Città del Vaticano , 09 April, 2016 / 12:00 AM
Come interpretare l’Amoris Laetitia? Mentre il testo dell’esortazione di Papa Francesco viene tirato da una parte e dall’altra, cercando di enfatizzare novità vere e presunte, José Granados, vicepreside dell’Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sul Matrimonio e la Famiglia e consultore della Segreteria del Sinodo dei Vescovi, dà una chiave di lettura infallibile: tutto va interpretato nella tradizione della Chiesa. Basti pensare che anche i riferimenti alla sessualità sono stati sviluppati a partire dalla Teologia di Giovanni Paolo II.
Professor Granados, in che cosa Amoris Laetitia porta un contributo originale alla vita della Chiesa?
Il documento ci fa vedere il grande slancio pastorale di Papa Francesco, ed esprime ciò che egli aveva espresso al ritorno del suo viaggio in Terra Santa: il suo desiderio di portare Cristo, il Suo progetto di amore, a tutte le famiglie, perché possano vivere la grande vita del Vangelo. Abbiamo in questo testo una rinnovata proposta di educazione in famiglia e di educazione affettivo-sessuale all’amore, così necessaria per la preparazione al matrimonio. Si riprende anche il bisogno di un accompagnamento della Chiesa alla famiglia per poter reintegrare tutti, anche quelli che sono più lontani, alla grande vocazione che Cristo ci ha insegnato. E c’è una grande insistenza a creare una cultura della famiglia, così essenziale per la transmissione del Vangelo. Questi sono solo alcuni aspetti del contributo nuovo del documento.
Quali sono i principali elementi di continuità dottrinale contenuti nella Amoris Laetitia?
Il Papa ha detto ripetutamente che non voleva cambiare nessun elemento dottrinale, e questa deve essere la chiave interpretativa del documento. Inoltre, il Papa mostra, per le tante citazioni dei documenti sinodali, che vuole proprio riproporre ciò che il Sinodo ha detto, arrichendolo con altri aspetti, come l’educazione all’amore, o il commento a 1Cor 13, che ci aiuta a vedere l’uomo alla luce dell’amore di Cristo. Penso, dunque, che tutto il documento deve essere letto in continuità dottrinale, come è proprio di ogni ermeneutica cattolica e come il Papa stesso ci ha indicato ripetute volte. Se ci fossero eventuali dubbi o paragrafi non chiari, l’interpretazione corretta è quella che legge il testo alla luce dell’insegnamento costante della Chiesa.
Nella prima parte dell'esortazione, ci sono ampie citazioni della Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo II. Perché quell'insegnamento è ancora così attuale?
È un segno di continuità grande che Papa Francesco abbia ripreso l’insegnamento di San Giovanni Paolo II, confermando la sua attualità. Lì vediamo una visione dell’uomo alla luce dell’amore di Dio in Cristo che, partendo delle esperienza originarie dell’amore creaturale, ci mostra la convenienza umana della proposta cristiana sul matrimonio e la famiglia. In particolare viene presso in considerazione il bisogno di una educazione integrale all’amore e la proposta di una visione dell’uomo che valorizza il linguaggio del corpo come linguaggio dell’amore. L’uomo non è un individuo isolato e autonomo, ma un essere relazionale, che viene da altri, appartiene ad altri e può donarsi ad altri per generare vita. È in questo cammino dell’amore, in cui si esperimenta la presenza e azione di Dio, che l’uomo può trovare la sua unica pienezza.
Viene anche valorizzata l'enciclica Humanae Vitae, anche se il testo dell'esortazione sembra voler enfatizzare un po' il primato della coscienza. In che modo l'Humanae Vitae è stata profetica? In cosa consiste l'attualità dell'Humanae Vitae?
