Roma, 08 June, 2015 / 9:00 AM
Tra sei mesi esatti Papa Francesco aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro dando inizio al Giubileo straordinario della Misericordia. Roma sarà ancora una volta al centro dei riflettori. Ma si parla ancora poco di contenuti. Per questo motivo abbiamo voluto approfondire il tema della preparazione diocesana all'Anno Santo con una intervista esclusiva ad Acistampa del Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, il Cardinale Agostino Vallini.
Eminenza, mancano sei mesi all'apertura della Porta Santa. La Diocesi di Roma come si sta preparando?
"Ho costituito un comitato per il Giubileo che ancora non ha stilato materialmente un programma perchè ovviamente a Roma un programma lo si fa di intesa con la Santa Sede e poi perchè l'Anno Santo ci aiuta molto per il nostro progetto pastorale che va avanti da un po' di anni. E' un progetto incentrato su come riannunciare la fede a Roma ed in questi anni si articola in diversi momenti. Il tema fondamentale è appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale dei cristini: in questo quadro generale sussistono cinque ambiti. Primo, cosa vuol dire celebrare l'Eucarestia la domenica. Secondo, cosa significa dall'Eucarestia la testimonianza della carità. Terzo, come generiamo la fede. Quarto, i giovani e quinto la famiglia. Il Giubileo che in fondo è l'esperienza della misericordia ci aiuta in questo senso. Dobbiamo concentrarci sul tema 'La Chiesa nella città', perchè qui le sfide sono enormi! La Chiesa nella città vuol dire come si è laici, non nelle associazioni, non in parrocchia ma negli ambienti di vita, esiste una varietà di settori: laici e mondo della finanza, laici e mondo del lavoro, laici e mondo della comunicazione. Poi ci saranno sicuramente dei gesti, dei segni particolari. Mi piacerebbe che qualcosa venisse soprattutto a favore dei poveri".
Papa Francesco richiama spesso alla moralizzazione e condanna senza riserve la corruzione. Roma ha vissuto anche recentemente scandali di questo genere. Il Giubileo può essere la spinta al rinnovamento morale della Città?
"Penso di sì. Nella misura in cui però non rimaniamo in superficie. Se riusciamo a fare, attraverso una pastorale di evangelizzazione, quello che San Luca chiama trafiggere il cuore, nel senso che il mistero di Dio è qualcosa che ci tocca personalmente. Allora c'è speranza".
Per quello che riguarda il laicato, famiglie e giovani possono essere protagonisti di questo Giubileo? Le parrocchie possono puntare su queste esperienze?
"Mi sembra giusto. Lei pensi ad una parrocchia che sviluppasse davvero attraverso una catechesi liturgica il mistero dell'Eucarestia, che altro non è che la somma misericordia, tutte le sante domeniche attraverso le diverse esperienze, certamente questo avrebbe un risvolto".
Eminenza, i missionari della misericordia sono la novità di questo Giubileo. A livello diocesano come vi regolerete?
"Vorremmo che si potesse sviluppare di più la pastorale della riconciliazione. Sia con i sacerdoti, sia attraverso un cammino di catechesi per riscoprire il sacramento della penitenza e anche sul piano della carità. Perchè a Roma si soffre parecchio, tanta gente soffre parecchio!"
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