Città del Vaticano , 10 May, 2015 / 11:52 AM
Un incontro di un’ora tra i due leader latinoamericani. Da una parte il Papa gesuita argentino, Francesco, e dall’altra il fratello del leader della rivoluzione cubana Raul Castro.
In Vaticano una domenica mattina può succedere anche questo, quando politica e “cultura dell’incontro” si uniscono per aprire nuove strade. E a Castro piacciono alcuni passaggi della Evangelii gaudium, come ha detto il Papa regalandola al presidente cubano.
Il Papa ha comunicato qualche giorno fa che sarà il terzo Pontefice a visitare l’isola, dopo avere messo il suo sigillo lo scorso dicembre sul lavoro decennale della Chiesa cattolica per aiutare le gente di Cuba anche con la fine dell’ embargo imposto dagli Stati Uniti dopo la rivoluzione. Una misura che ha messo in ginocchio le povera gente a Cuba, e che ha arricchito molti da entrambe le parti.
Papa Francesco, Papa e latinoamericano, ha sottolineato il suo impegno e quello della Chiesa con il suo dono a Raul che, in doppiopetto scuro, è arrivato in Vaticano verso le 9.30 inserendo la sua visita in un tour europeo iniziato a Mosca.
Consegnando una medaglia che raffigura san Martino che dona il mantello il Papa ha detto a Castro: “é una intuizione di quello che dobbiamo fare: coprire la miseria della nostra gente e poi promuovere la gente. Mi piace regalare questo, pecche è un segno di buona volontà.”
Castro, che ha studiato da giovane come il fratello nelle scuole dei gesuiti, ha portato al Papa una delle 25 medaglie commemorative dei 200 anni della cattedrale de L’ Havana. Con lui c’era anche Kachoun artista cubano che ha dato al Papa il suo quadro ispirato alla vista del Papa a Lampedusa.
Ad accompagnare Castro una delegazione di 11 persone tra cui il ministro degli esteri e il vice presidente del consiglio. Da parte vaticana ad accogliere il presidente, oltre al Prefetto della Casa Pontificia Georg Gaenswein anche il sostituto della segreteria di Stato Angelo Becciu che a Cuba è stato nunzio, e Paul Richard Gallagher segretario per i rapporti con gli stati.
Il saluto di congedo, come all’arrivo è stato una grande stretta di mano, quasi un baciamano da parte di Raul. E Castro lasciando il Vaticano ha confermato di aver ringraziato il Pontefice per il suo ruolo nel riavvicinamento diplomatico fra Cuba e gli Stati Uniti, e ha portato al Papa i sentimenti del popolo cubano nell’attesa e preparazione della sua prossima visita nell’Isola nel mese di Settembre.
Prossima tappa del lungo cammino per riportare i diritti umani a Cuba sarà per Papa Francesco L’Havana.
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