Milano, 04 November, 2016 / 4:00 PM
Se si sale ad Arona, in Piemonte, è facile vedere una statua altissima, di ben 23 metri, che raffigura un uomo che non fu solo gigante nelle opere di carità ma anche nella statura fisica.
E’ noto infatti che Carlo Borromeo fosse alto. Ma i centimetri non sottolineano certamente la santità di un uomo ma ne danno efficacemente le coordinate nelle quali si muovono le sue azioni.
Carlo Borromeo (1538-1584) visse in un secolo contrassegnato da intrighi politici, grandi nobiltà di sangue ed anche carestie ed epidemie, ma ciò non turbò il suo animo né gli impedì di far del bene.
Laureato in diritto civile e canonico, sacerdote e creato cardinale nel 1561 San Carlo fu chiamato a reggere le sorti di una grande diocesi che è - tuttora - anche la più grande d’Europa: Milano.
Il santo vi entrò nel 1566 e la trasformò completamente riformando in meglio il calendario liturgico contribuendo a differenti attività di natura caritatevole e di beneficenza. Genialità di nascita? Tanta preparazione culturale? Forse tutt'e due ma crediamo di più che la sua santità fece il tutto.
In breve tempo nella sua diocesi contribuì a far crescere non soltanto i servizi sociali per i più bisognosi ma anche a far fiorire la santità, e quella vera.
Consumato dalle fatiche apostoliche e dalle incessanti penitenze che non ne nascondevano l'attività e il suo cuore che tante volte aveva pulsato per i più bisognosi si spense nel 1584 lasciando attonita la sua amata diocesi.
Ed oggi entrando nella chiesa di San Carlo al corso a Roma dietro l'altare maggiore è possibile vedere quel cuore che non batte più umanamente ma pulsa nei cuori di chi lo contempla ricordandogli che “ciò che per Cristo si fa ancor rimane…”.
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