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Il Natale di san Francesco nella storia religiosa delle Marche

Un’inedita esplorazione delle Marche francescane in chiave prettamente natalizia è il libro ‘Il Natale di Francesco’, presentato nelle scorse settimane ad Ancona, che è un viaggio culturale e spirituale, scritto da Diego Mecenero, scrittore, giornalista e teologo, e da mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo, in occasione degli 800 anni dalla prima rappresentazione del presepe vivente di san Francesco a Greccio. I due autori accompagnano i lettori alla scoperta del significato del Natale attraverso la storia, l’arte e le tradizioni religiose francescane delle Marche, partendo da Greccio: “di quella notte in cui Francesco inventò il presepe, di Assisi gemellata con Betlemme in una triangolazione con Ancona. Proprio dal capoluogo dorico, Francesco si imbarcò nel 1219 per raggiungere la terra dove Gesù nacque”.

Introducendo la presentazione del libro p. Ferdinando Campana, presidente della ‘Terra dei Fioretti’ onlus, ha illustrato la parte del volume dedicata a dieci opere natalizie francescane marchigiane: “Il soggetto della natività è rappresentato in tantissime opere d’arte presenti nelle nostre chiese e nei nostri musei. Ne abbiamo scelte dieci, in cui troviamo simboli, segni, la semplicità di Dio, la piccolezza del bambino, la Madre che lo adora, San Giuseppe, l’uomo umile che ha obbedito al Signore, i pastori che hanno accolto il messaggio degli angeli, i Magi che hanno seguito la stella”.

Mentre nell’ultima parte del libro, mons. Angelo Spina racconta la bellezza del Natale in due capolavori dell’arte presenti nel Museo diocesano di Ancona, quali l’arazzo della natività di Rubens e il sarcofago di Gorgonio del IV secolo, su cui è scolpita una tra le più antiche natività: “Queste opere d’arte ci donano un messaggio Dio si è fatto uomo, Lui è l’Emmanuele, il Dio con noi. E’ la luce che ha vinto la tenebre, il principe della pace di cui oggi abbiamo tanto bisogno… Il Bambino, nato per noi, porta il dono prezioso della pace di cui abbiamo tanto bisogno. Non abituiamoci alle guerre, tragedie per l’umanità. Nei nostri cuori, davanti al presepe che allestiamo nelle nostre case, preghiamo per la pace, facciamolo con tutta la famiglia. Lavoriamo per la pace”.

L’acquisto del libro supporta l’Associazione Opere Caritative Francescane e costituisce un’opportunità per arricchire la propria conoscenza del territorio in modalità del tutto nuova: il libro è caratterizzato anche da un apparato multimediale integrato tramite QRcode, con video di approfondimento a cura di mons. Angelo Spina, p. Ferdinando Campana e del giornalista Claudio Sargenti.

Da Diego Mecenero ci siamo fatti raccontare il Natale di san Francesco: “Il Natale era un evento di grande importanza per San Francesco. Le Fonti Francescane riportano che egli celebrava il Natale del Bambino Gesù con ‘ineffabile premura’, chiamandolo la ‘festa delle feste’. Questo si differenzia dalla comune importanza e precedenza che si dà alla Pasqua nella tradizione cristiana, poiché per Francesco, l’incarnazione di Dio, il suo farsi uomo, è il primo atto della salvezza nel piano della Provvidenza divina. La sua predilezione per il Natale era quindi profondamente spirituale e teologica, evidenziando la sua convinzione che la salvezza iniziava con l'incarnazione di Gesù, non solo con la sua passione e risurrezione. A conferma di questo abbiamo fatti davvero particolari, come ad esempio il suo ‘ordine’ ai frati che nel giorno di Natale si spalmasse carne sui muri perché perfino loro festeggiassero mangiando a festa”.

Perché racconta il Natale francescano in chiave marchigiana?

“La narrazione del Natale francescano in chiave marchigiana è sottolineata nel testo pubblicato per mostrare l’importante legame e presenza che san Francesco d’Assisi ha avuto nelle Marche, realtà ancora davvero poco conosciuta. Inizia in questo periodo una serie di anni segnati da ricorrenze francescane mondiali di 800 anni: nel 2023 abbiamo una prima ricorrenza ‘natalizia’ (800 anni dal primo presepe vivente di Greccio); è la prima ed è l’occasione di aprire quindi una finestra sull’eccellenza francescana della regione Marche, all’altezza di essere considerata alla stregua della sorella Umbria”.

