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Papa Francesco: "Dal Cielo Benedetto XVI ci benedica e ci accompagni"

Gesù, Maria e Giuseppe arrivano al Tempio di Gerusalemme “nella povertà e ripartono con un carico di sofferenza. Ciò desta sorpresa: ma come, la Famiglia di Gesù, l’unica famiglia della storia che può vantare in sé stessa la presenza di Dio in carne e ossa, anziché essere ricca è povera! Anziché essere agevolata, sembra ostacolata! Anziché essere priva di fatiche, è immersa in grandi dolori”. Lo ha detto il Papa, stamane, in occasione dell’Angelus nella Festa della Santa Famiglia.

Gesù – ha sottolineato Francesco – “ha vissuto in famiglia; lì ha trascorso la maggior parte del suo tempo, crescendo, imparando, in una vita fatta di quotidianità, nascondimento e silenzio”.

Gesù – ha detto ancora il Pontefice – “non ha evitato le difficoltà, anzi, scegliendo una famiglia esperta nel soffrire, dice alle nostre famiglie: se vi trovate in difficoltà, so bene che cosa provate, l’ho vissuto: io, mia madre e mio padre l’abbiamo provato per dire anche alla vostra famiglia: non siete soli”.

Giuseppe e Maria si stupiscono di ciò che si diceva su Gesù, e il Papa ha ricordato che “la capacità di stupore è un segreto per andare avanti bene in famiglia. Non abituarsi alla ordinarietà della cose. Sapersi stupire anzitutto di Dio che ci accompagna.  Stupirsi del proprio coniuge prendendolo per mano, guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante con tenerezza. Lo stupore ti porta alla tenerezza, è bella la tenerezza del matrimonio e poi stupirsi nel miracolo della vita dei figli trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli. Stupirsi della saggezza dei nonni, sono fonte di saggezza. Stupirsi della propria storia di amore”.

“Purtroppo – ha detto Francesco al termine dell’Angelus - la celebrazione del Natale in Nigeria è stata segnata da gravi violenze con molte vittime. Prego per loro, le loro famiglie. Che Dio liberi la Nigeria da questi orrori e prego anche per quanti hanno ha perse la vita nell'esplosione di un camion cisterna in Liberia. Continuiamo a pregare per i popoli che soffrono a causa delle guerre, il martoriato popolo ucraino, i popoli palestinese, israeliano, sudanese e tanti altri. Al termine di un anno si abbia coraggio di chiedersi quante vite umane sono state spezzate dai conflitti armati, quanti morti, quante distruzioni, quanta sofferenza, quanta povertà”.

Un anno fa – ha aggiunto - Papa Benedetto XVI concludeva il suo cammino terreno dopo aver servito con amore e sapienza la chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal cielo ci benedica e ci accompagni”.

“Rivolgo – ha concluso il Papa - un saluto speciale alle famiglie qui presenti e a quelle collegate mediante la televisione e gli altri mezzi di comunicazione: non dimentichiamo che la famiglia è la cellula fondamentale della società, bisogna sempre difenderla e sostenerla”.

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