Vienna, 07 December, 2016 / 2:00 PM
Sostituire alla logica della deterrenza nucleare una nuova logica di etica globale: Monsignor Antoine Camilleri, “vice ministro” vaticano per i Rapporti con gli Stati, lo dice all’incontro dell’Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA), che si tiene a Vienna dal 5 al 9 dicembre. Tema della riunione è “Impegni e azioni”.
Dell’AIEA, la Santa Sede è Stato membro e cofondatore. Una scelta di campo. Perché da membro dell’organizzazione la Santa Sede da una parte promuove e pungola tutti i passaggi per arrivare al disarmo nucleare, fino alla straordinaria utopia del disarmo integrale. Dall’altra, mantiene un approccio bilanciato sul tema dell’energia atomica, non ne chiede un bando indiscriminato. Anzi, ne favorisce gli sviluppi scientifici, purché siano usati per scopi pacifici.
Come gestire la tecnologia nucleare? Non con la logica della paura e della diffidenza – dice monsignor Camilleri – perché questa porta alla “deterrenza nucleare”. Piuttosto, si deve sviluppare una “nuova logica di etica globale”, una etica di “responsabilità, solidarietà e sicurezza collaborativa adeguata al compito di tenere sotto controllo il potere della tecnologia nucleare”.
Le minacce alla sicurezza nucleare – dice il viceministro degli Esteri vaticani – sono “gravi sfide sul piano tecnico e su quello diplomatico”, che devono essere affrontate da un punto di vista più ampio, comprendendo il motivo per cui “attori statali e non statali” cercano “sicurezza, legittimità o potere nelle armi nucleari”. Quindi il “cruciale lavoro” della sicurezza nucleare va fatto “nel contesto di sforzi molto più ampi per promuovere lo sviluppo socio-economico, la partecipazione politica, il rispetto dei diritti umani fondamentali e lo stato di diritto, come anche la cooperazione e la solidarietà a livello regionale e internazionale”.
Monsignor Camilleri ricorda tutti i passi avanti fatti in tema di sicurezza nucleare, ma sostiene che “non ci si può sentire soddisfatti”. Nota che “da un lato, la sicurezza nucleare favorisce la pace e la sicurezza, contribuendo a rafforzare il regime di non proliferazione e il processo tanto necessario verso il disarmo nucleare”. Dall’altro lato, la sicurezza nucleare “promuove lo sviluppo sociale e scientifico attraverso l’applicazione con scopi pacifici di tecnologie nucleari, con l'obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile migliorando l’agricoltura, la gestione delle acque e assicurando la nutrizione e la sicurezza alimentare, il controllo della malattie infettive e l'impegno a combattere il cancro”.
Il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati vaticano sottolinea due grandi sfide. La prima è “la protezione fisica del materiale nucleare”, una “priorità” nell’impegno della sicurezza nucleare, poiché “il mancato controllo del materiale nucleare potrebbe avere conseguenze catastrofiche”. La seconda è di contrastare le “minacce interne e la prevenzione di cyber-attacchi a dati e strutture sensibili”, per “preservare la riservatezza delle informazioni pertinenti alla sicurezza nucleare”.
Questioni sulle quali “occorre ricordare che, sebbene la responsabilità del mantenimento di una sicurezza nucleare efficace per tutto il materiale nucleare e radioattivo all’interno di uno Stato competa principalmente a quello Stato, la cooperazione tra gli Stati è essenziale, poiché tante minacce alla sicurezza nucleare non rispettano i confini e sono agevolate dall’instabilità politica e dalle crisi che purtroppo affliggono molte zone del nostro mondo”.
La Santa Sede chiede che vengano proseguiti gli sforzi per migliorare la sicurezza vocale e precisa “che non ci si può fare illusioni riguardo alla gravità delle sfide che si pongono alla comunità internazionale”. Ma – mette in luce - “è proprio a motivo di queste sfide legate alla sicurezza nucleare che la Santa Sede desidera ribadire il suo sostegno all’Aiea mentre cerca di svolgere, in modi sempre più efficaci, il suo ruolo indispensabile a difesa della sicurezza nucleare, nell'ambito di un impegno più ampio a rafforzare la cooperazione per la sicurezza” .
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