Città del Vaticano , 04 April, 2015 / 10:05 PM
In questa Notte di veglia è Dio il primo a vegliare. Lo fa salvando il popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto, lo fa facendo “passare Gesù attraverso l’abisso della morte e degli inferi”. Con queste parole il Papa ha aperto l’omelia nel corso della Veglia Pasquale in San Pietro.
Il pensiero del Pontefice si rivolge alle donne che di primo mattino vanno al sepolcro per ungere il corpo di Gesù. “Ci fa bene, in questa notte di veglia – ha spiegato Francesco – fermarci a riflettere sull’esperienza delle discepole di Gesù, che interpella anche noi. Per questo, in effetti, siamo qui: per entrare, entrare nel Mistero che Dio ha compiuto con la sua veglia d’amore”.
Per comprendere la Pasqua – ha scandito ancora il Papa – è necessario “entrare nel mistero” che “non è un fatto intellettuale. E’ molto di più!”. Bisogna avere “capacità di stupore, di contemplazione; capacità di ascoltare il silenzio e sentire il sussurro di un filo di silenzio sonoro in cui Dio ci parla”.
Di fronte al mistero, pertanto, non bisogna “avere paura della realtà: non chiudersi in sé stessi, non fuggire davanti a ciò che non comprendiamo, non chiudere gli occhi davanti ai problemi, non negarli, non eliminare gli interrogativi… significa andare oltre le proprie comode sicurezze, la pigrizia e l’indifferenza che ci frenano, e mettersi alla ricerca della verità, della bellezza e dell’amore, cercare un senso non scontato, una risposta non banale alle domande che mettono in crisi la nostra fede, la nostra fedeltà e la nostra ragione”.
Ancor più – ha proseguito Papa Bergoglio – occorre “umiltà, l’umiltà di abbassarsi, di scendere dal piedestallo del nostro io tanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamente siamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono. Per entrare nel mistero ci vuole questo abbassamento che è impotenza, svuotamento delle proprie idolatrie… adorazione. Senza adorare non si può entrare nel mistero”.
Dalle donne che si sono recate al sepolcro dobbiamo imparare – è stata l’esortazione finale del Papa – “a vegliare con Dio e con Maria, nostra Madre, per entrare nel Mistero che ci fa passare dalla morte alla vita”.
Al termine dell’omelia Papa Francesco ha amministrato Battesimo, Confermazione ed Eucarestia a dieci catecumeni provenienti da Italia, Portogallo, Albania, Kenya e Cambogia .
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