“Quello che fate è molto importante, perché con le vostre voci aiutate le comunità a pregare, ad aprire il cuore al Signore, e questo è fondamentale per la vita della Chiesa”. Lo ha detto stamane il Papa, incontrando la Federazione Internazionale Pueri Cantores.
La liturgia testimonia e rende partecipi del mistero dell’Incarnazione.
“Nel momento in cui il sipario si alzava per la quarta volta arrivò improvvisa la triste notizia: era giunta a termine la dolorosa agonia del maestro che coi suoi capolavori aveva tanto onorato il nostro teatro. Un velo di lutto si stese sulla sala”.
"L'Anno Perosiano sia di auspicio per ritrovare quella sana armonia tra i popoli e nei nostri cuori". Così Monsignor Guido Pozzo, Sovrintendente all’economia della Cappella Musicale Pontificia, presso la Sala Stampa della Santa Sede, presenta l’“Anno Perosiano”, celebrato in occasione del 150.mo anniversario della nascita di Monsignor Lorenzo Perosi, Maestro dell’Ottocento e Direttore della Cappella Musicale Pontificia, che si aprirà il prossimo 21 dicembre.
Si può ancora scrivere musica per la liturgia sacra?
La Diocesi di Roma organizza “Cantate Inni con Arte”, il festival dei cori parrocchiali, promosso dall’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, in collaborazione con Radiopiù Roma e con il patrocinio dell’Ufficio liturgico.
Quel brano, il maestro Lorenzo Perosi non lo avrebbe voluto scrivere. Già organista di Montecassino, chiamato a dirigere il Coro Patriarcale di Venezia, nel 1898 monsignor Lorenzo Perosi viene nominato direttore del Coro della Cappella Sistina, incarico che terrà fino alla morte. E così, quando nel 1900 arriva la richiesta di Don Giovanni Ieremich, vicerettore del seminario, Perosi è riluttante. Lo convince il Cardinale Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia, in poche righe scritte di suo pugno. Nel 1903, il Cardinale sarà eletto Papa, e prenderà il nome di Pio X.
Il campo musicale è "un ambito molto importante per la liturgia e l’evangelizzazione". Lo sostiene il Papa nel videomessaggio inviato ai partecipanti al IV Convegno Internazionale sulla musica promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura in collaborazione con il Pontificio Istituto di Musica Sacra e il Pontificio Istituto Liturgico dell’Ateneo Sant’Anselmo, che quest’anno si svolge online il 4 e il 5 febbraio 2021 sul tema “Chiesa e Musica: Testi e contesti”.
Una chiesa deve parlare di Dio, sempre, anche quando non ci sono messe o liturgie varie da celebrare, anche quando è vuota. La sua bellezza deve testimoniare la presenza di Dio e tanto più lo potrà fare se tra le sue volte e pareti risuona la musica, la grande musica. Questo è il perno attorno a cui si sviluppa, da qualche anno, la rassegna "In principio", rassegna di musica sacra nelle chiese di Padova, che anche nel 2020, nonostante la situazione difficile dovuta alla pandemia che non è ancora stata sconfitta, si presenta puntuale al suo appuntamento.
Come deve essere la musica sacra? Deve essere diversa da quella usata per altri scopi, perché la musica sacra non solo accompagna la liturgia, ma svolge anche il compito di “saldare insieme la storia cristiana: nella liturgia risuonano il canto gregoriano, la polifonia, la musica popolare e quella contemporanea”. Papa Francesco lo spiega incontrando le Scholae Cantorum dell’Associazione Italiana di Santa Cecilia, che festeggiano i 140 anni dalla fondazione.
Sarà la Cappella musicale di Sant’Andrea della Valle ad animare solennemente, mercoledì 3 gennaio 2018 nell’omonima basilica romana, la festività di San Giuseppe Maria Tomasi.
Salvaguardare e valorizzare il patrimonio ereditato e inculture nei linguaggi dell’attualità.
Come valutare il peso del cambiamento nella concezione della musica di Chiesa, 50 anni dopo l’Istruzione Musicam Sacram? Come rivisitare il luogo e il ruolo del musicista di Chiesa? Rispondere a queste domande è uno degli obiettivi che si propone il Convegno, presentato oggi dal Pontificio Consiglio della Cultura, “Musica Sacra: culto e cultura a 50 anni dalla Musica Sacram”.
“Senza di lui il mio cammino spirituale e teologico non è neanche immaginabile.” E’ Papa Benedetto che parla di San Giovanni Paolo II. Joseph Ratzinger, forse il più grande teologo vivente, parla del santo che ha cambiato la sua vita. Benedetto XVI, oggi Papa emerito, rompe la sua vita di riservo scelta da febbraio 2013 e lo fa in omaggio al santo che lui ha sempre chiamato semplicemente: il Papa.