta fragilità.
Data nondimeno l’innumerevole varietà delle situazioni, si esige un responsabile discernimento, affidato, soprattutto, ai presbiteri e ai laici impegnati nel sostenere il cammino di persone che vivono situazioni di fragilità”. Il documento sottolinea il sacramento del matrimonio nella vita della coppia e della Chiesa come valore sociale: “Riproponiamo il sacramento del matrimonio come forma culminante di ogni relazione d’amore tra l’uomo e la donna, perché esso la lega con il mistero pasquale di Cristo e con la sua donazione alla Chiesa. Dinanzi a tendenze che riducono il vincolo matrimoniale unico e indissolubile a puro abito culturale, il Vangelo indica valori e offre motivazioni per scoprire che tale vincolo s’inscrive nel cuore dell’uomo e della donna, secondo il progetto originario di Dio”.
Per questo il vincolo matrimoniale resta un fattore sacramentale: “La comunione della coppia e della famiglia è sacramentale, partecipa, ossia ripresenta e si sostiene per la comunione d’amore che è Dio-Trinità. Se gli sposi non incontrano e non s’incontrano in Dio, in una visione di fede, tutto rimane relegato agli sforzi umani, non di rado destinati al fallimento. L’ideale evangelico rimarrebbe una chimera. Fuori di Cristo la visione delle relazioni umane rischia di scadere in una confusione disorientante”.
Nel documento i vescovi siciliani sottolineano alcune novità emerse nell’Esortazione Apostolica di papa Francesco, particolarmente legate al capitolo VIII, che ha suscitato vivaci discussioni: “La prima novità di AL è lo sguardo sulle situazioni concrete, secondo il dettato della Evangelii Gaudium che considera la realtà superiore all’idea”. La seconda novità riprende il paragrafo 222 dell’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’: “Conseguenzialmente, non possiamo attenderci norme uniche per ogni situazione, ma sarà necessario un discernimento lungo il tempo tra le diverse situazioni, che non chiuda a priori o per decreto la possibilità della comunione ecclesiale ad alcuno, tenendo conto di diversi livelli di complementarità: tra discernimento personale e pastorale (cfr. AL 122), tra foro interno e foro esterno (cfr. EG 44), tra partecipazione ecclesiale e accesso ai sacramenti (cfr. AL 299)”.
I vescovi siciliani quindi invitano coloro che sono impegnati ad accompagnare nel cammino cristiano le coppie ad ‘un responsabile discernimento’: “Non possiamo attenderci norme uniche, ma sarà necessario un discernimento lungo il tempo tra le diverse situazioni, che non chiuda a priori o per decreto la possibilità della comunione ecclesiale ad alcuno, tenendo conto di diversi livelli di complementarità: tra discernimento personale e pastorale, tra foro interno e foro esterno, tra partecipazione ecclesiale e accesso ai sacramenti”.
Quindi secondo i vescovi di Sicilia l’esortazione apostolica di papa Francesco non contraddice quella di papa san Giovanni Paolo II, ‘Familiaris Consortio’, che prevedeva la ‘logica dell’integrazione’: “Familiaris Consortio 84 prevedeva già la partecipazione attiva alla vita della Chiesa: ascoltare la parola di Dio, frequentare il sacrificio della Messa, dare incremento alle opere di carità, partecipare alle iniziative della comunità a favore della giustizia, educare i figli nella fede cristiana, coltivare lo spirito e le opere della penitenza, implorare giorno per giorno la grazia di Dio. Rimanevano alcune limitazioni: esclusione dal sacramento della penitenza e dell’eucaristia, non assoluta ma vincolata a due condizioni, ovvero astenersi dagli atti proprio dei coniugi ed evitare l’ostacolo alla fede altrui (remoto scandalo).
Si aggiungevano altre limitazioni in ambiti di particolare testimonianza cristiana”. In questo senso l’esortazione di papa Francesco, accogliendo le indicazioni del Sinodo sulla famiglia, ha ampliato alcune prospettive secondo ‘il grado di responsabilità’: “Le formulazioni di ‘Amoris Laetitia’ aprono con cautela a un’eventualità di accesso ai sacramenti, che si colloca solo nel luogo dialogico del discernimento: non è una norma canonica, ma l’eventuale esito di un cammino, frutto di discernimento e di maturazione personale e pastorale ( AL 298).Il tentativo d’integrazione ha il fulcro nella pratica del discernimento, che avviene a più livelli, personale e pastorale (AL 300; 303; 312). Se ne conclude che il discernimento non è un atto istantaneo (non può risolversi nella domanda di accesso ai sacramenti, magari in occasioni particolari).
L’accompagnamento e il discernimento sono condotti fino in fondo, per la strada della misericordia, verificando anche la validità del vincolo sacramentale, per un’eventuale dichiarazione di nullità”. Quindi la parte centrale del documento è dedicata agli orientamenti per un cammino umano, spirituale e pastorale necessario ad ogni di discernimento per quelle situazioni che non corrispondono all’insegnamento della Chiesa sul matrimonio (conviventi, sposati civilmente, separati e divorziati, divorziati risposati, separati ma fedeli al vincolo). Inoltre i vescovi sottolineano che il discernimento non è un atto istantaneo e dunque non può risolversi nella domanda di accesso ai sacramenti, magari in occasioni particolari.
In questo senso a pagina 12, si affronta la questione dell’ ‘aiuto sacramentale’: “In alcune circostanze, pertanto, riguardanti i divorziati risposati secondo la valutazione del confessore e tenendo conto del bene del penitente, è possibile assolvere e ammettere all’Eucaristia, anche se il confessore sa che si tratta per la Chiesa di un disordine oggettivo… Il discernimento o la ‘via discretionis’ permette ai pastori di valutare caso per caso, specialmente riguardo alla progressiva inclusione delle persone che, trovandosi in una situazione ormai irreversibile, sono particolarmente bisognose di accoglienza, di accompagnamento e di misericordia”.
Rifacendosi anche all’esortazione apostolica di papa Benedetto XVI, ‘Sacramentum Caritatis’, la Conferenza episcopale siciliana esorta alla formazione ed ad “intraprendere una strategia educativa verso le comunità ecclesiali, soprattutto verso le nuove generazioni, le quali potrebbero ricevere un messaggio distorto, dannoso per il Vangelo della famiglia, non comprendendo la differenza di risposte e soluzioni ai diversi casi in cui si trovano le famiglie odierne oppure assumendo come dato scontato il diritto di accedere in ogni caso ai sacramenti della Chiesa”, perché secondo l’esortazione di papa Francesco “la Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno”.
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