Città del Vaticano , 14 May, 2015 / 1:43 AM
Papa Francesco ritorna sul tema dell’educazione e spiega che “tutti noi, nella vita, abbiamo bisogno di educatori, persone mature, sagge ed equilibrate che ci aiutano a crescere nella famiglia, nello studio, nel lavoro, nella fede”. Di più, abbiamo bisogno di “educatori che ci incoraggiano a muovere i primi passi in una nuova attività senza aver paura degli ostacoli e delle sfide da affrontare; che ci spronano a superare momenti di difficoltà; che ci esortano ad avere fiducia in noi stessi e nei nostri compagni; che ci sono accanto sia nei momenti di delusione e smarrimento sia in quelli di gioia e di successo”.
L’occasione è un messaggio che il Santo Padre ha inviato al cardinale Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, in occasione del Seminario internazionale sul tema “Allenatori: educatori di persone”, organizzato a Roma dalla sezione “Chiesa e sport” del dicastero vaticano e che si concluderà domani.
“Anche l’allenatore sportivo, soprattutto negli ambienti cattolici dello sport amatoriale, può diventare per tanti ragazzi e giovani uno di questi buoni educatori, così importanti per lo sviluppo di una personalità matura, armonica e completa”, spiega Francesco.
Soprattutto nell’adolescenza e della prima giovinezza, “quando la personalità è in pieno sviluppo”, si cercano “modelli di riferimento e di identificazione”, c’è il “bisogno di apprezzamento e di stima” ed “è più reale il pericolo di smarrirsi dietro cattivi esempi e nella ricerca di false felicità”, un allenatore-educatore è “provvidenziale”.
“L’influenza di un educatore, soprattutto per i giovani – scrive il Papa - , dipende più da ciò che egli è come persona e da come vive che da quello che dice. Quanto è importante allora che un allenatore sia esempio di integrità, di coerenza, di giusto giudizio, di imparzialità, ma anche di gioia di vivere, di pazienza, di capacità di stima e di benevolenza verso tutti e specialmente i più svantaggiati! E com’è importante che sia esempio di fede”.
Perché con la fede non si assolutizzano le attività, ma si crea un clima di solidarietà, di socializzazione e di “inclusione nei confronti degli emarginati e a rischio di deriva sociale”. E poi “ci dà quello sguardo di bontà sugli altri che ci fa superare la tentazione della rivalità troppo accesa e dell’aggressività, ci fa comprendere la dignità di ogni persona, anche di quella meno dotata e svantaggiata”.
“L’allenatore può essere, dunque, un valido formatore dei giovani, accanto ai genitori, agli insegnanti, ai sacerdoti, ai catechisti – conclude il Papa -. Ma ogni buon formatore deve ricevere una sua solida formazione. È necessario formare i formatori. È opportuno per questo che il vostro seminario richiami tutte le organizzazioni che operano nel campo dello sport, le federazioni internazionali e nazionali, le associazioni sportive laiche ed ecclesiali, a prestare la dovuta attenzione e ad investire le necessarie risorse per la formazione professionale, umana e spirituale degli allenatori”.
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