Città del Vaticano , 20 December, 2015 / 3:00 PM
Nuovi progetti per i cristiani perseguitati dallo Stato Islamico. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha appena approvato 19 ulteriori contributi di emergenza per donare ai rifugiati siriani e iracheni viveri, medicine, alloggi e assistenza spirituale.
Con i nuovi contributi, il sostegno della fondazione pontificia in Iraq dal giugno 2014 ad oggi sale a oltre 15milioni e 100mila euro, mentre quello alla popolazione siriana, dal marzo 2011 ad oggi, si attesta intorno ai 9milioni e 600mila euro.
"In paesi come l’Iraq – sottolinea padre Andrzej Halemba, responsabile ACS per il Medio Oriente – il nostro è l’unico sostegno che i cristiani ricevono. Per secoli i nostri fratelli nella fede hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo delle società mediorientali ed ora, nel momento di maggior bisogno, sono stati abbandonati".
Tra i nuovi progetti in Iraq vi è la costruzione di un asilo nido per 125 piccoli cristiani rifugiati a Bagdad. Nel 2014 ACS aveva già donato 8 scuole prefabbricate ad Erbil in Kurdistan che oggi permettono di studiare a oltre 7mila bambini. Sempre ad Erbil saranno donate nuove docce e servizi igienici alle 175 famiglie del Villaggio Padre Werenfried, che prende il nome dal fondatore di ACS ed è composto da circa 200 strutture prefabbricate offerte lo scorso anno dalla fondazione ai cristiani fuggiti da Isis.
ACS fornirà inoltre aiuto economico a 182 famiglie cristiane rifugiate nelle diocesi di Kirkuk e Sulaimanya. Le 135 famiglie del campo profughi Vergine Maria di Bagdad, al quale la fondazione ha appena donato una cappella-container, riceveranno invece acqua, cibo e fornitura elettrica.
"Il contributo di ACS – ha dichiarato l’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Warda – è stato determinante per la nostra Chiesa. Ci ha permesso di prenderci cura delle famiglie di fedeli e assicurare loro dignitose condizioni di vita".
Altrettanto rilevante è il sostegno di ACS in Siria, come ha affermato lo stesso padre Jacques Mourad, il religioso sequestrato da Isis per cinque mesi. "Sono sicuro che il bene che ho potuto fare alla popolazione, anche grazie ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, sia stata una delle ragioni che ha impedito ad Isis di uccidermi", ha detto il religioso in una conferenza recentemente organizzata da ACS a Roma. La fondazione continuerà a provvedere alle necessità dei fedeli di Qaryatan, dove padre Jacques ha operato per oltre 15 anni, fornendo stufe e gasolio per tenere al caldo le tante famiglie fuggite dalla città e ora rifugiate ad Homs, Fairozah e Zaidal.
Ad Homs ACS assicurerà inoltre cibo e beni di prima necessità a ben 4500 famiglie di sfollati, mentre a Marmarita, nella cosiddetta Valle dei Cristiani (Wadi al-Nasara), saranno sostenuti i costi i gestione di numerose scuole per sei mesi. Infine la fondazione donerà una macchina alle religiose salesiane che gestiscono l’ospedale Italiano di Damasco.
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