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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco ai giovani: “Non abbiate paura. Dio è grande, Dio è buono”

Alcuni momenti della serata di Papa Francesco, la prima sera di GMG

Si affaccia per la prima volta dalla finestra della Curia Arcivescovile da cui si affacciava sempre Giovanni Paolo II, e racconta la triste storia di un volontario della Gmg che non è riuscito a coronare il suo sogno di esserci. E prima risponde alle domande dei giovani italiani, in diretta video dalla festa degli italiani a Lagelnicki, raccogliendo storie altrettanto tristi. Ma Papa Francesco ne è convinto, ed esorta tutti: “Non abbiate paura! Dio è grande, Dio e buono!”. E invita tutti a fare “chiasso tutta la notte” per testimoniare la gioia di Dio.

È il primo di tre appuntamenti fissi con le persone che si raccolgono di fronte alla Curia arcivescovile sin dal mattino. Controlli strettissimi, eppure una grande folla, in attesa di vedere il Papa. E il Papa appare, intorno alle 21 e 15, dopo aver risposto alle domande dei giovani italiani. E subito esordisce chiedendo silenzio, e leggendo compunto la storia di un giovane, Maciej Cesla, che aveva lasciato il lavoro per fare il volontario alla Giornata Mondiale della Gioventù. Aveva studiato disegno grafico, ha fatto tutti i disegni dei santi patroni, ha ritrovato la fede. Ma gli è stato diagnosticato un tumore. Gli hanno amputato la gamba. Non è servito. “Lui – dice il Papa – voleva tanto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, e aveva anche un posto prenotato nel tram dove avrebbe viaggiato il Papa. Ma è morto il 2 luglio”.

Il Papa invita tutti a pregare in silenzio, e sottolinea: “Dobbiamo abituarci alle cose buone e alle cose brutte. La vita è così, cari giovani. Ma c’è una cosa della quale noi non possiamo dubitare: la fede di questo ragazzo, di questo nostro amico, che ha lavorato tanto per questa GMG è con tutti noi.” Papa Francesco quindi invita a ringraziare “il Signore perché ci dà questi esempi di coraggio, di giovani coraggiosi che ci aiutano ad andare avanti nella vita. Non avete paura, Dio è grande, Dio è buono, e tutti noi abbiamo qualcosa di buono”.

Alla festa degli italiani, che si tiene nello spiazzale di Lagelnicki da cui una statua di Giovanni Paolo II guarda l’orizzonte, il Papa risponde a tre domande. Situazioni tragiche: una ragazza scioccata per la morte del suo amico macchinista nell’incidente dei treni in Puglia, un’altra che ha tentato il suicidio perché presa in giro dagli amici e poi ha capito che la sua vita valeva di più, ma non sa come perdonare; e un ragazzo in rappresentanza di un gruppo di Verona, costretto a tornare indietro dal loro pellegrinaggio durante la tappa a Monaco a causa dei tragici fatti avvenuti in città e poi tornati indietro per poter vivere la Gmg.

Alla prima, il Papa ricorda: “Hai subito uno shock che non ti lascia star bene ti famale, ma questo shock ti dà anche l’opportunità di superare te stessa, di andare oltre e come sempre nella vita succede quando noi siamo stati feriti restano i lividi… la vita è piena di cicatrici”. Papa Francesco chiede di “portare avanti le cose belle e le cose brutte nella vita”, mette in luce che ci sono tanti giovani come voi “incapaci di portare avanti la propria vita con la gioia delle cose belle e preferiscono cadere sotto il dominio della droga e lasciarsi vincere dalla vita.”, e chiede di “non farsi vincere dalla vita”, di farlo “con coraggio, anche con dolore, e quando c’è la gioia fallo con gioia perché la gioia ti salva da una malattia brutta: di diventare nevrotica”.

Quindi, la ricerca del perdono dopo un tentato suicidio. Papa Francesco parla della crudeltà, che colpisce anche i bambini, e che è “un atteggiamento umano alla base di tutte le guerre”, perché “la crudeltà che non lascia crescere l’altro, che uccide l’altro, che uccide anche il buon nome di un’altra persona, quando uno chiacchiera contro un altro questo è crudele, perché distrugge la fama della persona.” Il Papa riprende il tema del terrorismo delle chiacchiere, perché con questo terrorismo “le persone ti rendono extracomunitario, ti portano fuori dalla comunità, non ti accolgono”. Perdonare però “è una grazia che si chiede… porgere l’altra guancia significa lasciare nelle mani del Signore la saggezza del perdono, che è una grazia”. E il Papa indica una strada: l’atteggiamento della mitezza, che non ci fa reagire agli insulti, e che “apre la strada al perdono”.

E invece ai ragazzi di Verona bloccati dagli atti di terrorismo a Monaco e poi tornati, il Papa dice: “Si deve scegliere se fare ponti o muri. I muri dividono, e quando sei diviso cresce l’odio. I ponti uniscono, e quando c’è il ponte l’odio può andare via, perché io posso sentire l’altro, parlare con l’altro”.

Papa Francesco parla della possibilità di fare “un ponte umano”, quando stringi la mano ad un amico, mentre si costruisce un muro “quando insulti un altro”. Le umiliazioni – dice Papa Francesco – avvengono quando “tendi una mano e l’altro non la prende”. Ma – incoraggia – “tu fai sempre ponti. E così è stata la vostra scelta, che siete stati fermati e poi siete tornati: avete fatto una scommessa per il ponte. Sempre c’è una difficoltà che mi impedisce qualcosa, torno indietro e vado avanti. Questo è quello che dobbiamo fare: non lasciarsi cadere per terra, non andare così… sempre cercare il modo di fare ponti”.

 

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