Città del Vaticano , 03 November, 2023 / 11:22 AM
Come da tradizione, ad inizio novembre, il Papa ha celebrato la Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno. La celebrazione di oggi ha voluto ricordare anche Papa Benedetto XVI, morto il 31 dicembre 2022.
E Papa Francesco ha immediatamente ricordato il suo predecessore. “Benedetto XVI nella sua prima Enciclica scrisse che il programma di Gesù è un cuore che vede. Quante volte ci ha ricordato che la fede non è anzitutto un’idea da capire o una morale da assumere, ma una Persona da incontrare, Gesù Cristo: il suo cuore batte forte per noi, il suo sguardo s’impietosisce davanti alla nostra sofferenza”.
Gesù – ha proseguito il Papa – nel Vangelo viene chiamato Signore per la prima volta “nell’atto della sua compassione per una madre vedova che ha perso, con l’unico figlio, il motivo per vivere. Ecco il nostro Dio, la cui divinità risplende a contatto con le nostre miserie, perché il suo cuore è compassionevole. Il dono della vita che vince la morte scaturisce proprio da qui: dalla compassione del Signore, che si commuove di fronte al nostro male estremo, la morte”.
Papa Francesco ha sottolineato poi che “la compassione di Gesù è concreta. La sua compassione azzera le distanze e lo porta a farsi vicino. È lo stile di Dio, fatto di vicinanza, compassione e tenerezza. E di poche parole. Egli è il Dio che eliminerà la morte ed asciugherà le lacrime su ogni volto. Ha fatto sue le nostre lacrime per toglierle a noi”.
La vedova, l’orfano e il forestiero – ha detto ancora il Papa – sono le persone più care a Dio: “non si può essere intimi e cari a Dio ignorando loro, che godono della sua protezione e della sua predilezione, e che ci accoglieranno in cielo”.
Pertanto è necessario farsi umili come “coloro che, riponendo ogni speranza nel Signore e non in sé stessi, hanno spostato il centro della vita in Dio: non fanno conto sulle proprie forze, ma su di Lui, che si prende cura di loro. Costoro, che rifiutano ogni presunzione di autosufficienza, si riconoscono bisognosi di Dio e si fidano di Lui, sono gli umili. E sono questi poveri in spirito a rivelarci la piccolezza tanto gradita al Signore, la via che conduce al Cielo. Dio cerca persone umili, che sperano in Lui, non in sé stessi e nei propri piani. Questa è l’umiltà cristiana: non una virtù fra le altre, ma la disposizione di fondo della vita”.
E’ lo stesso Gesù ad essere umile, “scende verso di noi, si abbassa; non s’impone, lascia spazio. Dio non solo è umile, ma è umiltà”. Ed il pensiero di Francesco, in chiusura, torna così a Benedetto XVI che si definì “umile lavoratore nella vigna del Signore. Il cristiano, soprattutto il Papa, i Cardinali, i Vescovi, sono chiamati a essere umili lavoratori: a servire, non a essere serviti; a pensare, prima che ai propri frutti, a quelli della vigna del Signore. E quanto è bello rinunciare a sé stessi per la Chiesa di Gesù”.
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