Quale è il significato del presepe che volle dare il santo assisiate?

“Il significato del presepe che san Francesco volle dare è legato alla sua aspirazione di ‘vedere e toccare’ da vicino il Dio fattosi Bambino. Questo mistero dell’incarnazione lo inebriava letteralmente, fino a farlo balbettare nel pronunciare il nome del ‘Bimbo di Betlem’ e sentire sulle sua labbra il gusto del miele. La rappresentazione del presepe vivente a Greccio nel 1223 fu un’espressione tangibile e visibile di questa alta esperienza teologica. Il desiderio di Francesco era di fare memoria del Bambino Gesù nato a Betlemme, mostrando i disagi della sua nascita e la sua posizione in una mangiatoia, per onorare la semplicità, esaltare la povertà e lodare l’umiltà. La notte a Greccio diventò una manifestazione di gioia e devozione, trasformando il luogo in una nuova Betlemme e rinnovando tra i presenti la presenza viva di Dio nei cuori”.

Quale era il legame tra il santo assisiate e le Marche?

“Il legame tra san Francesco e le Marche era forte e personale. Francesco visitò le Marche diverse volte, con almeno sei viaggi storicamente documentati. Il suo primo viaggio missionario in assoluto fu a Fabriano nel 1208, quando l’Ordine da lui fondato era ancora in fase iniziale ed erano solo in tre compagni. Questa visita fu significativa poiché Francesco scelse Fabriano, conosciuta come ‘la Porziuncola delle Marche’, per rivedere alcuni giovani che aveva incontrato durante la sua prigionia a seguito di una battaglia tra Assisi e Perugia.

Questa scelta riflette l’interesse di Francesco per questa terra. Le Marche sono la terra dei ‘Fioretti di San Francesco’ (il libro francescano più letto al mondo, scritto da un francescano marchigiano) e sono il luogo di nascita di tutte le grandi riforme francescane, dagli osservanti ai cappuccini. Il francescanesimo ha avuto cioè un eccezionale sviluppo nelle Marche, con la presenza da record mondiale santi e beati francescani e una forte presenza nell’Ordine: su quattro papi francescani nella storia della Chiesa tre sono marchigiani e ancora tre sono i ministri generali marchigiani, successori di san Francesco nei primi decenni di vita dell’Ordine.

Fra Pacifico di Sanseverino Marche è colui che ha musicato il ‘Cantico di Frate Sole’ di san Francesco, proprio per suo diretto incarico. I francescani marchigiani sono gli inventori dei Mondi di Pietà, la più solidale ed innovativa intuizione economica europea. Ecco, giusto per dire solo alcuni ‘titoli di testa’ che le Marche francescane stanno iniziando a raccontare”.

Quali sono le opere natalizie francescane? 

“Nel libro sono presentate dieci opere d’arte particolari per tre motivi: 1) sono a tema natalizio; 2) sono presenti nelle Marche; 3) in esse vi è raffigurato san Francesco d’Assisi. Con questa scelta si intende prendere per mano il lettore e farlo entrare nelle dimensioni più profonde e spirituali del Natale, con la delicata potenza dell’arte. Per ogni opera è presentato Francesco in diversi ruoli e accezioni, Francesco ‘rivelante’, ‘poverello’, ‘minore’, ‘adorante’, ‘tenero’, ‘padre’, ‘evangelico’, ‘modello’, ‘viandante’, ‘invisibile’. Gli artisti spaziano dal grande Tiziano, a Rubens, fino a Francesco Pagani, il Maestro di Staffolo, Andrea Boscoli, Giovanni Anastasi, Pierpaolo Agabiti e Mattia Della Robbia”.

Cosa racconta ‘Il sentiero francescano’?

“Il Sentiero Francescano è una rivista scientifica gratuita di francescanesimo umbro-marchigiano (www.sentierofrancescano.it), fondata da me. Esiste da tredici anni e tratta di quanto permea di francescanesimo il territorio, la storia, le tradizioni, l’arte e i personaggi del passato o del presente delle due regioni”.

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