Città del Vaticano , 06 October, 2022 / 9:00 AM
Domenica scorsa Papa Francesco ha dedicato l'intera riflessione che precede la preghiera mariana dell'Angelus al dramma che si sta verificando in Ucraina. E' rarissimo - sebbene non sia una novità assoluta - che il Papa decida di monopolizzare la riflessione che precede l'Angelus - solitamente dedicata al commento del Vangelo domenicale - con un tema internazionale.
Francesco lo aveva già fatto il 1° settembre 2013, parlando della guerra civile in Siria e usando parole accorate. "Con particolare fermezza - aveva scandito il Pontefice - condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!".
Memorabili sono anche i due Angelus interamente dedicati da Giovanni Paolo II alla Prima e alla Seconda Guerra del Golfo, nel 1991 e nel 2003.
"Preghiamo affinché la tragedia in corso - disse Giovanni Paolo II prima dell'Angelus del 27 gennaio 1991, appena pochi giorni l’inizio della Prima Guerra del Golfo - non sia resa ancor più grave e disumana con azioni inaccettabili, tanto in base all'etica naturale, quanto in base alle vigenti Convenzioni internazionali. Motivo di grave amarezza sono, in particolare, le notizie giunte circa la sorte dei prigionieri di guerra e sul pericolo di un ricorso all'arma del terrorismo. Che Dio allontani da tutti la tentazione di un impiego di simili mezzi contrari ai più elementari principii morali e condannati dal diritto internazionale!".
Il 6 aprile 2003, in vista del 40/mo anniversario dell'enciclica di Giovanni XXIII Pacem in Terris, Giovanni Paolo II dedicò ancora l'intera prima parte dell'Angelus alla guerra in Iraq, scoppiata da circa tre settimane. E di nuovo il Papa usò parole nette: "Penso in modo speciale all’inerme popolazione civile che in varie città è sottoposta a dura prova. Voglia Iddio che finisca presto questo conflitto per fare spazio ad una nuova era di perdono, di amore e di pace". "Desidero affidare - concluse Giovanni Paolo II - l'impegno della pace soprattutto ai giovani".
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