Città del Vaticano , 02 February, 2017 / 2:00 PM
Come valutare il peso del cambiamento nella concezione della musica di Chiesa, 50 anni dopo l’Istruzione Musicam Sacram? Come rivisitare il luogo e il ruolo del musicista di Chiesa? Si può riproporre oggi il tema della musica sacra nelle parrocchie e nella liturgia? Rispondere a queste domande è uno degli obiettivi che si propone il Convegno, presentato oggi dal Pontificio Consiglio della Cultura, “Musica Sacra: culto e cultura a 50 anni dalla Musica Sacram”.
Questa iniziativa ha avuto tre anni di preparazione, con un’indagine presso tutte le Conferenze Episcopali e gli Istituti religiosi Maggiori e le facoltà di Teologia del mondo.
Sono molteplici gli obiettivi e le finalità che il Convegno si propone di stimolare. L’appuntamento è a Roma dal 2 al 4 marzo presso il Centro Congressi Augustininianum. Gli iscritti partecipanti al momento sono più di 200, provenienti da tutti i paesi e tutti i continenti.
“E’ necessario superiore gli stereotipi sulla musica sacra attuale: oggi si presenta un mondo dove non c’è più speranza per questo genere di musica. Ma non dobbiamo essere nemmeno cosi troppo pessimisti. Questo convegno ha il compito di ritrovare ancora importante questo tema e di ritrovare un rapporto arte e fede”, dichiara il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, intervenuto alla presentazione stampa del convegno.
Durante il dibattito si rifletterà, a livello musicale, liturgico, teologico e fenomenologico, su come la musica essere una proposta positiva per il culto cristiano, espressione di lode al Signore, “gloria di Dio e armonia della mente”, come sottolinea il Cardinale Ravasi.
Inoltre sarà necessario discutere anche dei linguaggi più idonei per celebrare in traduzione sonora la “lode pubblica ufficiale e solenne della Chiesa”. “Nella musica di consumo di oggi ci sono problemi di “dialogo” e di discernimento”, Quando si favoriscono spazi di creatività e di adattamento è fondamentale il dovere del discernimento come garanzia di identità e bellezza, capaci di avvicinare delle esigenze espressive le diverse situazioni culturali. La Chiesa approva e ammette nel culto tutte le forme della vera arte, purchè dotate delle qualità necessarie", si legge in una nota di presentazione del convegno.
“Recuperare il patrimonio musicale è anche un’opera ecumenica”, dichiara il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
L’obiettivo del Convegno è anche richiamare l’urgente necessità di una solida formazione dei diversi ministeri della musica. Monsignor Carlos Alberto Azevedo, intervenuto alla presentazione aggiunge a tal proposito: “La formazione al canto liturgico corrisponde a diversi ruoli: presidenti, ministri, lettore, cantore, animatore dell’assemblea, coro, assemblea, organista e strumentisti. Dobbiamo superare la situazione attuale dove il volontariato non trova sostegno e i musicisti fanno fatica a diventare veri servitori della Parola”.
Il programma del Convegno è fitto di eventi e per maggiori info si può consultare il sito: www.cultura.va
Sabato 4 Marzo il Convegno si concluderà con l’Udienza di Papa Francesco.
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