Città del Vaticano , 16 October, 2023 / 2:00 PM
L’esperienza dei due vescovi cinesi inviati al Sinodo è già terminata. Secondo alcune fonti, poi confermate, i due vescovi provenienti dalla Cina che hanno partecipato al Sinodo sono tornati nella madre patria, terminando così una breve e intensa esperienza. La loro presenza al Sinodo ha comunque aperto ad una serie di interrogativi non di poco conto.
Quella che sta cominciando è la terza e penultima settimana del Sinodo su “Comunione, partecipazione e missione”. Si prevede una sintesi del relatore generale il 18 ottobre, quindi presumibilmente in diretta, e poi la prima riunione della Commissione per la Redazione della Relazione di Sintesi domenica 22 ottobre. Il Sinodo, o perlomeno questa prima parte, entra dunque nel vivo, mentre si avvicina l’ultima e decisiva settimana.
I vescovi cinesi
La presenza di vescovi provenienti dalla Cina continentale al Sinodo non è una novità. Già nel 2018, appena dopo la firma dell’accordo tra Santa Sede e Pechino per la nomina dei vescovi, due presuli provenienti dalla Cina avevano avuto il permesso di partecipare al Sinodo.
Nel 2018, il vescovo Joseph Guo Jincai di Chengde (Hebei) e il vescovo John Baptist Yang Xiaoting di Ya'an (Shaanxi) erano stati scelti per partecipare al Sinodo. In questo Sinodo 2023, Pechino ha selezionato i vescovi Joseph Yang Yongqiang of Zhoucun (Shandong), e Anthony Yao Shun of Jining (della regione cinese chiamata Mongolia interna).
Quest’ultimo è uno dei primi vescovi ordinati nel 2019 dopo l’accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi del settembre 2018.
Sono entrambi vescovi della Chiesa patriottica. Yao è stato direttore spirituale del Seminario Nazionale della Chiesa Cattolica Patriottica, ed è un membro chiave della Commissione Liturgica della Chiesa Patriottica. Il vescovo Yang, al momento dell’accordo sino-vaticano del 2018. Era il vicepresidente dell’Associazione Patriottica.
La consacrazione episcopale di entrambi fu approvata segretamente a Roma da Benedetto XVI nel 2010.
La pattuglia cinese è completata dal Cardinale Stephen Chow, vescovo di Hong Kong, e il vescovo Norbert Pu di Kiayi (Taiwan).
Durante questi giorni al Sinodo, c’è stato anche un fitto scambio di contatti. Anche il Cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, sembra abbia avuto con loro un incontro, come è normale che sia, per parlare della situazione in Cina.
La Cina è una zona cruciale per Papa Francesco. Il Cardinale Chow sta programmando di ricevere un gruppo da Pechino dopo che lui stesso era stato il primo vescovo di Hong Kong in più di 30 anni a visitare la zona della capitale qualche tempo fa.
La presenza di due vescovi cinesi dalla Cina continentale ha segnalato una sorta di disgelo con la santa Sede.
Durante la crisi della pandemia di COVID 19, nessun vescovo cinese ha potuto partecipare ad alcuna iniziativa delle Chiese Asiatiche. Lo scorso anno, nessun rappresentante di Mainland China ha partecipato a Bangkok all’incontro per il 50esimo anniversario della costituzione della Federazione delle Conferenze Episcopali di Asia.
I vescovi provenienti dalla Cina non hanno nemmeno potuto prendere parte ad alcuna delle iniziative della tappa continentale del Sinodo ed è stato loro negato il visto per viaggiare in Mongolia a settembre per partecipare al viaggio di Papa Francesco nel Paese.
Allo stesso tempo, sembra che le attività dei due vescovi a Roma siano state costantemente controllate. Si parlava di un viaggio a Napoli dei due presuli insieme al Cardinale Chow per una Messa all’ex Collegio dei Cinesi, luogo cruciale dei rapporti tra l’Occidente e Pechino nel XVIII secolo, e che la liturgia avrebbe avuto luogo in occasione della deposizione di una reliquia di san Paolo Wu Wanshu, sedicenne dell’Hebei martire della rivolta dei Boxer.
Di questo viaggio, tuttavia, non c’è traccia nelle notizie, anche se pare sia effettivamente avvenuto domenica 15 ottobre. Non ci sono nemmeno notizie ufficiali sulla loro eventuale partenza.
La settimana
La settimana del Sinodo che si presenta porta dritto alla domenica, quando la Commissione per la Redazione della Sintesi finale si riunirà per la prima volta. L’obiettivo della commissione è quello di avere un testo attento a tutto ciò che è stato detto in dibattito, raccogliendo sia le sollecitazioni dei circoli minori che gli interventi liberi.
La sera del 17 ottobre saranno finalizzati i resoconti dei Circoli Minori e consegnati, mentre il 18 ottobre si aprirà la discussione sul modulo B3 dell’Instrumentum Laboris, sul tema “Partecipazione, compiti di responsabilità e autorità. Quali processi, strutture e istituzioni in una Chiesa sinodale missionaria?”
Questa congregazione generale sarà probabilmente in diretta, come le altre fino ad ora.
Il 19 ottobre è prevista anche una preghiera per i migranti e i rifugiati in piazza San Pietro, mentre il 21 ottobre i circoli minori saranno chiamati a finalizzare i resoconti del B 3.
Domenica 22 ottobre, la Commissione per la Redazione della Relazione di Sintesi sarà chiamata riunirsi per la prima volta, mentre una seconda riunione è prevista per il 25 ottobre.
I temi
La preghiera per i migranti del 19 ottobre arriva al culmine di una settimana in cui la situazione dei migranti è stata spesso centrale. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha tenuto un discorso al suo circolo minore proprio facendosi voce dei milioni che hanno lasciato l’Ucraina e della difficile situazione umanitaria che si vive con la guerra.
(La storia continua sotto)
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Altro tema centrale è quello della sinodalità stessa. I vescovi di rito orientale sono molto ricercati da alcuni prelati perché possano aiutare a comprendere cosa davvero sia una sinodalità e in che modo questa possa essere importante. “Non abbiamo modo di annoiarci”, ha detto ad ACI Stampa una patriarca orientale.
Il Sinodo, comunque, punta a favorire davvero le conversazioni personali, oltre al discernimento e alla conversazione dello spirito. Ci sono, per questo, diversi dibattiti anche sullo svolgimento stesso dell’assemblea.
“È come indossare un pantalone nuovo. Non va subito bene, mentre quello vecchio è sicuramente più comodo”, dice un altro presule.
Tutto sarà comunque mantenuto nella riservatezza. La scorsa settimana si era parlato di una sorta di falla nel sistema informatico quando un cloud della Segreteria Generale del Sinodo era finito online rendendo accessibili tutte le relazioni dei Circoli Minori al Sinodo. Non dovrebbe succedere più, c’è stato un generale appello alla prudenza e alla riservatezza, così come voluto da Papa Francesco.
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