Città del Vaticano , 19 November, 2016 / 2:00 PM
Il Giubileo volge al termine. Domani Papa Francesco chiuderà la Porta Santa della Basilica di San Pietro e si concluderà solennemente l’Anno Santo della Misericordia. Anche il mese di novembre, l’ultimo di questo Giubileo, è stato ricco di impegni e momenti forti nonostante sia “durato” 20 giorni.
Novembre è anche il mese dedicato ai defunti e il Papa - nonostante fosse tornato poche ore prima dal Viaggio Apostolico in Svezia - si è recato a celebrare la messa nel cimitero romano di Prima Porta. “La tristezza - ha spiegato Francesco - si mischia con la speranza: la memoria dei nostri defunti e la speranza. Anche noi dobbiamo fare questo cammino, tutti noi. Prima o poi ma tutti. Con il fiore e il filo della speranza ancorato al di là, una ancora che non delude, la speranza della Risurrezione. Gesù è il primo che ha fatto questo cammino. Noi facciamo il suo cammino e ci ha aperto la porta della speranza con la sua Croce, entreremo così dove contempleremo Dio”.
Francesco dedica poi una speciale celebrazione giubilare ai carcerati. A loro chiede di non perdere la speranza. “La speranza è la prova interiore della forza della misericordia di Dio, che chiede di guardare avanti e di vincere, con la fede e l’abbandono in Lui, l’attrattiva verso il male e il peccato. Non cadiamo nella tentazione di pensare di non poter essere perdonati”. Poi Francesco chiede ai governi un atto di clemenza per i detenuti meritevoli di tale provvedimento.
Un altro momento forte è il Giubileo dedicato alle persone socialmente escluse. In questa occasione il Papa si rivolge anche e soprattutto a chi si dimentica - anche volutamente - di aiutare il prossimo. “Non dobbiamo escludere dalla vita Dio e gli altri. La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile, perché l’uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio. Ed è grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi, quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali. Quanto ci fa male fingere di non accorgerci di Lazzaro che viene escluso e scartato! E’ voltare la faccia a Dio. È un sintomo di sclerosi spirituale”.
Il Giubileo si conclude con la creazione dei nuovi cardinali di Santa Romana Chiesa. Proprio oggi il Papa ha celebrato il suo terzo concistoro. Ai nuovi cardinali Francesco raccomanda quattro azioni: “amate, fate il bene, benedite e pregate” da compiere soprattutto verso i propri nemici. I nuovi cardinali provengono da tutto il mondo. Dall’Africa, all’Asia, passando per Oceania, Americhe ed Europa, a conferma della universalità della Chiesa Cattolica. Il Papa allarga lo sguardo e non dimentica nessuno.
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