La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso di stanziare 1 milione di euro dai fondi dell’8xmille per far fronte alle necessità della popolazione del Libano.
La situazione di guerra in Libano mette a rischio la presenza dei Patriarchi cattolici orientali del Libano alla seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità in Vaticano.
“Il fronte nord è sempre stato caldo, ma in questa forma si ritorna indietro fino al 2006, quando c’era stato l’ingresso dell’esercito israeliano in Libano. È molto difficile capire quali siano le intenzioni reali degli uni e degli altri: ci sono scambi di accuse, molti annunci. Ma è un dato di fatto che vi sia, da parte di entrambi e in maniera diversa, l’intenzione di arrivare a dare una sorta di lezione all’altro, in modo da calmare le popolazioni”. Sono le parole, amare, pronunciate ieri dal Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, intervenuto alla tavola rotonda “La pace è possibile? La crisi del Medio Oriente”, organizzata nell’ambito della festa di San Pio da Pietrelcina presso il Santuario romano di San Salvatore in Lauro.
Questa mattina, Papa Francesco, nel Palazzo Apostolico ha ricevuto in udienza i familiari delle vittime dell'esplosione nel porto di Beirut, nel Libano, avvenuta quattro anni fa.
Mentre il Libano è ancora in uno stato di collasso economico e finanziario, il tasso di cambio del dollaro USA sul mercato nero oggi ha raggiunto le 100.000 lire libanesi, che è il livello più alto da ottobre 2019, quando era pari a 1.500 lire.
Una cattedra dedicata a Benedetto XVI è stata istituita dalla Notre Dame University di Louaize, in Libano, con lo scopo di approfondire l’identità cattolica dell’università e di celebrare l’identità intellettuale del Papa emerito.
Durante i saluti in lingua italiana, nell'Udienza generale odierna, il Papa ricorda il popolo libanese. "Domani ricorre il secondo anniversario dell'esplosione al porto di Beirut. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime di quel disastroso evento, e al caro popolo libanese", dice il Pontefice.
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha avviato una campagna di raccolta fondi per consentire la sopravvivenza di 61 scuole cattoliche libanesi. In particolare, saranno coperti i costi strutturali - aumentati di 15 volte negli ultimi due anni -, saranno assegnate borse di studio agli studenti più poveri e meritevoli e saranno sostenuti 1.280 insegnanti i quali, con stipendi del valore di circa 50 dollari, non riescono più a mantenere le proprie famiglie. Le strutture sono situate in aree periferiche o rurali e sono affidate a ordini religiosi femminili, tra i quali le suore di Santa Teresa del Bambin Gesù, le Suore Antonine, le suore della Santa Famiglia, le Figlie della Carità e le Suore dell’Immacolata Concezione d’Ivrea.
Con il cuore pieno di speranza, il Libano ha celebrato, nella piazza del Convento della Croce a Jal el Dib Bkennaya Libano, la beatificazione di due martiri cappuccini: Leonard Owais Melki e Thomas Saleh. Ha presieduto
L'Ordine di Malta in Libano inaugura nuovo Centro di assistenza medica vicino a Beirut in un clima di unità nazionale.
Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica del Libano, Michel Aoun, il quale si è successivamente incontrato con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Il colloquio privato tra i due è durato circa 25 minuti.
Il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ricorda l'interesse di Papa Francesco per il Libano esortando i fedeli a pregare e sperare per una visita del Pontefice in Libano quanto prima. L'invito del Cardinale è stato rivolto ai fedeli durante la celebrazione eucaristica nella solennità di San Maroun, patrono e fondatore della chiesa Maronita.
Padre Nicolas Kluiters era in Libano come missionario, in quel Libano colpito dal conflitto negli anni Ottanta del secolo scorso. E di quel conflitto fu vittima. Il 14 marzo 1985, mentre percorreva una strada della Békaa, fu sequestrato, torturato e ucciso. Un martire moderno, di cui, lo scorso 22 gennaio, si è aperto il processo di beatificazione a Beirut, con una celebrazione presieduta da monsignor César Essayan, vicario apostolico di Beirut per i Latini.
Siamo ormai abituati alle storie di rifugiati, ma ogni storia è una vita che coinvolge tante vite e del resto come dice spesso Papa Francesco, anche Gesù e la sua famiglia sono stati dei rifugiati.
Una udienza di circa venti minuti. Ma, soprattutto, un piccolo discorso del Papa, un fuori programma al termine dello scambio dei doni. Così, Papa Francesco si rivolge al primo ministro del Libano Najib Mikatti e al suo seguito, e sottolinea che il “Libano è un paese, un messaggio, e anche una promessa, per cui lottare”, ricorda che il Libano ha passato momenti brutti e difficili, e ha assicurato la sua preghiera, la sua vicinanza e il suo lavoro, perché prenda corpo uno sforzo comune per aiutare il Libano a rialzarsi. E poi, ha ricordato il brano del Vangelo in cui Gesù si reca a casa di Giairo e, prendendo la figlia defunta per mano, le dice “Alzati!”, e ha aggiunto:
"E' importante aiutare gli abitanti del Paese in cui vivono – quest'anno il Libano – affinché non debbano andarsene" ah detto Mons. Miziński Segretario Generale della Conferenza Episcopale Polacca, durante la conferenza stampa di presentazione della XIII Giornata di Solidarietà con la Chiesa Perseguitata dal titolo "Solidarietà con il Libano", che si celebra in Polonia domenica 14 novembre.
“A San Giovanni XXIII, che come Legato Papale incoronò il simulacro della Vergine Maria ad Harissa, eleviamo una preghiera speciale, perché se si spengono le luci umane sull’amato Libano, cresca la fiamma della fede e della speranza del popolo del Paese dei Cedri, e venti di pace e ricostruzione soffino anche sulla vicina Siria, che alla fine del mese avrò la gioia di visitare”.
"Ad un anno dalla terribile esplosione avvenuta nel porto di Beirut che ha provocato morte e distruzione, il mio pensiero va a quel caro paese, alle vittime, alle lore famiglie, e a quanti hanno perso la casa e il lavoro e tanti hanno perso l'illusone di vivere". Così Francesco pensa al Libano prima di congedare i fedeli dall'Udienza Generale di oggi.
Si conclude la Giornata di preghiera per il Libano voluta da Papa Francesco. Una giornata ricca di incontri, discussioni, momenti di riflessione in Vaticano. Tutto questo per concentrarsi, insieme agli altri leader religiosi, sul Libano, una terra attraversata da una grande crisi. Un popolo, quello libanese “deluso e spossato, bisognoso di certezze, di speranza, di pace”, come dice il Pontefice. Francesco chiude l'evento in Basilica con la preghiera ecumenica per la Pace e alcune sue parole di speranza e conforto.
E' stata presentata questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede la Giornata di riflessione e di preghiera per il Libano, che si terrà in Vaticano il prossimo 1° luglio con la partecipazione dei principali responsabili delle comunità cristiane presenti nel Paese.