La Habana, 13 February, 2016 / 3:40 PM
Quando si parla di Chiesa Ortodossa è bene fare una doverosa precisazione: si parla di un insieme di Chiese nazionali autonome con a capo un Patriarca. Per questo sono dette autocefale, ovvero ogni chiesa ha un proprio singolo capo. L’insieme delle Chiese Ortodosse riconosce un primato d’onore al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, una sorta di primus inter pares.
Fatta questa precisazione, abbiamo tutti ancora negli occhi lo storico abbraccio di ieri a Cuba tra Papa Francesco ed il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. L’ultimo Patriarca ortodosso che ancora non aveva abbracciato il Successore di Pietro.
Il percorso ecumenico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse è ripreso con forza all’indomani del Concilio Ecumenico Vaticano II. A spingere sull’acceleratore fu il Beato Paolo VI che a Gerusalemme – nel 1964 – abbracciò il Patriarca di Costantinopoli Atenagora: un incontro suggellato dalla remissione reciproca delle scomuniche del 1054, l’anno dello Scisma d’Oriente.
I successori di Paolo VI hanno confermato lo sforzo sulla via ecumenica. Giovanni Paolo II nel suo lungo pontificato detiene un vero e proprio record. Gli incontri, gli abbracci, le dichiarazioni comuni con i fratelli Patriarchi: Teoctist di Romania, Christodoulos di Atene e di tutta la Grecia, Maxim di Bulgaria.
Tra Giovanni Paolo II e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I si era creata una vera e propria amicizia, un rapporto che è continuato con Benedetto XVI. La visita del Papa Emerito al Fanar di Istanbul e quelle di Bartolomeo a Roma ne sono la conferma. Come lo storico invito che Papa Benedetto formulò al Patriarca di Costantinopoli: presenziare ed intervenire al Sinodo dei Vescovi della Chiesa Cattolica. Invito accolto nell’ottobre 2008.
Francesco non si è tirato indietro. Tutt’altro. Con Bartolomeo il feeling si è instaurato da subito, come conferma la presenza del Patriarca alla messa di inizio pontificato di Jorge Mario Bergoglio che tra i suoi primi viaggi apostolici non ha mancato di recarsi al Fanar.
Il cerchio si è chiuso ieri, all’aeroporto di Cuba. Kirill è stato l’ultimo grande Patriarca di una Chiesa ortodossa ad abbracciare il successore di Pietro. Un grande passo. Sulle questioni teologiche la distanza resta immutata, ma l’impegno sulla via dell’ecumenismo sangue si rinvigorisce grazie a quell’abbraccio tra due vescovi che non c’era mai stato dal 1589, dalla fondazione del Patriarcato ortodosso di Mosca
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