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Preghiere, bene comune e dialogo: la strada ecumenica del Papa

L'abbraccio di Papa Francesco e Bartolomeo ad Assisi, nel pranzo con i poveri durante la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, 20 settembre 2016

Con un messaggio inviato al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, Papa Francesco rinnova il suo impegno per il dialogo ecumenico, loda gli sforzi che si stanno facendo nel cammino verso l’unità, e segna la strada del dialogo, come al solito con tre temi principali: la preghiera, i lavori per il bene comune e il dialogo. Perché solo questi tre passaggi – scrive Papa Francesco – ci “permetteranno di superare la divisione e crescere più vicini l’uno all’altro”.

Il messaggio del Papa è stato consegnato personalmente a Bartolomeo dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Il Cardinale Koch si è recato al Fanar, nella sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, seguendo ormai un rituale consolidato: per la festa dell’Apostolo Andrea, protettore del Patriarcato di Costantinopoli, una delegazione vaticana va a Istanbul; per la festa di Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, una delegazione del Fanar viene in Vaticano. 

Con il cardinale Koch c’erano il vescovo Brian Farrell e monsignor Andrea Palmieri, segretario e sottosegretario del dicastero, insieme all’arcivescovo Paul Fitzpatrick Russell, nunzio apostolico ad Istanbul. La delegazione ha preso parte alla Divina della Liturgia, poi si è incontrata con il Patriarca e con la commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica. Il messaggio del Papa è stato presentato con l’autografo del Papa, accompagnato da un dono.

Nel messaggio, Papa Francesco segnala che lo scambio di delegazioni è “un segno visibile” del “profondo legame che già ci unisce” e allo stesso tempo “è espressione del nostro anelito per una comunione ancora più profonda, fino a quel giorno in cui, a Dio piacendo, potremo testimoniare il nostro amore l’uno con l’altro sedendo allo stesso tavolo Eucaristico”.

Papa Francesco ricorda il “sostegno dei martiri” di entrambe le confessioni cristiane (è il tema dell’ecumenismo del sangue), dice che i cattolici si sentono incoraggiati dal Concilio Pan-Ortodosso che ha sottolineato ancora una volta la volontà di ristabilire l’unità dei cristiani, e sottolinea che anche da parte cattolica non ci si stanca mai di promuovere iniziative che sviluppino il dialogo, e questo nonostante “la storia delle relazioni tra Cristiani è stata tristemente marcata da conflitti che hanno lasciato una profonda impressione tra i credenti” ed è per questo che “alcuni si aggrappano alle attitudini del passato”.

Il Papa però indica la strada, fatta di preghiera, bene comune e dialogo. Mette in luce che “negli ultimi decenni cattolici e ortodossi hanno cominciato a riconoscersi come fratelli e sorelle” e a “dare valore ai doni l’uno dell’altro”, proclamando “il Vangelo insieme, servito l’umanità nelle cause di pace, promosso la dignità dell’essere umano e il valore inestimabile della famiglia, e presi cura dei più bisognosi, così come della creazione, la nostra casa comune”.

Una nota il Papa la dedicata anche al documento sul Primato nel Primo Millennio, il documento scaturito dalla commissione mista cattolico ortodossa nella recente riunione di Chieti, che ha visto un consenso quasi unanime, sebbene con qualche distinguo da parte delle confessioni ortodosse e il rifiuto di firmare la dichiarazione da parte degli ortodossi georgiani.

Per questo, Papa Francesco non manca di notare che “sebbene molte questioni restino aperte, queste riflessione condivisa sulla relazione tra sinodalità e primato nel primo millennio può offrire basi sicure per discernere modi in cui il primato possa essere esercitato nella Chiesa quando tutti i cristiani saranno riconciliati”.

A questo proposito, il Papa ricorda anche il recente incontro di Assisi per la pace, un incontro che “è stata una gioiosa opportunità di approfondire la nostra amicizia, che trova espressione in una visione condivisa riguardo le grandi questioni che colpiscono la vita della Chiesa e della società”.

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