Città del Vaticano , 01 December, 2016 / 12:15 AM
Quindici minuti di udienza personale, un abbraccio con il vescovo di Tbilisi e amministratore apostolico del Caucaso Giuseppe Pasotto, il saluto agli organizzatori del viaggio, i benefattori, i volontari: due mesi dopo, quanti hanno contribuito a organizzare il viaggio di Papa Francesco in Georgia vengono a trovare il Papa, per un dialogo breve, ma – come lo definiscono i partecipanti – molto bello.
Il Papa ha detto di avere “tanti ricordi bellissimi della Georgia” e di aver visto in Georgia un Paese di “tanta cultura, tanta storia, tanta spiritualità”, riferiscono alcuni dei partecipanti all’incontro”. Sì, ha aggiunto, ci sono dei problemi, ma “camminando insieme si va avanti, senza forzare le cose”.
Papa Francesco ha quindi aggiunto che "mai aveva pensato di trovare in Georgia quello che ho visto: cultura, spiritualità, un popolo che loda Gesù Cristo come il Salvatore, perché è un popolo cristiano. È stata per me una gioia grande". Papa Francesco ha detto di essere rimasto colpito dal patriarca Elia II, "un uomo di Dio".
"Io so che ci sono tanti problemi - ha aggiunto il Papa - ma la proposta positiva di Sua Eccellenza [Mons. Pasotto, Amministratore Apostolico del Caucaso] credo che andrà bene; cercare il modo, senza forzare, di camminare insieme, lentamente. E ricordo anche con molta simpatia l’incontro in cattedrale...; le domande dei laici...; ho visto la responsabilità dei laici nella vostra Chiesa, e questa è una grande cosa, è una grande cosa! Anche i sacerdoti, i religiosi, tutti… Ricordo bene... E vi ringrazio tanto di questo. Andare avanti! Questo lavoro come il lievito, di far crescere la massa".
I problemi cui il Papa ha fatto implicitamente riferimento riguardano il dialogo ecumenico. Se il Patriarcato ortodosso di Georgia ha favorito in tutti i modi la visita, persiste il problema del proselitismo, la pratica dei ribattesimi e anche una sorta di marginalizzazione dei cattolici, dato che la religione ortodossa si identifica con l’identità nazionale. Una situazione difficile che ha un simbolo: la Porta Santa di Rustavi, che il Papa ha attraversato durante la Messa celebrata a Tbilisi, è ancora senza una sede.
Per questo, il vescovo Pasotto – è la proposta cui faceva riferimento il Papa nel suo discorso – ha chiesto al Papa di inviare in maniera regolare delle delegazioni del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, in modo che l’incontro e il dialogo tra cattolici e ortodossi sia favoriti ai massimi livelli, e in modo che si possa, passo dopo passo, completare quel percorso di dialogo necessario e desiderato dai cattolici di Georgia.
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