Cracovia, 31 July, 2016 / 11:31 PM
Sul volo di ritorno dalla Polonia Papa Francesco ha incontrato come di consueto i giornalisti ammessi al volo papale. Giornata Mondiale della Gioventù, Turchia, terrorismo, Islam i temi principali che il Pontefice ha affrontato nella conferenza stampa.
Il Papa risponde subito ai giornalisti polacchi. Si parla di Cracovia e dei giovani: "Cracovia - ha esordito Francesco - è tanto bella, i poalcchi sono entusiasti... stasera anche con la pioggia. Io conoscevo i polacchi anche quando ero bambino... erano persone buone e ho ritrovato questa bontà. A me piace parlare con i giovani e mi piace sentirli: mi mettono sempre in difficoltà perchè mi dicono cose che non ho pensato o che ho pensato a metà. I giovani sono inquieti, creativi e da lì prendo quel linguaggio e tante volte devo chiedere che significa questo? E loro me lo spiegano. a me piace parlare con loro: il nostro futuro sono loro e dobbiamo dialogarci. E' importante il dialogo tra passato e futuro e per questo sottolineo tanto il dialogo tra i giovani e i nonni per dare anche la nostra esperienza affinchè sentano il passato, la storia, così da riprenderla e la portino avanti con il coraggio del presente. Non mi piace quando sento dire che i giovani dicono stupidaggini... ma anche noi ne diciamo tante. I giovani dicono stupidaggini e dicono cose buone come tutti, ma sentirli, parlarci perchè noi dobbiamo imparare da loro e loro da noi. Così si fa la storia, cosi cresce, senza chiusure e censure. E' cosi che imparo queste parole".
Francesco risponde poi al quesito circa il fallito golpe in Turchia. Il Papa ammette di non aver ancora ben chiara la situazione e invita alla prudenza: "Quando io ho dovuto dire qualcosa che non piaceva alla Turchia l'ho detto con le conseguenze che conoscete. Non ho parlato perchè non sono sicuro con le informazioni che ho ricevuto cosa succede li. Ascolto la Segreteria di Stato, anche qualche analista politico... Sto studiando la situazione e la cosa ancora non è chiara. Si deve eviatre il male ai cattolici, ma non al prezzo della verità. C'è la virtù della prudenza, si deve dire questo ma nel mio caso siete testimoni che quando ho dovuto dire qualcosa sulla Turchia, io l'ho detto".
Non manca una domanda sulle nuove accuse contro il Cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l'Economia. E anche in questo caso il Pontefice vuole aspettare che la giustizia faccia il suo corso prima di prendere decisioni. "Le prime notizie arrivate - spiega - erano confuse. Erano notizie da 40 anni indietro che neppure la polizia ha fatto caso in un primo momento. Una cosa confusa. Poi, tutte le denunce sono state inviate alla giustizia. In questo momento, sono nelle mani della giustizia. E non si deve giudicare prima che la giustizia giudichi, eh. Se io dicessi un giudizio a favore contro del Cardinale Pell, non sarebbe buono perché giudico prima. C'è' il dubbio e c'e' quel principio di diritto chiaro. In dubbio, pro reo, no? Ma, dobbiamo aspettare la giustizia e non fare noi un giudizio prima, un giudizio mediatico, perché questo non aiuta. Il giudizio delle chiacchiere e poi non si sa come risulterà ma stare attenti a quello che deciderà la giustizia. Una volta che la giustizia parla, parlerò io".
Francesco scherza poi sulla sua caduta a Cracovia e poi risponde ad un'eventuale mediazione circa la crisi venezuelana: "La caduta... io guardavo alla madonna e mi sono dimenticato dello scalino. Ero col turibilo in mano. Ero li e quando sentivo che cadevo mi sono lasciato cadere e questo mi a salvato perché se io avesse fatto resistenza avrei avuto conseguenze, niente, sto benissimo. Con il Venuzuela io ho avuto due anni fa un incontro col Presidente Maduro molto molto positivo poi lui ha chiesto udienza l'anno scorso. Fu una domenica. Il giorno dopo dell'arrivo da Sarajevo ma poi lui ha cancellato quello perché era malato di otite e non poteva venire e poi dopo questo ho lasciato passare un tempo e l'ho scritto una lettera a lui. Poi, sono stati contatti … tu hai menzionato uno… su un eventuale incontro. Si… con le condizioni che si fanno in questo caso. E, si pensa in questo momento… non sono sicuro, non posso assicurarlo questo, eh… Chiaro? Non sono sicuro, ma credo nel gruppo della mediazione, qualcuno e non so se il governo anche ma non sono sicuro vuole un rappresentante dalla Santa Sede. Questo fino al momento in cui sono uscito da Roma. Ma le cose sono li. Nel gruppo li c'e' Zapatero della Spagna, Torrijo e un altro, tre, e un quarto che si diceva dalla Santa Sede… ma di questo non sono sicuro".
Infine non manca una domanda sull'uccisione di Padre Jacques Hamel in Francia. Ma il Papa rifiuta di associare a tutto l'Islam l'etichetta del terrorismo. "A me - chiarisce Papa Francesco - non piace parlare di violenza islamica perchè tutti i giorni quando leggo i giornali vedo violenze qui in Italia: uno che uccide la fidanzata, uno la suocera... questi sono cattolici battezzati! Violenti cattolici. Se io parlo di violenza islamica devo parlare di violena cattolica e non tutti gli islamici sono violenti e non tutti i cattolici sono violenti. Come la macedonia... c'è di tutto, ci sono violenti di tutte le religioni. Una cosa è vera. Credo che in quasi tutte le religioni c'è un piccolo gruppetto fondamentalista. Noi ne abbiamo. Quando il fondamentalismo arriva a uccidere si può uccidere con lingua: lo dice l'Apostolo Giacomo, non io. E anche col coltello. E non è giusto identificare l'Islam con la violenza. Non è giusto e non è vero. Ho avuto un lungo dialogo con l'Imam di Al Azahr e sono come la pensano: cercano la pace, l'incontro. Il Nunzio di un paese africano mi diceva che nella capitale dove risiede c'è una coda di gente alla Porta Santa e alcuni si avvicinano ai confessionali e pregano all'altare della Madonna: sono musulmani, sono fratelli che vogliono fare il Giubileo. Quando sono stato in Centrafrica sono andato da loro e anche l'Imam è salito sulla papamobile e si può convivere bene ma ci sono gruppetti fondamentalisti e anche mi chiedo quanti giovani che noi europei abbiamo lasciato senza ideali, lavoro e vanno sulla droga e sull'alcol o vanno li e si arruolano in gruppi fondamentalisti. Possiamo dire che il cosidetto ISIS è uno Stato islamico che si presenta come violento che ci fa vedere le sue carte di identità ci fa vedere come sulla costa libica sgozzavano gli egiziani... Ma quetso è un gruppetto fondamentalista che si chiama ISIS. Ma non si può dire, non è vero e non è giusto che l'Islam sia terrorista. Il terrorismo è ovunque: si pensi al terrorismo tribale di alcuni paesi africani. E' terrorismo, è anche ma non so se dirlo perchè è pericoloso... Il terrorismo cresce quando non c'è un'altra opzione e mentre al centro dell'economia c'è il dio denaro e non la persona, l'uomo e la donna questo è già il primo terrorismo, hai cacciato via la meraviglia del creato, l'uomo e la donna, e hai messo li il denaro. Questo è un terrorismo di base contro tutta l'umanità. Pensiamoci".
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