Proprio il riferimento alle Catechesi di San Giovanni Paolo II, un testo che è indirizzato a mostrare i fondamenti antropologici e teologici di Humanae Vitae, ci indica che Amoris Laetitia vuole confermare anche l’insegnamento di Humanae Vitae e riproporre la sua attualità. Il riferimento alla coscienza precisa sempre che si tratta di una coscienza rettamente formata, e non oppone mai la coscienza alla legge morale, come se ci fosse un conflitto tra di loro. Questo è pienamente in accordo con la visione tradizionale cattolica ed ellimina qualche ambiguità che era sorta durante le discussioni sinodali su un eventuale conflitto tra coscienza e legge: si segnala così il compito di continuare a formare la coscienza perché gli uomini vedano in Humanae Vitae l’unico modo vero di vivere la sessualità nell’unione coniugale. Humanae Vitae, di cui presto celebreremo i 50 anni è un enciclica che ha risposto alla disgregazione e alla perdita di senso della sessualità cominciata dalla rivoluzione sessuale e di cui oggi vediamo i devastanti effetti. In questo senso è un enciclica con grande visione di futuro, che permette di evangelizzare l’intimità sessuale degli sposi e di riimparare il linguaggio del corpo.
Nel testo, si nota una certa tensione con l'enciclica Veritatis Splendor di San Giovanni Paolo II. Nella Veritatis Splendor viene sottolineato che ci sono norme generali che valgono in sé - ad esempio, cose come la pornografia, anche il traffico di esseri umani tanto caro a Papa Francesco, sono intrinsecamente male - mentre l'esortazione sottolinea (punti 304/305) che non ci sono norme generali che non conoscono eccezioni. Come si può superare questa tensione?
Papa Francesco ha detto chiaramente che non voleva cambiare la dottrina della Chiesa. Si deve leggere allora questo testo in continuità con Veritatis Splendor, che è una enciclica che vuole proprio insegnare la dottrina morale della Chiesa. Il Papa stesso ha sottolineato che ci sono queste norme assolute, e lo fa anche al n. 245 dell’esortazione, quando chiede di non prendere i figli in ostaggio “mai, mai, mai”. Il testo non può riferirsi neanche a norme di diritto divino ricevuta da Cristo che la Chiesa non può cambiare (come, appunto, quella indicata da Familiaris Consortio 84). Amoris Laetitia cita infatti, approvandolo, un documento del Pontificio Consiglio per i testi legislativi che chiarifica pienamente la questione. Quando parla di queste norme Amoris Laetitia si riferisce, allora, alle norme disciplinari sui sacramenti che la Chiesa può cambiare (come, per esempio, il fatto che un divorziato in nuova unione civile possa essere padrino di battesimo). Di queste norme, infatti, si parla esplicitamente al n. 299, citando il sinodo, e dicendo che occorre un discernimento. È questo discernimento che il Papa ci offre nel resto del testo, e che può farsi caso per caso, sempre che la persona stia facendo un cammino concreto di conversione e si eviti lo scandalo.
L'Esortazione contiene anche critiche all'ideologia del gender, all'aborto, e lodi per le famiglie che vogliono crescere bambini. Quanto questi temi sono fondamentali? E quanto l'insegnamento tradizionale della Chiesa ha colto nel segno?
I temi di cui lei parla sono essenziali per poter proporre una cultura della famiglia, unica in cui, inoltre, si può annunciare il Vangelo di Cristo. La fede cristiana non è una fede privata che si vive nel intimità della coscienza isolata e soggettiva, ma è una fede situata nel mondo e nella comunione tra gli uomini, dove Dio si manifesta e ci apre un camino di pienezza verso di lui. In questo senso la fede sempre crea intorno a sé una cultura di pienezza umana. Nel nostro tempo, di crisi proprio di umanità e di rapporti, la Chiesa è chiamata ad offrire, attraverso il Vangelo della famiglia, una visione relazionale della persona, aiutando agli uomini a trovare, nell’amore pieno di Cristo, la via per la loro pienezza.
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