Città del Vaticano , 18 June, 2017 / 12:13 AM
È il giorno del Corpus Domini, e Papa Francesco stasera celebrerà la Messa in San Giovanni in Laterano, e poi presiederà la processione. Ma dopodomani sarà anche la Giornata Mondiale del Rifugiato, e il Papa che ha fatto dell’impegno per i migranti una cifra del Pontificato non può non ricordarlo. Sono questi i due temi dell’Angelus di Papa Francesco.
Una assolata domenica di giugno, in attesa della frescura della sera e la processione, che fino all’anno scorso si teneva di giovedì, il giorno della festività che poi è stata spostata alla domenica per permettere a tutti di parteciparvi.
All’inizio dell’Angelus, il Papa ricorda che “in Italia e in molti altri Paesi” si celebra il Corpus Domini. Perché – ricorda – se è vero che ogni domenica la comunità ecclesiale “si stringe intorno all’Eucarestia”, “ogni anno “abbiamo la gioia di celebrare la festa dedicata a questo Mistero centrale della fede, per esprimere in pienezza la nostra adorazione a Cristo che si dona come cibo e bevanda di salvezza”.
Il Papa parte come al solito dalle letture. Rilegge il Vangelo del giorno di San Giovanni (“Io sono il pane vivo disceso dal cielo”) e spiega che “”il Padre lo ha mandato nel mondo come cibo di vita eterna, e che per questo Lui sacrificherà sé stesso, la sua carne”.
Infatti – ricorda il Papa – “Gesù, sulla croce, ha donato il suo corpo e ha versato il suo sangue. Il Figlio dell’uomo crocifisso è il vero Agnello pasquale, che fa uscire dalla schiavitù del peccato e sostiene nel cammino verso la terra promessa”.
Nutrirsi dell’Eucarestia è allora “rimanere in Gesù”, perché “nell’Eucaristia Gesù, come fece con i discepoli di Emmaus, si affianca a noi, pellegrini nella storia, per alimentare in noi la fede, la speranza e la carità; per confortarci nelle prove; per sostenerci nell’impegno per la giustizia e la pace”.
Una presenza “solidale” che è “dappertutto”, “nelle città e nelle campagne, nel Nord e nel Sud del mondo, nei Paesi di tradizione cristiana e in quelli di prima evangelizzazione”. È con l’Eucarestia che Gesù si offre “come forza spirituale per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento di amarci come lui ci ha amato, costruendo comunità accoglienti e aperte alle necessità di tutti, specialmente delle persone più fragili, povere e bisognose”.
L’eucarestia infatti, “con l’opera dello Spirito Santo alimenta il nostro amore per Dio e per i fratelli e le sorelle che incontriamo nel cammino di ogni giorno”.
E l’amore per i fratelli si concretizza anche nell’amore per i rifugiati. Dopo l’Angelus, il Papa ricorda la Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dalle Nazioni Unite, il cui tema quest’anno è “Con i rifugiati. Oggi più che mai dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati”.
Papa Francesco sottolinea che “l’attenzione concreta va a donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. Ricordiamo anche nella preghiera quanti di loro hanno perso la vita in mare o in estenuanti viaggi via terra. Le loro storie di dolore e di speranza possono diventare opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca”.
Aggiunge il Papa che “l’incontro personale con i rifugiati dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti”.
Papa Francesco esprime vicinanza "al popolo portoghese per l'incendio devastante che sta colpendo Pedrogao Grande, causando numerose vittime e feriti".
Il Papa poi ricorda la visita nella Repubblica Centrafricana - dove aprì la prima Porta Santa nel 2015 - , cogliendo l’occasione della presenza di una “qualificata rappresentanza della Repubblica Centrafricana e delle Nazioni Unite, che in questi giorni si trova a Roma per un incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio”. L’auspicio è che “con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti, sia pienamente rilanciato e rafforzato il processo di pace” in Repubblica Centrafricana, “condizione necessaria per lo sviluppo”.
Infine, il Papa ricorda che celebrerà la Messa del Corpus Domini sul sagrato di San Giovanni in Laterano stasera, e che ci sarà poi la processione da San Giovanni in Laterano fino a Santa Maria Maggiore, e invita tutti a partecipare, “anche spiritualmente, penso in particolare alle comunità di clausura, alle persone malate e ai carcerati”.
E poi, chiede preghiere per la mezza giornata che trascorrerà martedì 20 giugno tra Bozzolo e Barbiana, a pregare sulle tombe di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, i due "sacerdoti che ci offrono un messaggio di cui oggi abbiamo tanto bisogno".
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