Roma, 11 March, 2017 / 1:00 PM
Parlare dei temi che toccano da vicino l'uomo ed il suo contesto naturale è sempre questione delicata e molto sensibile in quanto si fa espresso riferimento alle scelte personali che coinvolgono la scelta razionale dell'individuo. Però nemmeno si possono disattendere tali affermazioni in quanto è dovere della Chiesa dare un orientamento chiaro su alcuni temi.
La bioetica si occupa di questo. Ovvero di saper dare risposte convincenti agli interrogativi più intimi e personali, dell'uomo specialmente in una società che cambia e che si trasforma come la nostra.
Famiglia, embrione, fine vita e molte altre questioni sono gli oggetti di questa appassionante e dibattuta ricerca. Trattare di ciò singolarmente è un'operazione ermeneutica complessa in quanto gli argomenti sono troppo vasti ma qui faremo riferimento alla impostazione generale che come cittadini abbiamo il dovere di conoscere.
In tutti i casi sopra citati il magistero della Chiesa è assai chiaro: proteggere e tutelare la vita sotto i suoi più molteplici aspetti e le sue differenze non per una presa di posizione vuota ma per delle ragioni non solo essenziali ma anche sostanziali. Infatti il magistero da papa Pio XII a papa Francesco ha sempre mostrato attenzione alla vita per un duplice ordine di ragioni ovvero:la sacralità dell'atto creativo di Dio che si riversa nell'azione umana e la irripetibilità di tale dono per la tutela della collettività. Su tale seconda affermazione si legge l'impostazione di apertura della Chiesa che è per definizione cattolica ovvero aperta ed universale (dal greco: kata-olos) a tutti gli uomini di buona volontà che seguono il progetto di Dio.
Corresponsabilità, attenzione alla vita ed irripetibilità della stessa sono i binari da dove si incammina il dibattito scientifico operato dall'Istituzione ecclesiale.
E la bioetica si prefigge tale compito: elaborare risposte convincenti su tali questioni e che servano al vero ed utile progresso dell'uomo. Essa è sempre alla ricerca del vero bene dell'individuo.
Papa Benedetto XVI, in un discorso ai partecipanti il il Congresso Nazionale sulle cellule staminali (2006), ebbe a dichiarare che il progresso è vero solo se serve all'uomo e permette la crescita dello stesso.
A conferma di ciò e per ciò che fa riferimento ad uno di questi temi è utile leggere nell’Evangelium vitae al punto 92 che “la famiglia,comunità di vita e di amore fondata sul matrimonio, è il santuario della vita, luogo in cui la vita, dono di Dio, può essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui è esposta e può svilupparsi secondo le esigenza di un autentica crescita umana".
Da tale affermazione è più che evidente che tali temi ed in modo particolare la famiglia entrano nel vivo pensiero della Chiesa intendendo essa come una forma non solo di agglomerato di persone rette da comuni valori ma come forma di tutela e protezione per tutte le altre necessità che partono da tale cellula.
Non esiste scontro ideologico, ne pretesa di voler affermare e ribadire concetti ma solamente l'attenzione sull'uomo e sulle sue esigenze vitali come Dio stesso nella creazione ha voluto imprimere nel cuore dello stesso.
Del resto già la nostra Carta costituzionale all'articolo 31 conferma la citata posizione, anche se molto anteriore al testo del documento di magistero, con il sostenere che: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”.
Sembra evidente, pertanto, che da tali basi non possa che generarsi un dibattito dai contorni di pacifico dialogo ed accettazione di stesse identità per trovare non soluzioni ne compromessi ma forme di tutela e protezione della prospettiva dell'uomo che, in tale magistero, per le spiegate considerazioni, è sempre più vicino, per ragioni di amore, ad un Dio incarnatosi in un uomo.
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