Roma, 30 April, 2016 / 5:00 PM
La “gemma fulgida” di Caterina da Siena è un esempio per il Giubileo della Misericordia. Perché la sua risposta allo sfacelo dei tempi non fu quella “di porsi sul piedistallo a giudicare il mondo”, ma piuttosto “di scegliere una via di penitenza evangelica e di conversione, per diventare con la sua vita un appello a tornare a Dio, ad essere Sposa di Cristo, alla pace e alla riconciliazione tra i popoli divisi dalle guerre”. Il Cardinal Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, celebra così Santa Caterina da Siena, in una Messa che si è tenuta a Santa Maria Sopra Minerva il 29 aprile.
Lì sono custodite le spoglie di Santa Caterina, patrona d’Italia, domenicana perché San Domenico stesso le apparve in sogno. Lì il Cardinal Sandri, insieme al Patriarca Younan di Antiochia dei Siri e all’arcivescovo Cyril Vasil, segretario della Congregazione.
Ricorda il Cardinal Sandri che Caterina “con la sua preghiera” è chiamata “a trafiggere le fosche nubi di tenebra che rendono difficile riconoscere come la Nazione e il Continente stiano camminando nella luce”.
“Caterina assiste ancora, come ai suoi tempi, alla litigiosità colma di sterili divisioni e fazioni, anche tra coloro che hanno responsabilità nelle sorti dei popoli, o ai persistenti episodi di corruzione, di calunnia o di violenza”. Se una volta attraversava i confini degli Stati per recarsi dal Papa ad Avignone, ore – dice il Cardinal Sandri – “vede l’Europa - essa che pure si conta tra i grandi produttori di armamenti - riempirsi di muri che ostacolano il cammino di coloro che fuggono dalla guerra e dalla miseria. Anche questo è un modo di far trionfare l’egoismo dell’individuo-Stato, anziché la collaborazione e la solidarietà tra i popoli, consentendo che si mantenga come sistema globale quanto il Santo Padre ha più volte denunciato. La comunione, la partecipazione, la solidarietà vanno protette, non la chiusura tra i popoli e le Nazioni!”
E il Cardinale chiede di supplicare e invocare la misericordia, “dal nostro cuore, a causa del nostro peccato, delle priorità del proprio tornaconto in Europa, delle sofferenze indicibili dei fratelli in Siria, Iraq, Medio Oriente, Corno d’Africa (per ridestare l’attenzione sulla loro condizione tra qualche ora la Fontana di Trevi si tingerà di rosso..), del dramma degli sfollati in Ucraina, visto il pericolo in cui è messa la pace del mondo, sgorgano lacrime di impotenza”.
Il Cardinal Sandri conclude chiedendo al Signore di asciugare le lacrime, come “anche accadrà nella Veglia presieduta dal Santo Padre il prossimo 5 maggio”.
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