Roma, 16 November, 2024 / 12:30 AM
A partire dalla fine di gennaio 2025, l’Anglican Center, la liaison della Comunione Anglicana presso la Santa Sede, avrà un nuovo direttore. Termina, infatti, il mandato dell’arcivescovo Ian Ernest, e comincerà quello del vescovo Anthony Ball, appena nominato dal consiglio dei direttori dell’Anglican Centre. La sua nomina arriva in un momento turbolento per la Chiesa di Inghilterra, che ha visto le dimissioni improvvise dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, che ha amesso una cattiva gestione di un caso di abusi. Non ci sarà dunque solo un nuovo rappresentante ecumenico, ma anche un nuovo punto di riferimento a Canterbury.
La rappresentanza ecumenica è stata stabilita per la prima volta nei mesi seguiti alla visita dell’arcivescovo Fisher a San Giovanni XXIII nel dicembre 1960. Era la prima visita in tempi moderni di un primate anglicano al Papa. La connessione con Roma, una volta stabilita, continuò con la spedizione di un rappresentante delle due sedi di Canterbury e York per seguire molto da vicino i lavori preparatori del Concilio Vaticano II.
La rappresentanza di Canterbury portò quindi alla fondazione dell’Anglican Centre a Roma, e le celebrazioni per i 50 anni sono state appunto festeggiate quest’anno. Il rappresentante di Canterbury funge anche da direttore del centro.
L’arcivescovo Ernest aveva preso la guida del centro nel 2019, dopo che il suo predecessore, l’arcivescovo Ntahotouri, aveva lasciato dopo appena due anni per una serie di accuse di abusi sessuali. Ernest ereditava un sistema oliato di incontri costanti tra l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e Papa Francesco, e relazioni molto buone che avevano portato ad aprire per la prima volta la
Royal Chapel di Londra ad una celebrazione cattolica, dato non di poco conto, se si pensa che si tratta dalla cappella che il Re Enrico VIII aveva confiscato dal Cardinale Thomas Wolsey, il quale aveva rifiutato di annullare il matrimonio del re con Caterina d’Aragona, e persino la visita di Papa Francesco alla parrocchia anglicana di Ognissanti nel 2017, la prima visita di un Papa ad una parrocchia della comunione anglicana.
In questi quattro anni di mandato, caratterizzati anche dall’immobilismo dovuto ai due anni di pandemia, l’arcivescovo Ernest ha comunque potuto sviluppare ulteriormente le relazioni, fino al “viaggio ecumenico” che ha visto Papa Francesco, l’arcivescovo di Canterbury e il Moderatore della Chiesa di Scozia insieme in Sud Sudan, dopo che, per Pasqua 2019, i tre avevano anche inviato una lettera aperta al Sud Sudan e dopo che comunque avevano promosso e partecipato insieme al ritiro per la pace in Vaticano.
Insomma, c’è un fiorire di relazioni ecumeniche che vengono lasciate in eredità al vescovo Ball. Questi è attualmente canonico e arcidecano presso l’Abbazia di Westminster, ed è vescovo della Diocesi di Nord Africa in provincia di Alessandria, mentre precedentemente aveva servito come vescovo assistente nella diocesi di Egitto.
Nel suo ruolo nell’abbazia di Westminster, Ball ha gestito l’ospitalità e accolto visitatori e pellegrini. Ha avuto responsabilità per la cura pastorale ed è stato anche persona di riferimento per le relazioni interreligiose dell’abbazia.
Ha avuto diversi ruoli nei settori della Carità e dell’Educazione, avendo anche servito come presidente del Comitato di garanzia della charity di sviluppo cristiana “Embrace the Middle East” (Abbraccia il Medio Oriente).
Proviene dal Sudafrica, è stato un diplomatico con incarichi in Medio Oriente e Spagna, e durante quel periodo è stato ordinato sacerdote. Ha rappresentato l’arcivescovo di Canterbury davanti ai capi delle Chiese Ortodosse in Siria e Libano durante il periodo in cui era assegnato alla Ambasciata del Regno Unito a Damasco.
Ha poi lavorato con il predecessore di Welby, l’arcivescovo Rowan Williams, con il compito di consulente su comunione anglicana e relazioni ecumeniche, interreligiose e internazionali.
Commentando la nomina, Ball ha detto di “non vedere l’ora di sviluppare ulteriormente le connessioni e la collaborazione con istituzioni, organizzazioni e tutti quelli, nella nostra comunione e oltre, che si impegnano nell’educazione, il pellegrinaggio e gli incontri e nell’approfondire la comprensione mutua”.
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