Città del Vaticano , 28 June, 2023 / 3:00 PM
“Desideriamo ringraziare tutti coloro che stanno dedicando le migliori risorse della vita all’importante missione educativa a cui sono chiamati. Grazie ai docenti e a tutto il personale amministrativo e di servizio. Grazie a tutte le famiglie che, avvalendosi della competenza formativa della comunità cristiana, crescono i loro figli e le loro figlie in una alleanza educativa con le scuole cattoliche. Grazie ai Vescovi, alle Diocesi di tutto il mondo, agli Istituti di Vita Consacrata e alle Società di Vita apostolica che investono notevoli energie umane e risorse finanziarie per il mantenimento di scuole di lunga data e per la costituzione di nuove”. Lo scrivono i Cardinali Braz de Aviz e Mendonca, Prefetti del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e del Dicastero per la Cultura e l’Educazione in una lettera rivolta a quanti sono coinvolti nella missione educativa delle scuole cattoliche.
“La fede in Dio – rilevano i due porporati - rimane fortemente marginalizzata dalla vita pubblica e, più in generale, dalla vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. Questo dato ha certamente effetti pratici complessi che inducono perfino alla chiusura o all’alienazione di alcune scuole, con una perdita ingente di personalità nel sistema scolastico. Infatti, dove si spegne una scuola diocesana o religiosa, si cancellano dall’ambiente educativo le impronte della storia di quell’unica Chiesa locale, del carisma inconfondibile di quella famiglia religiosa”.
“La situazione - prosegue la lettera - potrebbe spaventare, tuttavia, ricordiamo che proprio da situazioni paurose Dio trae le sue opere più sorprendenti. La lettura di alcuni dati che descrivono la realtà rischia di inibire la speranza; eppure quanto di primo acchito blocca il coraggio, potrebbe in realtà mostrarsi come un blocco di partenza che favorisce un nuovo scatto, in avanti. Per esempio, il contesto complesso in cui siamo chiamati a lavorare come scuole cattoliche potrebbe favorire una maggiore disponibilità a «fare coro”.
“È necessario e urgente – scrivono ancora i due Prefetti - far coro tra i vari Istituti di vita Consacrata e Società di Vita Apostolica impegnati nell’educazione; far coro tra i Vescovi, i parroci, l’intera pastorale diocesana e la ricchezza di carismi educativi garantita dalle scuole appartenenti a Istituti di vita Consacrata e Società di Vita Apostolica. È indispensabile che clero, religiosi e religiose, laici facciano coro e a questi ultimi venga garantita la possibilità di echeggiare la voce educativa di una Diocesi e perfino il timbro singolare di un carisma religioso. A tal proposito, esortiamo a mettere in moto iniziative, anche a carattere sperimentale, vibranti di immaginazione e creatività, capaci di condivisione e futuro, precise nella diagnosi e ariose nella visione. Il timore dei rischi non spenga l’audacia; infatti la crisi non è il momento per mettere la testa sotto la sabbia, ma per guardare le stelle, come Abramo”.
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