“Se penso allo sport, e alla mia patria, l’Argentina, prima ancora che pensare ai grandi impianti calcistici, come la Bombonera, penso a quando da bambini si giocava a calcio con una palla fatta di stracci. Tanti campioni hanno iniziato così, giocando con gli amici in modo spensierato in campi improvvisati tra le case, anche in contesti molto poveri. Quanto è bello sperimentare il senso della fraternità: si gioca, e si gioca insieme, e si sa che si è avversari soltanto sul campo, mai nemici. Si impara la gioia per la vittoria e si conosce il sudore e l’impegno che sono costati, si impara anche dalla sconfitta, cercando di rialzarsi e di far tesoro degli errori commessi per provare a superarli la prossima volta, o semplicemente ad accettare la propria diversità e il proprio limite: siamo tutti preziosi ed unici, ma non siamo perfetti”. Lo scrive il Papa nel messaggio inviato al quotidiano Corriere dello Sport-Stadio in occasione del centenario dalla fondazione.
Papa Francesco stamane ha ricevuto in udienza una delegazione dell'associazione sciistica austriaca, in occasione dei Mondiali 2025.
Lo sport può essere un antidoto alla guerra. Per i suoi valori, per i suoi ideali, per i suoi principi. E le Olimpiadi ce lo hanno insegnato con la "tregua olimpica". E ancora oggi è possibile. Vuole essere questo il messaggio forte e chiaro del volume "Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi", pubblicato da Libreria Editrice Vaticana con Athletica Vaticana e curato da Vincenzo Parrinello, proprio alla vigilia dell’estate sportiva a Parigi.
“Il calcio è un fenomeno globale capace di coinvolgere un numero enorme di persone, di smuovere emozioni, sentimenti collettivi. Posso ben testimoniarlo io che vengo da un Paese dove tutto questo è vissuto al massimo”. Lo ha detto il Papa, ricevendo stamane la Nazionale di calcio della Croazia.
nello sport, a tutti i livelli, non dovrebbe mai venir meno lo spirito “amatoriale”, che ne preserva la genuinità
Presentato presso la Sala Stampa della Santa Sede il Convegno Internazionale su Sport e Spiritualità – “Mettere la vita in gioco”, che si svolgerà a Roma, presso l'Istituto francese Centro San Luigi, dal 16 al 18 maggio 2024, organizzato dal Dicastero per la Cultura e l'Educazione e I'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
“Nel tennis, come nella vita, non possiamo vincere sempre, ma sarà una sfida che arricchisce se, giocando in modo educato e secondo le regole, impareremo che non è una lotta ma un dialogo che implica il nostro sforzo e ci consente di migliorarci. Concepire un po' lo sport non solo come combattimento ma anche come dialogo. C'è un dialogo che, nel caso del tennis, spesso diventa artistico”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza una delegazione del Real Club de Tenis Barcelona.
E’ opportuno nello sport e nella vita “ dosare bene il rischio e la prudenza. Il rischio dev’essere sempre proporzionato e accompagnato. Il ragazzo deve sentirsi libero e nello stesso tempo non abbandonato. I genitori o gli educatori che, per proteggere il bambino, gli fanno evitare ogni imprevisto, oppure gli risolvono tutti i problemi, non lo fanno crescere. Questa non è prudenza, ma misto di paura della realtà e di egoismo possessivo nei confronti del bambino”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i partecipanti al primo Simposio internazionale di Tennis e Padel.
"Sport, musica e condivisione nella seconda edizione della Giornata diocesana del gioco e dello sport, organizzata da due Uffici della diocesi di Roma, quello per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport e quello per la pastorale giovanile, con la collaborazione di tante realtà associative impegnate con i ragazzi: dal Csi all’Us Acli, dall’Azione cattolica al Cor". Così viene presentata la giornata diocesana del gioco e dello sport dal Vicariato di Roma.
Bisogna vivere lo sport con passione. “Se c’è questo atteggiamento la competizione è sana; altrimenti, se prevalgono gli interessi di vario tipo, la competizione si guasta, a volte può addirittura corrompersi. L'amatorialità è chiave nello sport”. Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i membri dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport in Vaticano”.
"Lo sport deve essere sempre a servizio della persona e della società, non di interessi o logiche di potere". Papa Francesco con queste parole riceve in Udienza, nel Palazzo Apostolico, i Membri della Federazione Italiana Pallavolo, atlete e atleti delle nazionali italiane di pallavolo, maschili e femminili, maggiori e giovanili.
Don Matteo Baraldi, per anni animatore dell’oratorio di ‘San Francesco al Fopponino’ ed ora parroco alla parrocchia di ‘Gesù Buon Pastore’ a Milano, è cintura nera di judo, terzo dan
"Uno sport che sia per tutti, che sia “coeso”, “accessibile” e “a misura di ogni persona”" questo lo scopo del Convegno Internazionale
In Vaticano il Papa riceve in Udienza i partecipanti alla partita amichevole di calcio “Fratelli tutti”, prevista per domani, domenica 21 novembre, tra la “World Rom Organization” e la “Squadra del Papa – Fratelli tutti”, organizzata dal Pontificio Consiglio della Cultura.
"Nella memoria della vostra storia è ancora vivo il ricordo di una partita giocata nel 1955 in Piazza San Pietro, davanti a Papa Pio XII; e anche negli anni a seguire, la relazione tra la Chiesa e il mondo dello sport è stata sempre coltivata nella consapevolezza che entrambi, in modi diversi, sono a servizio della crescita integrale della persona e possono offrire un prezioso contributo alla nostra società". Con queste parole Papa Francesco accoglie in Vaticano la Delegazione della Federazione Italiana Pallacanestro in occasione del centenario della nascita della Federazione.
“La più grande sconfitta per uno sportivo è lavorare, giocare da solo”.
“Io sempre dico che nello sport sono importanti due atteggiamenti. Primo, l’équipe: sempre lavorare in équipe, non da soli. Se non c’è l’équipe, non c’è il vero sport. Lo spirito dell’équipe. Invece, coloro che vogliono fare da soli, alla fine non fanno nulla o cercano la propria immagine, e danneggiano l’équipe”. Lo ha ribadito stamane il Papa nel breve saluto alla squadra di pallanuoto di Genova ricevuta in udienza
"Non basta sognare il successo, occorre svegliarsi e lavorare sodo. È per questo che lo sport è pieno di gente che, col sudore della fronte, ha battuto chi era nato con il talento in tasca. I poveri hanno sete di riscatto: offri loro un libro, un paio di scarpette, una palla e si mostrano capaci di gesta impensabili. La fame, quella vera, è la motivazione più formidabile per il cuore: è mostrare al mondo di valere, è cogliere l’unica occasione che ti danno e giocartela".
"Oggi desidero ringraziare tanti atleti di vari Paesi, che hanno offerto vari oggetti sportivi per l’asta solidale. Mi ha fatto molto piacere sapere che alcuni atleti hanno anche aperto la porta della loro casa per la gioia di un incontro diretto. L’iniziativa We Run Together ha fatto incontrare sullo stesso piano di dignità umana e sportiva campioni famosi e altri campioni che portano una disabilità e che così fanno onore allo sport". Con queste parole Papa Francesco accoglie in Udienza alcuni partecipanti all’iniziativa sportiva solidale We Run Together.
C'è un nuovo volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana – Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, con il patrocinio di Athletica Vaticana e si chiama "Mettersi in gioco. Pensieri sullo sport". Una sorta di “manuale” che suggerisce la possibilità di vivere lo sport – ma anche la vita stessa – secondo le indicazioni concrete di un coach d'eccezione: Papa Francesco.