Assisi, 04 October, 2023 / 4:00 PM
Oggi l'Italia intera venera, celebra e ricorda il suo Patrono, San Francesco d'Assisi. Tantissime le celebrazioni nella nazione, sono molte le chiese e le parrocchie dedicate al poverello di Assisi. Ma il cuore di questa festa è proprio la cittadina umbra, dove San Francesco nacque e morì. E alle ore 10 di questa mattina, la celebrazione eucaristica presso la Chiesa superiore della Basilica di San Francesco ad Assisi, presieduta da Monsignor Franco Lovignana, Vescovo di Aosta, è stata davvero seguita e sentita. "L'appuntamento annuale con San Francesco", così lo descrivono in molti.
A seguire il tradizionale rito dell’accensione, da parte del Sindaco di Aosta Gianni Nuti, della Lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde presso la Tomba di San Francesco, alimentata per un anno con l’olio offerto dalla Regione Valle d’Aosta. Sono davvero tantissimi i fedeli che da ogni parte del mondo rendono omaggio alla sua tomba.
"Con questo simbolico gesto esprimo l'amore che tutti gli italiani hanno per te, San Francesco veglia sulle sorti dell'Italia, rafforza i vincoli di unità, dona a tutte le famiglie prosperità e pace", dice il Sindaco di Aosta accendendo la lampada votiva che i comuni della Valle d'Aosta donano al poverello.
Durante l'omelia della Messa Solenna il Vescovo di Aosta Franco Lovignana sottolinea l'importanza del Vangelo nella vita di San Francesco. "Nella vita di San Francesco, meravigliosamente raccontata da questi affreschi, ha preso forma il Vangelo odierno. Francesco ha ricevuto la rivelazione del Padre con il cuore di un bambino, abbracciando la vita evangelica fatta di mitezza, povertà, castità e itineranza. Francesco poi ha messo al centro la croce di Cristo, questo l'ha portato ad abbandonare il vecchio mondo. Francesco volle rimanere piccolino davanti a Dio e ai fratelli, per essere come Cristo e non vantarsi se non nella croce", dice subito il Vescovo di Aosta nell'omelia.
"La piccolezza di Francesco è trasparenza della luce e dell'amore di Dio per tutti gli uomini. Da quella piccolezza e dall'esperienza della croce ci viene un messaggio: dalla Pasqua in poi c'è una creazione nuova, dentro alle viscere della storia. Solo chi è più e piccolo riesce a cogliere questo, Francesco si è fatto levatrice della speranza cristiana. La testimonianza di Francesco raggiunge anche noi uomini del terzo millenio cristiano che fatichiamo nella ricerca di una pace possibile tra le persone, tra i popoli, con il creato. Oggi il Papa ci donerà una nuova esortazione apostolica e toccherà un tema di grande attualità", commenta nell'omelia il Vescovo Lovignana.
"Per Francesco la radice della pace è Cristo. In Cristo vale la fede che si rende operosa per mezzo della carità. Il Messaggio di Francesco parla a tutti. Ma impegna in prima persona i cristiani, farsi lievito consapevole nella società. Noi stiamo nel grande laboratorio della pace, collaboriamo con donne e uomini di fede di culture differenti. San Francesco ha annunciato il Vangelo al Sultano d'Egitto. Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la sua vita per i propri amici, si tratta di pagare di persona, cosi hanno fatto Gesù e Francesco", continua il Vescovo nell'omelia ad Assisi.
"Tutti vogliamo essere costruttori di pace e per esserlo dobbiamo avere pace nel cuore. Francesco diceva ai suoi primi fratelli: non provocate nessuno all'ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati dalla vostra mitezza. "Il Signore ti dia pace", la pace è dono per eccellenza di Dio e non si può annunciare il Vangelo senza lavorare per la pace. Siamo chiamati a custodire tutti i fratelli e le sorelle. Oggi Francesco ci inviterebbe a pensare al bambino che deve nascere, all'anziano che ha bisogno di cure, al migrante che ha bisogno di accoglienza, alle famiglie che chiedono sostegno. In un giorno come questo, dedicato al Patrono d'Italia, è un richiamo e un invito ad una grande responsabilità che toccano la vita delle persone e delle famiglie. Dove c'è Dio c'è davvero la pace", conclude con queste parole la sua omelia il Vescovo di Aosta.
Ieri c'è stato un momento particolarmente significativo, in occasione del transito di San Francesco, per la regione che quest’anno offre l’olio per la lampada che arde sulla tomba del Santo assisano, la Valle d’Aosta.
A dare il benvenuto e accogliere la nutrita delegazione valdostana, il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino che ha fatto rivivere presso il Santuario della Spogliazione ai presenti, attraverso la lettura delle fonti francescane che ne parlano, i tre momenti salienti di Francesco. “Pochi sanno che quando Francesco ebbe la sua conversione il vescovo fu il suo consigliere; Francesco veniva qui e dialogava con il vescovo Guido. E' importante che abbiamo cominciato da qui: alla fine della sua vita, prima di scendere alla Porziuncola a morire, Francesco stette qui circa due mesi. Questo è un luogo importante della sua vita – ha detto monsignor Sorrentino - ; qui in questo luogo Francesco si è preparato a morire e ora noi attraversiamo questa porta in cui lui, venti anni prima, era entrato decidendo di far morire l’uomo del peccato”.
La prima parte della giornata di festeggiamenti per San Francesco Patrono d’Italia, segnata dalla tragedia della caduta dal cavalcavia del bus a Mestre, con 21 morti e 15 feriti. La comunità dei frati ha pregato per le vittime, i feriti e i lori cari - insieme alla preghiere dei pellegrini e dei devoti - ai piedi della Tomba di san Francesco.
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