Rimini, 25 August, 2016 / 5:00 PM
Anche Ján Figel, inviato speciale della Commissione Europea per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Unione Europea, visita l’esposizione di Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla persecuzione anticristiana al Meeting di Rimini.
Aiuto alla Chiesa che Soffre collabora da alcuni anni con le istituzioni europee per la denuncia delle persecuzioni anticristiane e delle violazioni alla libertà religiosa, organizzando frequentemente incontri - a Roma e a Bruxelles - tra rappresentanti dell’Ue o membri europei del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e testimoni della Chiesa perseguitata provenienti da paesi quali Siria, Iraq, Pakistan e Nigeria.
"Senza libertà religiosa non avremo neanche libertà politica e civile" ha affermato Figel visitando l’esposizione di ACS, per poi notare come il "problema del XXI secolo sia rappresentato dall’indifferenza e dalla paura crescenti. L’indifferenza e la paura sono complici del male. Il modo più efficace per dominare i popoli è utilizzare indifferenza e paura. Non dobbiamo avere paura, dobbiamo avere coraggio e alzare la voce per garantire la libertà religiosa nel mondo. La libertà religiosa è infatti la cartina di tornasole del rispetto di ogni altro diritto umano".
L’inviato dell’Ue per la libertà religiosa ha inoltre sostenuto la campagna lanciata dalla sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che Soffre per chiedere alle istituzioni italiane il riconoscimento del genocidio commesso dallo Stato Islamico ai danni delle minoranze religiose in Iraq e Siria. Un passo compiuto dall’Unione europea già nel febbraio scorso. L’iniziativa di ACS si è tradotta in due mozioni presentate alla Camera e al Senato da circa 100 parlamentari, la cui discussione sarà presto calendarizzata.
"100 anni fa si è verificato il primo genocidio – ha esclamato Figel di fronte ad un pannello della mostra ACS che ricorda proprio il genocidio armeno - È tempo di chiudere il secolo dei genocidi". L’inviato Ue per la libertà religiosa ha inoltre voluto firmare personalmente la cartolina della campagna ACS per il riconoscimento del genocidio, già firmata da migliaia di visitatori del Meeting.
In merito alla minaccia dell’estremismo islamico Figel ha infine affermato che "l’ISIS diffonde tramite i media la paura e l’ideologia, trasmettendo immagini di uccisioni. Loro non si nascondono, non occultano i loro crimini, ma li pubblicano online. Dobbiamo avere la buona volontà per agire. Ora è il tempo dell’azione".
In questa settimana riminese la rassegna della Fondazione pontificia è stata visitata da circa quindicimila persone che oltre ad una mostra fotografica hanno potuto attraversare il percorso esperienziale composto da un tunnel in cui si ricordano i “martiri” cristiani e da un’ultima sala in cui sono state messe in scena tre recenti stragi – Dacca, Garissa e Lahore – affiancate da progetti concreti di ACS che rappresentano una «risposta concreta all’orrore». Tratto distintivo dell’esposizione della fondazione pontificia: i diversi testimoni – provenienti da Siria, Iraq, Pakistan, Ucraina, Repubblica Centrafricana, Colombia e Terra Santa – che durante tutte le ore di apertura del Meeting hanno condiviso le loro testimonianze e risposto alle domande dei visitatori.
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