Città del Vaticano , 18 December, 2022 / 12:15 AM
San Giuseppe vede i propri sogni infranti, eppure non esita ad aprirsi alle sorprese di Dio. Ed è, per noi, un esempio, perché invece di cedere “a rabbia e chiusure”, anche noi dobbiamo essere aperti alle sorprese di Dio. Prima della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco commenta il Vangelo del giorno, che presenta un San Giuseppe dubbioso dopo aver saputo della gravidanza di Maria. E, dopo l'Angelus, Papa Francesco, oltre al consueto appello per la pace in Ucraina, fa anche un appello per un appello perché si risolva la situazione nel corriodio di Lachin, tra Azerbaijan e Nagorno Karabakh (Artsakh), strascico di una guerra che non è mai stata risolta e che rischia di trasformarsi in una tragedia umanitaria.
Quarta domenica di Avvento, comincia la settimana che porterà dritta al Natale, domenica prossima. Dopo giorni di pioggia, Roma si sveglia con il sole e con una temperatura fresca, ma non fredda. Un paio di decine di migliaia di fedeli sono a piazza San Pietro ad ascoltare Papa Francesco.
Il Papa si sofferma sulla figura di San Giuseppe, che magari sogna per il futuro cose “semplici e buone”, come una famiglia, con una sposa affettuosa e dei figli. Sogni infranti di fronte alla notizia della gravidanza di Maria, e probabilmente, nota Papa Francesco, San Giuseppe proverà “sconcerto, dolore, smarrimento, forse anche irritazione e delusione”.
San Giuseppe si trova di fronte a due strade: o denunciare Maria, facendole pagare “il prezzo della presunta infedeltà”, o annullare il fidanzamento in segreto, senza “esporre Maria e scandalo e a conseguenze pesanti, prendendo però su di sé il peso della vergogna”. E Giuseppe sceglie “questa seconda strada: la via della misericordia”.
È qui che, in sogno, Dio li annuncia che “la maternità di Maria non viene da un tradimento, ma è opera dello Spirito Santo”, e così Giuseppe si rende conto che “il sogno più grande di ogni pio israelita, essere il padre del Messia, si sta realizzando in lui in modo totalmente inaspettato”, perché gli viene chiesto di “fidarsi di Dio al di là di tutto, accogliere Maria e suo figlio in modo completamente diverso da come si aspettava, diverso da come si era sempre fatto”.
Così, spiega Papa Francesco, “Giuseppe dovrà rinunciare alle sue certezze rassicuranti, ai suoi piani perfetti, alle sue legittime aspettative e aprirsi a un futuro tutto da scoprire”.
Giuseppe, con “coraggio eroico”, dice sì a questa richiesta, “si fida, accoglie, è disponibile, non domanda ulteriori garanzie”.
E così, la figura di Giuseppe ci dice che, sebbene tutti abbiamo i nostri sogni e si rimpiangono alcuni sogni infranti, spesso ci si deve confrontare “con situazioni inattese, sconcertanti”, e in quel caso si deve seguire l’esempio di Giuseppe, ovvero non “cedere a sentimenti negativi, come la rabbia e la chiusura”, ma piuttosto “accogliere le sorprese della vita, anche le crisi”, cercando di “non scegliere di fretta secondo l’istinto”, ma piuttosto “fondarsi sul criterio di fondo: la misericordia di Dio”.
Osserva Papa Francesco: “Quando si abita la crisi senza cedere alla chiusura, alla rabbia e alla paura, ma tenendo aperta la porta a Dio, Lui può intervenire. Lui è esperto nel trasformare le crisi in sogni: sì, Dio apre le crisi a prospettive nuove, magari non come noi ci aspettiamo, ma come Lui sa”.
Dopo l'Angelus, Papa Francesco si dice preoccupato per "la situazione creatasi nel corridoio di Lachin nel Caucaso meridionale per le precarie condizioni umanitarie delle popolazioni che rischiano di deteriorarsi nel corso della stagione invernale", e chiede di "impegnarsi a trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone".
Papa Francesco si riferisce al fatto che la mattina del 12 dicembre 2022, un gruppo di persone dalla Repubblica dell’Azerbaigian, presentandosi come attivisti ambientalisti, hanno montato delle tende vicino Shushi, bloccando il movimento normale e senza ostacoli nel Corridoio di Lachin"
Il corridoio era stato creato dalla dichiarazione trilaterale firmata dal Primo Ministro Ministro della Repubblica d’Armenia, dal Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, dal Presidente della Federazione Russa il 9 novembre 2020, al fine di garantire il collegamento tra il Nagorno-Karabakh e l’Armenia.
L'azione era il culmine di una serie di provocazioni degli scorsi mesi, e sono gli strascichi della guerra in Nagorno Karabakh (Artsakh, secondo l'antico nome armeno) che si era conclusa con una pace dolorosa per l'Armenia. Più volte le autorità, inclusa l'UNESCO, hanno intimato di preservare il patrimonio culturale cristiano nella regione.
Papa Francesco ha chiesto di pregare per "pace in Perù, affinché cessino le violenze nel Paese e si intraprenda la via del dialogo per superare la crisi politica e sociale che affligge la popolazione.”
Infine, il pensiero del Papa si è rivolto ancora una volta alla situazione in Ucraina. Il Papa ha chiesto preghiere perché si fermi la guerra, e intimato a non dimenticare la sofferenza di quel popolo, specialmente degli anziani e delle persone malate e i bambini".
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