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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco ricorda i molteplici aspetti della santità

Il “tema della vocazione universale alla santità, e in essa la sua dimensione comunitaria, è molto caro al Concilio Vaticano II, che ne ha parlato specialmente nella Lumen gentium. Non a caso, in questa prospettiva, è cresciuto in anni recenti il numero delle beatificazioni e canonizzazioni di uomini e donne appartenenti a diversi stati di vita: sposi, celibi, sacerdoti, consacrate, consacrati e laici di ogni età provenienza e cultura, anche famiglie, penso a quella polacca martire”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno di studio “Dimensione comunitaria della Santità” promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi.

Il Papa ha proposto come elementi chiave della sua riflessione “la santità che unisce, la santità familiare e la santità martiriale”.

Riguardo al primo aspetto Francesco ha ricordato che “quando Dio chiama il singolo, è sempre per il bene di tutti.. Chiama il singolo per una missione. L’incontro con Gesù ha questa dimensione comunitaria. Questa realtà è espressa in modo particolarmente toccante da Santa Teresa di Gesù Bambino, che con un’immagine biblica suggestiva contempla l’umanità intera come il «giardino di Gesù», il cui amore abbraccia tutti i suoi fiori in modo al tempo stesso inclusivo ed esclusivo e chiede di essere accesa fino all’incandescenza dal fuoco di tale amore, per condurvi a sua volta tutti i fratelli. È l’evangelizzazione «per attrazione», la testimonianza, frutto al tempo stesso della più alta esperienza mistica di amore personale e della «mistica del noi»”.

Circa la santità familiare il Papa parte dalla Santa Famiglia di Nazaret ma anche dai santi Luigi e Zelia Martin; dai beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. “La santità degli sposi, oltre che santità particolare di due persone distinte, è anche santità comune nella coniugalità: moltiplicazione – e non semplice addizione – del dono personale di ciascuno, che si comunica. E un esempio luminoso di tutto questo ci è stato  recentemente offerto nella beatificazione degli sposi Jozef e Wiktoria Ulma e dei loro sette figli: tutti martiri”.

Infine la santità martiriale. “È un modello forte, di cui abbiamo tanti esempi lungo la storia della Chiesa, dalle comunità delle origini fino all’epoca moderna, nel corso dei secoli e in varie parti del mondo. Non c’è un periodo – sottolinea il Pontefice - che non abbia avuto i suoi martiri, fino ai nostri giorni. E noi pensiamo che questi martiri sono cose che non esistono. Ma pensiamo a un caso di vita cristiana vissuta in un martirio continuo: il caso di Asia Bibi, che per tanti anni era in carcere, e la figlia le portava l’Eucaristia. Tanti anni fino al momento in cui i giudici hanno detto che era innocente. Quasi nove anni di testimonianza cristiana! È una donna che continua a vivere, e sono tanti, tanti così, che danno testimonianza della fede e della carità. E non dimentichiamo che anche il nostro tempo ha tanti martiri! Pensiamo ad esempio al gruppo dei ventuno martiri copti recentemente introdotti nel Martirologio romano”.

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