Roma, 24 September, 2024 / 6:00 PM
“Il fronte nord è sempre stato caldo, ma in questa forma si ritorna indietro fino al 2006, quando c’era stato l’ingresso dell’esercito israeliano in Libano. È molto difficile capire quali siano le intenzioni reali degli uni e degli altri: ci sono scambi di accuse, molti annunci. Ma è un dato di fatto che vi sia, da parte di entrambi e in maniera diversa, l’intenzione di arrivare a dare una sorta di lezione all’altro, in modo da calmare le popolazioni”. Sono le parole, amare, pronunciate ieri dal Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, intervenuto alla tavola rotonda “La pace è possibile? La crisi del Medio Oriente”, organizzata nell’ambito della festa di San Pio da Pietrelcina presso il Santuario romano di San Salvatore in Lauro.
Secondo il Cardinale Pizzaballa, riferendosi anche alla situazione nella Striscia di Gaza, “siamo ancora nella fase di punta del conflitto, ma abbiamo bisogno di ripensare linguaggio, criteri e prospettive. Al momento in Israele si vuole vincere e la pace al momento non è la vittoria. Questo è uno dei grandi equivoci e non solo in Terra Santa. Le istituzioni in questo momento sono paralizzate e la diplomazia non è in grado di influire in maniera determinante sul conflitto. Tuttavia, la società non è composta solo dalle istituzioni, ma anche da altre realtà. Se ho imparato qualcosa in questo anno è che la pace la devi preparare. Essa è frutto di cultura e devi prepararla nelle scuole, dal basso, creando le occasioni che possono ricostruire poco alla volta la fiducia”.
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