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Un servizio di EWTN News

Diplomazia pontificia, contatto Parolin – Lavrov

L'incontro tra il Cardinale Parolin e Lavrov a New York

Contatto tra il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa, a margine dell’assemblea generale delle Nazioni Unite. Un incontro che ha avuto luogo, è parso di capire, su richiesta della Santa Sede, considerando anche gli sforzi di Papa Francesco per una mediazione con la Russia e la speranza del Papa di organizzare un viaggio a Mosca.

Parolin a New York ha incontrato anche Nicos Anastasiades, presidente di Cipro, e ha pronunciato quattro discorsi. La presenza di Parolin a New York spiega anche la sua assenza ai funerali della Regina Elisabetta, cui era presente il solo arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati.

                                                FOCUS PAROLIN

Il Cardinale Parolin incontra il ministro degli Esteri russo Lavrov

A margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la prima che si tiene in presenza dall’inizio dalla pandemia, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. I due avevano avuto un colloquio telefonico lo scorso 8 marzo, ma non si erano comunque incontrati dall’inizio della guerra in Ucraina. L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, aveva incontrato Lavrov durante la sua visita in Russia nel novembre 2021.

Secondo il ministero degli Esteri russo, durante il colloquio Lavrov avrebbe “spiegato le ragioni dell’attuale crisi nei rapporti tra Russia e Occidente, che è stata il risultato della ‘crociata’ della NATO per distruggere la Russia e dividere il mondo”. Sempre il ministero degli Esteri ha sottolineato che “le misure adottate dal nostro Paese sono volte a garantire indipendenza e sicurezza, nonché a contrastare le aspirazioni egemoniche degli Stati Uniti di controllare tutti i processi mondiali”.

Lavrov – prosegue il ministero degli Esteri russo – ha anche toccato il tema dei referendum che si terranno nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Zaporzhye e Kherson, sottolineando che dal loro punto di vista “rispettano pienamente il diritto internazionale e sono la realizzazione dei legittimi diritti degli abitanti di questi territori all’autodeterminazione e all’organizzazione della vita secondo le proprie tradizioni civili, culturali e religiose”.

Il ministero degli Esteri conclude che “le parti hanno preso atto dello sviluppo produttivo del dialogo russo-vaticano, anche ai livelli più alti e autorevoli, sia nell’ambito interstatale che intercofessionale. Sono state inoltre toccate alcune questioni di attualità sulla cooperazione bilaterale e internazionale”.

Questa è solo la versione russa della storia. Non si sa che posizione abbia preso nel colloquio il cardinale Parolin, ma si sa che è stato lui a chiedere l’incontro. Quanti erano presenti all’incontro prima del colloquio riservato hanno sentito Lavrov dire: “Ringraziamo per il suggerimento di avere questo incontro. Apprezziamo i vostri sforzi in questo tempo non così tranquillo”. “Sfortunatamente”, ha detto il Cardinale Parolin.

Al che il ministro degli Esteri russo ha replicato di apprezzare gli sforzi del Cardinale per “promuovere più stabilità ,più giustizia e lo stato di diritto”.

Il Cardinale Parolin incontra il presidente di Cipro

Il 20 settembre, il Cardinale Parolin ha incontrato il presidente di Cipro Nicos Anastasiades. In un tweet del presidente cipriota, questi fa sapere di aver reso nota al Segretario di Stato vaticano “la nostra visione di fare di Cipro un pilastro di stabilità, sicurezza e prosperità e assicurare la pacifica coesistenza di tutti i ciprioti, greco ciprioti, turco ciprioti, maroniti, latini e armeni”.

Cipro è l’ultimo Paese in Europa con un muro, che divide l’isola in una zona indipendente, e una zona di amministrazione islamica, creata da a una invasione turca nel 1974, definita invece da parte turca “Operazione di Pace di Cipro”.

                                                FOCUS MULTILATERALE

Il Cardinale Parolin a New York, l’educazione per tutti

Il 13 settembre, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha preso la parola alle Nazioni Unite nel contesto del Summit sulla Trasformazione dell’Educazione.

Nel suo discorso, il Cardinale ha sottolineato che la Chiesa continua ad impegnarsi sul fronte dell’educazione, con scuole e università aperte in tutti i continenti, che servono più di 70 milioni di studenti con una educazione di alta qualità.

Il Segretario di Stato vaticano ha anche ricordato il Global Compact sull’educazione lanciato da Papa Francesco con l’intenzione di impegnarsi per un mondo migliore attraverso l’educazione.

Il Papa – ha ricordato il Cardinale – ha sottolineato la necessità di creare un “villaggio educativo” in cui tutte le persone, secondo i loro ruoli, possano condividere il compito di formare una rete di relazioni umane e aperte.

Il Cardinale ha quindi sottolineato che la pandemia COVID 19 e la guerra in Ucraina, oltre a molti altri conflitti, mettono in luce “l’urgente bisogno di un patto educativo globale”, dato che questo potrebbe “offrire una soluzione alle fratture esistenti della società costruendo comunità più forti e resilienti, basate sui valori della fraternità umana e della mutua solidarietà”.

Il Cardinale Parolin a New York, il bando dei test nucleari

Il 21 settembre, si è tenuto il Decimo Incontro degli Amici del Trattato Globale di Bando dei Test Nucleari. Si avvicina il 25esimo anniversario del trattato, e l’incontro è servito anche a ricordare gli obiettivi raggiunti e cosa si può fare per le prossime generazioni.

