Assisi, 04 October, 2016 / 2:24 PM
E’ il Piemonte quest’anno a donare l’olio per tenere acceso il lume dinanzi alla tomba di San Francesco e la solenne celebrazione Eucaristica per la festa del Patrono d’Italia nella Basilica di Assisi è presieduta dall’Arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia.
“Chiediamo al patrono d’Italia - ha detto nell’omelia il presule - di benedire e accompagnare la nostra società civile e le nostre Chiese locali sulla via della fede in Cristo e dell’amore alla Chiesa e ai più poveri che hanno illuminato la sua vocazione e opera, facendone il testimone privilegiato della fedeltà al Vangelo vissuto sine glossa e predicato con l’esempio della vita”.
Essere oggi ad Assisi ha aggiunto - “non è una semplice e doverosa cerimonia; ma è qualcosa di ben più profondo e decisivo, perché investe il nostro stile di vita e il nostro comune impegno nell’attuare quanto il Santo di Assisi ci ispira e ci indica con il suo esempio: essere venuti ad Assisi vuol dire impegnarci, Chiesa e società civile piemontese a guardare a Francesco come modello di uomo che ha creduto totalmente alla Parola del Vangelo, senza scartare nulla o considerarne alcune parti impossibili da vivere oggi; un modello di uomo che ha amato questo mondo come la casa comune voluta da Dio per tutte le creature inanimate e animate, ricchi e poveri, buoni o cattivi, familiari o stranieri, quali segni del suo amore di Creatore e Padre. San Francesco è un uomo che ha gioito intensamente dei doni gratuiti di Dio, pur nelle sofferenze della croce più profonda, e perciò la sua vita si è trasformata gradatamente in canto di lode e ringraziamento”.
Guardando dunque a San Francesco “siamo chiamati a dire no a un’economia dell’esclusione e della non equità, perché rende sempre più ricchi i già benestanti e sempre più poveri coloro che soffrono la mancanza di lavoro, di casa, di beni essenziali per vivere. L’idolatria del denaro e la legge della competitività e della ricerca continua dell’avere di più, tarpano le ali all’amore che costa sacrificio anche per gli altri e rendono sterili e indifferenti verso i fratelli e sorelle più poveri, verso i rifugiati e immigrati, i senza dimora, gli anziani soli e tante altre forme di ingiuste condizioni di vita.
Solo chi chiude gli occhi e il cuore e si trincera dentro il proprio mondo, difendendo i propri privilegi acquisiti, non si accorge di questi poveri Lazzaro che stanno alla sua porta. La globalizzazione dell’indifferenza rischia di aggravare ancora di più questa situazione e il peso di chi – come tanti volontari ci mostrano – si fa carico comunque di tante difficoltà di cui soffrono più o meno i territori del nostro già ricco Piemonte”.
Monsignor Nosiglia ad Assisi chiede che si rinnovi “ la volontà di rinascita anzitutto spirituale e quindi anche sociale del nostro territorio. Lo possiamo non solo sperare, ma attuare, se saremo una cosa sola, superando quelle chiusure di ciascuno dentro la propria cerchia di riferimento, sia essa politica, economica, finanziaria, religiosa o sociale”.
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