Città del Vaticano , 09 June, 2024 / 12:14 AM
“Gesù predicava e guariva i malati con la forza dello Spirito Santo. E proprio lo Spirito lo rendeva divinamente libero, cioè capace di amare e di servire senza misura e senza condizionamenti”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
“Gesù – ha spiegato il Papa - era libero di fronte alle ricchezze, la gratuità del ministero di Gesù; era libero di fronte al potere, si è sempre messo dalla parte degli ultimi, insegnando ai suoi discepoli a fare altrettanto. Era libero di fronte alla ricerca della fama e dell’approvazione, e per questo non ha mai rinunciato a dire la verità, anche a costo di non essere compreso, di diventare impopolare, fino a morire in croce, non lasciandosi intimidire, né comprare, né corrompere da niente e da nessuno”.
“Gesù – ha sottolineato il Pontefice - era un uomo libero. E questo è importante anche per noi. Infatti, se ci facciamo condizionare dalla ricerca del piacere, del potere, dei soldi o dei consensi, diventiamo schiavi di queste cose. Se invece permettiamo all’amore gratuito di Dio di riempirci e dilatarci il cuore, e se lo lasciamo traboccare spontaneamente ridonandolo agli altri, con tutto noi stessi, senza paure, calcoli e condizionamenti, allora cresciamo nella libertà, e diffondiamo il suo buon profumo anche attorno a noi”.
“Dopo domani in Giordania si terrà una conferenza su Gaza. Incoraggio – ha detto il Papa al termine dell’Angelus – la comunità internazionale ad agire urgentemente con ogni mezzo per soccorrere la popolazione stremata dalla guerra: gli aiuti devono arrivare a chi ne ha bisogno e nessuno lo può impedire. Ieri era il decimo anniversario dell’invocazione della pace in Vaticano. Un incontro che testimonia che stringersi la mano è possibile, per fare la pace ci vuole coraggio, più che per fare la guerra. Incoraggio i negoziati in corso e auspico che la proposta di pace per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi sia accettata. Non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino che più soffre e più anela la pace”.
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