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Un servizio di EWTN News

Verso l’anniversario dell’incontro tra Papa Francesco e Kirill

Papa Francesco in videoconferenza con Kirill, 16 marzo 2024

Non c’è ancora stato un secondo incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill, e questo perché la guerra in Ucraina ha lasciato strascichi abbastanza dolorosi anche dal punto di vista delle relazioni ecumeniche. Ma, ed è questo il dato da considerare, non sembrano esserci piani nemmeno per una commemorazione congiunta, come è stato fatto dal 2017 al 2022.

Non c’è da sorprendersi.

L’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill aveva avuto luogo nell’aeroporto San Marti all’Avana il 16 febbraio 2016, Gli incontri congiunti hanno avuto luogo su temi di interesse comune. Nel 2022, per esempio, si parlò di pellegrinaggi, nella suggestiva cornice di Parigi, dove le due delegazioni poterono persino venerare la corona di spine. Nel 2021, c’era la pandemia e una certa difficoltà a muoversi, ma l’incontro si fece lo stesso online e si discusse appunto delle prospettive e le sfide che nascevano dalla pandemia. Nel 2020, tema dell’incontro fu “Santi. Semi e segni dell’unità”. Nel 2019 il tema fu la difesa della vita, nel 2018 il dibattito fu sul Medio Oriente come luogo di pratica ecumenica, nel 2017 si parlò dello stato delle relazioni ecumeniche, e venne fuori anche la questione dell’Ucraina.

Sembrava una primavera ecumenica sul fronte del dialogo Mosca – Santa Sede, con i necessari equilibri da prendere per quanto riguardava le relazioni con le altre Chiese ortodosse. La guerra in Ucraina ha, ovviamente, cambiato gli scenari.

Quando la Russia ha cominciato la sua aggressione su larga scala nei confronti dell’Ucraina, nel febbraio 2022, si parlava insistentemente di un nuovo incontro tra Papa Francesco e Kirill. Lo scenario indicato era quello del Kazakhstan, dove Papa Francesco si sarebbe recato a settembre per partecipare all’incontro dei leader religiosi mondiali, e dove sarebbe dovuto essere anche Kirill – questi poi decis di non andare.

C’era anche una possibilità ancora più suggestiva: quella di compiere l’incontro a Gerusalemme, a giugno di quell’ano, nell’ambito di un viaggio papale in Giordania.

Poi avvennero due eventi che crearono una frattura profonda.

La prima: il 16 marzo 2022, Papa Francesco e il Patriarca Kirill ebbero una videochiamata, che il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, rivelò essere stata richiesta dallo stesso patriarca di Mosca. Il 3 maggio, Papa Francesco, in una intervista al Corriere della Sera, rivelò di aver detto a Kirill che “non siamo chierici di Stato”, e che non era il chierichetto di Putin. Già in quel momento si erano sospesi i colloqui. Ma quei toni non piacquero al Patriarcato di Mosca, che parò in un comunicato diffuso già il 4 maggio di “toni sbagliati” utilizzati dal Papa.

La seconda: il 29 giugno 2022 il quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost pubblica una intervista al Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Nell’intervista, il cardinale affermava che “è una eresia che il patriarca osi legittimare la brutale e assurda guerra in Ucraina per motivi pseudoreligiosi”, e notava che in futuro, si dovrebbe discutere di più nel dialogo ecumenico il rapporto tra Chiesa e Stato, che nell’ortodossia è visto come una sinfonia tra i due.

Anche questi toni hanno irritato Mosca. All’inizio della guerra, Mosca già non partecipava più ai tavoli teologici congiunti cattolico-ortodossi in protesta con il riconoscimento, da parte di Costantinopoli, della Chiesa Ortodossa Ucraina autocefala. Il dialogo, però, era costante. Ora, sembra che il Patriarcato di Mosca non ricerchi più un dialogo, ma che piuttosto intenda andare avanti per la sua strada.

Così, l’ultima volta che è stato a Roma, il metropolita Antonij, a capo del Dipartimento di Relazioni Estere del Patriarcato di Mosca, ha incontrato il Papa durante una udienza generale, ma non ha avuto il consueto incontro nel dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

“Il Papa – aveva detto Antonij - è sempre molto cordiale, ha trasmesso i suoi saluti al Patriarca Kirill, abbiamo parlato della presenza della Chiesa ortodossa russa in Kazakhstan molto numerosa”.

Al termine di quindici minuti di dialogo, Antonij sottolineava che “c’è la possibilità di un incontro tra il Papa e il Patriarca, ma questo incontro deve essere ben preparato, dobbiamo vedere dove, quando e la cosa più importante è avere qualcosa alla fine, qualche appello nel senso di quello che abbiamo fatto all’Avana”. Quel documento, aggiunge, è stato “molto importante, ogni anno abbiamo avuto incontri per festeggiare l’incontro dell’Avana e per riflettere su questo documento”.

Per questo, una commemorazione dell’incontro dell’Avana sembra ora fuori luogo. Ci saranno occasioni di riapriri i fili del dialogo.

 

 

 

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