Città del Vaticano , 14 December, 2023 / 11:56 AM
Può la intelligenza artificiale portare la pace? Si secondo Papa Francesco che a questo tema dedica il Messaggio per la Giornata della Pace del 1 gennaio 2024.
Intelligenza e scienza sono dono di Dio e, scrive il Papa “Giustamente ci rallegriamo e siamo riconoscenti per le straordinarie conquiste della scienza e della tecnologia, grazie alle quali si è posto rimedio a innumerevoli mali che affliggevano la vita umana e causavano grandi sofferenze. Allo stesso tempo, i progressi tecnico-scientifici, rendendo possibile l’esercizio di un controllo finora inedito sulla realtà, stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali possono rappresentare un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune”.
Il digitale sta cambiando il mondo, osserva Francesco e non in modo neutrale ma soggetto alle influenze culturali.
E se di “intelligenza artificiale” non esiste ancora una definizione “univoca nel mondo della scienza e della tecnologia. Il termine stesso, ormai entrato nel linguaggio comune, abbraccia una varietà di scienze, teorie e tecniche volte a far sì che le macchine riproducano o imitino, nel loro funzionamento, le capacità cognitive degli esseri umani”.
Un galassia di realtà che richiede attenzione alla dignità umana, soprattutto nei “cambiamenti nel tessuto delle società” con grandi influenza culturali.
Per il Papa ovviamente l’uomo è superiore ad ogni tecnologia perché la crea e “non tutto può essere pronosticato, non tutto può essere calcolato; alla fine «la realtà è superiore all’idea»[9] e, per quanto prodigiosa possa essere la nostra capacità di calcolo, ci sarà sempre un residuo inaccessibile che sfugge a qualsiasi tentativo di misurazione”.
C’è poi il rischio di oltrepassare il senso del limite. “L’essere umano, infatti, mortale per definizione, pensando di travalicare ogni limite in virtù della tecnica, rischia, nell’ossessione di voler controllare tutto, di perdere il controllo su sé stesso; nella ricerca di una libertà assoluta, di cadere nella spirale di una dittatura tecnologica. Riconoscere e accettare il proprio limite di creatura è per l’uomo condizione indispensabile per conseguire, o meglio, accogliere in dono la pienezza”.
Se la vita dell’uomo diventa determinata da una macchina c’è rischio di “manipolazione o di controllo sociale” e servono quindi delle “supervisione accurate” per evitar “graduatorie degli individui”. E tanto più grave la situazione se si parla di guerra, se la decisione non passa per letica dell’uomo ma per una macchina.
Le sfide son per l’educazione che “dovrebbe mirare soprattutto a promuovere il pensiero critico”. E nel diritto il Papa chiede che si “regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme”.
Serve identificare i valori umani “che dovrebbero essere alla base dell’impegno delle società” per il “perseguimento della giustizia e della pace”. E secondo il Papa “nei dibattiti sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, si dovrebbe tenere conto della voce di tutte le parti interessate, compresi i poveri, gli emarginati e altri che spesso rimangono inascoltati nei processi decisionali globali”.
Conclude il Papa : “La pace, infatti, è il frutto di relazioni che riconoscono e accolgono l’altro nella sua inalienabile dignità, e di cooperazione e impegno nella ricerca dello sviluppo integrale di tutte le persone e di tutti i popoli”.
Il testo è stato presentato alla stampa da Michael Czerny, S.I., Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; P. Riccardo Lufrani, O.P., Professore di Teologia delle tecno scienze e di Teologia Morale presso l’Università LUMSA di Roma; la Prof.ssa Barbara Caputo, Ordinaria presso il Politecnico di Torino, co-fondatrice e Presidentessa di Focoos.ai; il Prof. Mathieu Guillermin, Associato presso l’Université Catholique de Lyon e coordinatore del progetto internazionale “New Humanism at the time of Neuroscience and Artificial Intelligence”.
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