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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco in Mongolia per “sperare insieme”

Logo del viaggio del Papa in Mongolia

Il primo giorno è solo di viaggio, il secondo giorno è solo di recupero. Papa Francesco va in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre, ma in realtà le giornate piene di eventi sono quelle del 2 e del 3 settembre, mentre il 4 settembre ci sarà solo un incontro e la cerimonia di congedo. Nell’occasione, Papa Francesco andrà anche ad inaugurare la “Casa della Misericordia”. Motto del viaggio è “Sperare insieme”.

Papa Francesco andrà in Mongolia, e la notizia era già confermata dall’ultimo calendario delle celebrazioni liturgiche. Secondo i medici, dunque, il mese di riposo che si concede a luglio (ma il 10 ci saranno due visite di congedo degli ambasciatori e, sembra, anche una udienza) sarà sufficiente per recuperare e per permettergli di compiere sia il viaggio in Portogallo per la Giornata Mondiale della Gioventù che quello, molto desiderato, in Mongolia, dove lo aspetta il Cardinale Marengo, il più giovane del collegio cardinalizio.

Il 31 agosto, tuttavia, sarà solo di viaggio: si parte la sera, si arriva la mattina dopo a Ulanbaatar, e dopo l’accoglienza ufficiale la giornata è dedicata al riposo. L’attività comincia il 2 settembre, con la cerimonia di Benvenuto, la visita di cortesia al presidente nel Palazzo di Stato, e poi il cosnueto incontro con autorità, società civile e corpo diplomatico, dove il Papa tiene il primo discorso del viaggio.

Dopo il discorso, il Papa incontra il presidente del Grande Hural di Stato e quindi il primo ministro. Nel pomeriggio, alle 16, un altro incontro tradizionale: quello con vescovi, sacerdoti, missionari, consacrati, consacrate e operatori pastorali nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Lì ci sarà il secondo discorso del Papa.

Il 3 settembre, alle 10, l’incontro ecumenico e interreligioso all’Hun Theatre dove il Papa terrà il suo terzo discorso, e nel pomeriggio la Messa nella Steppe Arena.

Quindi, il 4 settembre, ultimo incontro e ultimo discorso del Papa, con gli operatori della carità. In occasione dell’incontro, il Papa benedirà la Casa della Misericordia. Alle 12, partirà, per fare ritorno a Roma intorno alle 17.20.

Il motto è dunque “Per sperare insieme”. Una nota della Sala Stampa della Santa Sede nota che “nella scelta del motto si è voluto dare risalto al duplice significato del viaggio apostolico del Santo Padre in Mongolia, quello di visita pastorale e di visita di stato. Si è pertanto optato per una virtù prettamente cristiana (la speranza), ma largamente condivisa anche in ambienti non-cristiani, associandola all’avverbio ‘insieme’, per sottolineare l’importanza della collaborazione bilaterale tra Santa Sede e Mongolia”.

Il riferimento ai rapporti bilaterali non è casuale, perché recentemente il “ministro degli Esteri” vaticano, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, è stato in Mongolia per celebrare il 30esimo delle relazioni e dare l’avvio anche ai negoziati per un eventuale “accordo” tra Santa Sede e Mongolia che porti al riconoscimento giuridico del piccolo gregge cattolico in Mongolia, un gruppo di 1354 persone su una popolazione di 3 milioni. Un gregge che è sotto la giurisdizione di una prelatura apostolica con quattro parrocchie e diverse missioni.

Il motto “Sperare insieme”, dunque, prosegue la nota della Sala Stampa “rappresenta così un ideale comune e anche un elemento che riteniamo possa caratterizzare questo viaggio apostolico: la presenza del Santo Padre rappresenta per questa piccola porzione di popolo di Dio un segno di grande speranza e di incoraggiamento e d’altra parte la Chiesa che è in Mongolia, con la sua piccolezza e marginalità, può offrire un segno di speranza per la Chiesa universale”.

Il logo si presenta così: "al di sopra della scritta si trova la mappa della Mongolia, tratteggiata con i colori della bandiera nazionale (rosso e blu); all’interno una ger (abitazione tradizionale mongola), dalla quale esce verso l’alto un fumo giallo (colore del Vaticano). Sulla destra della ger si staglia una croce. La ger e la croce sono contenute tra due scritte in verticale, nella lingua mongola tradizionale, che riprendono il motto (“sperare insieme”)".

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