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Un servizio di EWTN News

La Festa di San Francesco e il pellegrinaggio al luogo del Transito

Le celebrazioni per la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, avranno quest’anno un carattere inedito: innovando la tradizione infatti, per il pellegrinaggio sul luogo del Transito e il gesto dell’offerta dell’olio presso la tomba di San Francesco non è stata coinvolta una singola regione, ma la Conferenza episcopale italiana. 

A Padre Massimo Travascio, custode della Porziuncola in Santa Maria degli Angeli di Assisi, chiediamo di spiegarci il motivo per cui è la Conferenza episcopale italiana ad offrire l’olio: “Il pellegrinaggio sul luogo del Transito e l’offerta dell’olio presso la Tomba di San Francesco avranno quest’anno un carattere inedito. Questi gesti, che si rinnovano ogni anno con l’alternarsi delle diverse Regioni, stavolta assumeranno un significato particolare, in quanto vedranno la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni civili e militari, degli operatori sanitari, del volontariato, della scuola, delle realtà caritative ed ecclesiali. Pertanto quest’anno è stata coinvolta la Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere una partecipazione che diventi gesto di gratitudine per quanti si sono prodigati nel far fronte alla pandemia e occasione per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace”. 

Come declinare il prendersi cura con il linguaggio francescano?

"L’esistenza cristiana di san Francesco postula una radicale solidarietà con Cristo. L’incarnazione avviene nella storia e ha bisogno della storia: così la sequela di Cristo non avviene fuori dal tempo e dallo spazio ma all’interno di situazioni concrete e precise. Per il Santo di Assisi nei poveri e in coloro che sono ai margini della società rivive il Cristo. La dimensione della cura si sposa bene con il ‘principio dell’incarnazione’, molto caro al carisma francescano e che proprio Papa Francesco ha ribadito ad Assisi.

Cosa vuol dire camminare verso il luogo del Transito?

“Nel luogo detto del ‘Transito’ la sera del 3 ottobre 1226 frate Francesco, vero fratello universale, passava da questo mondo a Dio, nell’accoglienza di sorella morte, cantando. Egli ha voluto vivere qui la sua Pasqua, accanto alla Porziuncola, qui accoglie la vita eterna, loda Dio per ciò che consideriamo la sintesi dei nostri mali, la morte, chiamandola sorella. Egli vive pienamente nell’orizzonte delle beatitudini evangeliche. In questo anno, farsi pellegrini qui, per la solenne commemorazione del beato Transito del santo Patrono d’Italia, assume ancor di più il significato dell’affidamento al Poverello nel sostenere la Speranza in un tempo di incertezza in cui alla pandemia del Covid-19 si sono aggiunte la povertà, la solitudine e la guerra, mostrandoci chiaramente quanto sia importante pensarci fratelli tutti”.

Come si può attualizzare oggi l’incontro di san Francesco con il lupo di Gubbio?

“Uno degli episodi della vita di Francesco d’Assisi è senz’altro il racconto del lupo di Gubbio, che il Santo avrebbe ammansito e riconciliato con gli abitanti di quella città. Il racconto è una perla di realismo, di umanità e di Vangelo: esso, infatti, ci mostra che la fecondità delle nostre relazioni dipende dalla nostra disponibilità a farci prossimi, dalla nostra apertura e dalla convinzione che l’altro, anche se diverso, è innanzitutto un fratello che mi appartiene e del quale io sono chiamato a renderne conto. La fede aiuta a riconoscere che Dio ama ogni essere umano con un amore infinito”.

In quale modo è possibile dare fiducia al mondo?

“Nel corso della storia il rapporto con il mondo ha assunto diverse sfumature. Secondo la concezione biblica il mondo è buono perché prodotto e sostenuto dal dire di Dio che lo pone in essere. In quanto creato nella gratuità, il mondo assume l’aspetto di un dono ed è al suo interno che il Creatore colloca l’uomo, affidandogli responsabilità. Il credente non trova se stesso uscendo dal mondo, dominandolo o disprezzandolo, bensì rimanendo in esso. Per san Francesco essenziale è stato il dialogo con il contesto sociale, economico ed ecclesiale del suo tempo. Egli esorta ad affidarsi all’amore paterno di Dio vivendo sobriamente in questo mondo e, con cuore riconciliato, rendere a Lui lode nella cura di tutto il creato. La memoria viva dell’italiano San Francesco ci aiuti tutti a cogliere con gioia il vero senso della vita, il cuore del Vangelo: donarsi senza misura per amore di Dio e dei fratelli”.

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