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Un servizio di EWTN News

La morte di Stanislaw Grygiel ci lascia orfani di un grande sostenitore della famiglia

Non aveva potuto tenere la sua ultima lezione del ciclo Wojtyla Lectures, il seminario di studio dedicato agli scritti di Giovanni Paolo II promosso dalla Cattedra Wojtyla, della Università del Laterano a fine novembre per motivi di salute. E dovevano essere gravi perché Stanislaw Grygiel, docente emerito di Antropologia Filosofica e primo Direttore della Cattedra Karol Wojtya, di Giovanni Paolo II era intimo amico fin dalla gioventù.

La notizia oggi della sua morte arriva così dolorosa ma purtroppo non inattesa. Con sua moglie Ludmila formavano quella coppia di laici che sosteneva Karol Wojtyła negli studi sul matrimonio. Laureato alla Università Jagellonica di Cracovia,, con un dottorato in Filosofia cristiana alla Università cattolica di Lublino, Grygiel arriva a Roma nel 1980 con la famiglia e inizia ad insegnare Antropologia filosofica alla Lateranense.

Una vita intera spesa per diffondere  la visione di Giovanni Paolo II sul matrimonio e sulla famiglia” anche con quella Cattedra Karol Wojtyla, inaugurata il 14 ottobre 2003 presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, un vero centro di studio del pensiero filosofico, teologico e poetico di Karol Wojtyla, un luogo dove gli studiosi possono lavorare con l'aiuto di  borse di studio, per indagare sul rapporto tra la persona, la famiglia, la società e lo stato; la paternità, maternità e figliolanza; l’Europa e i suoi "due polmoni"; verità, amore, fede e tolleranza.

Impossibile ripercorrere il suo pensiero in poche righe, e le sue tante pubblicazioni, ma mi piace ricordare quella sua serenità quando lo incontravo a messa nella chiesa di Sant'Anna in Vaticano con la moglie e aveva la pazienza di discutere con me delle questioni vaticane e della antropologia contemporanea.

La intervista più interessante sul lavoro svolto con Wojtyła, Grygiel l'aveva realizzata per Vladimiro Redzioch ed è stata pubblicata in " Accanto a Giovanni Paolo II".

Spiegava quanto Giovanni Paolo Il abbia dato al riconoscimento del ruolo dei laici nella Chiesa ad esempio, atteggiamento chiaro già nell'attività pastorale di Karol Wojtyla sacerdote.

"La vita e il lavoro dell'uomo dipendono non solo da lui ma anche dall'humus in cui si trova, che è costituito dalla storia, dall'ambiente e dalla cultura- spiega Grygiel-  Molto già è stato detto della storia e della cultura polacche, senza le quali non è possibile comprendere né la persona di Giovanni Paolo II né la sua azione pastorale. Poco conosciuto è, invece, l'ambiente di Cracovia, con le persone che sono state decisive per la sua vita".

E alla domanda sul perché Giovanni Paolo II fosse così impegnato a promuovere i movimenti laicali Grygiel rispondeva: " Perché egli vedeva la Chiesa come un grande, primordiale movimento" e ricordava che "per il cardinale Wojtyla ogni parrocchia avrebbe dovu- to essere un movimento. Altrimenti non era parrocchia viva. Per lui era movimento ecclesiale ogni gruppo di per sone radunate nell'Eucaristia, celebrata dal sacerdote. Senza la presenza dell'Eucaristia i movimenti non si distinguerebbero dai partiti politici".

E c'era una commozione particolare nel raccontare l'aria che si respirava nell' Appartamento Pontificio, dove la famiglia Grygiel era spesso ospite. Il ricordo più intenso? " La semplicità della bontà del Papa. I dialoghi con lui erano scambi di doni(…) Era un uomo fedele. E proprio grazie a questa fedeltà, che gli era propria, e per la condivisione con tanti fidanzati, sposi, padri e madri, egli comprese appieno la verità di quell'alleanza che nell'amore, due persone, saldano per sempre".

La sua testimonianza di sposo e padre ha contagiato tanti, facendo capire che cosa è il matrimonio cristiano, cattolico, ai tanti studenti che nei decenni lo hanno ascoltato.

La passione per la sua patria, per l' Europa a due polmoni lo faceva essere pronto a scrivere sulla crisi dell' Europa, soprattuto la sua fede lo portava ad essere ancora ad 88 anni una convinto testimone della verità.

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