Il Cardinale Parolin ha lodato il trattato come un componente vitale del percorso verso il disarmo nucleare, dato che stabilisce una normativa potente violata da un solo Stato dall’inizio del millennio. La Santa Sede ha chiesto a tutti gli Stati di continuare ad aderire alla moratoria.

Di fronte alle crescenti tensioni globali e alla rinnovata minaccia di utilizzare armi nucleare, il Cardinale Parolin ha sottolineato che porre in vigore il trattato è più cruciale che mai, e ha quindi messo in luce che i test nucleari “colpiscono sproporzionatamente donne, ragazze e non nate”.

(La storia continua sotto)

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Per questo, “la Santa Sede incoraggia tutti gli Stati a contribuire agli sforzi per rimediare gli ambienti contaminati e assistere le vittime che hanno sofferto danni dai test nucleari”.

Il Cardinale Parolin a New York, il rispetto delle minoranze

A 30 anni dalla Dichiarazione ONU sui Diritti delle Persone che appartengono a Minoranze Nazionali o Etniche, Religiose e Linguistiche, le Nazioni Unite hanno stabilito un anno di celebrazioni, di cui ha fatto parte un incontro di Alto Livello convocato il 21 settembre nel corso dell’Assemblea Generale.

Il Cardinale Parolin ha inviato un intervento, letto da monsignor Joseph Grech, officiale della Segreteria di Stato. La Santa Sede ha detto che “maggioranza” e “minoranza” sono solo termini descrittivi, che non possono erodere il principio che “tutti sono uguali in dignità e hanno perciò uguali diritti”.

La Santa Sede ha notato con preoccupazione che i cristiani continuano ad essere il gruppo religioso più perseguitato al mondo, tanto che una media di 360 milioni di cristiani in 76 nazioni devono affrontare discriminazioni, violenze e persecuzioni, così come altre minoranze religiose.

La protezione dei diritti delle minoranze, ha sottolineato la Santa Sede, deve essere fondata su “dialogo, mutua cooperazione e comprensione reciproca”.

La Santa Sede a Ginevra, la questione dell’acqua

A Ginevra, la 51sima Sessione del Consiglio dei Diritti Umani ha dedicato una sessione al Diritto all’acqua potabile e la sanificazione. Il 14 settembre, l’arcivescovo Fortunatus Nwachuckwu, osservatore permanente della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali a Ginevra, ha sottolineato che “il nostro mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non possono avere accesso ad acqua potabile sicura”, e messo in luce che “la marginalizzazione delle comunità indigene di fatto impedisce il loro accesso ad acqua pulita e il godimento dei loro diritti fondamentali”, e questo è ancora più grave quando l’acqua è è per loro parte dell’identità spirituale.

Per questo, la Santa Sede accoglie la raccomandazione che la comunità internazionale “impari della conoscenza ancestrale dei popoli indigeni di trattare l’acqua come un bene comune, disponibile per tutti”.

La Santa Sede a Ginevra, la questione dei conflitti

Il 15 settembre, l’Alto Commissario ha dato un aggiornamento orale al Consiglio dei Diritti Umani. L’arcivescovo Nwachuwku ha sottolineato che “nell’attuale scenario internazionale, la Santa Sede desidera reiterare la sua più grande preoccupazione per la sofferenza causata dai conflitti in ogni parte del mondo”, di cui pagano il prezzo più alto i più vulnerabili.

La Santa Sede ha ricordato che, mentre il conflitto in Ucraina sta per compiere il settimo mese, “decine di migliaia di persone hanno perso le loro vite e milioni sono stati sfollati o hanno dovuto lasciare le loro case, specialmente uomini e bambini”, mentre il conflitto continua ad avere “un impatto drammatico su cibo ed energia, specialmente nelle nazioni in via di sviluppo”.

La Santa Sede ha ribadito la sua ferma convinzione che l’ordine internazionale e la giustizia non debbano essere basati sulla forza militare, ma sul rispetto sincero per la difesa e la promozione dei diritti umani e le libertà fondamentali.

Il nunzio ha notato che “molte altre nazioni, oltre l’Ucraina, affrontano situazioni egualmente allarmanti”, mentre colpiscono i molti rapporti di violazione della libertà religiosa, e la Santa Sede ribadisce a tal proposito che la protezione della libertà religiosa costituisce uno dei diritti umani più intimi, sacri e fondamentali.

La Santa Sede ha anche messo in luce che le crisi del cambiamento climatico e della perdita della biodiversità vengono spesso da una mancanza di rispetto del nostro vicino e della nostra responsabilità condivisa sulla casa comune.

La Santa Sede a Ginevra, i diritti umani delle persone anziane

Il 19 settembre, la 51esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani ha invece affrontato il Godimento dei Diritti Umani da parte delle Persone Anziane.

La Santa Sede ha riflettuto in particolare sulla privazione della libertà nelle persone umane, ha denunciato tutte le istanze di detenzione derivata da immigrazione o accordi di prestazioni di cure forzate e altre privazioni di libertà per le persone anziane, e ribadito che ovunque la protezione e promozione dei diritti umani deve essere fermamente fondata sul rispetto la dignità inerente di ogni persona umana.

La Santa Sede si è detta convinta che il valore che le persone anziane portano alla società è sottostimato, dato che i giovani hanno bisogno della saggezza e dell’esperienza dei più anziani.

La Santa Sede a Ginevra, il diritto allo sviluppo

Il 21 settembre, il Consiglio dei Diritti Umani ha avuto un dibattito del Gruppo di Lavoro sul Diritto allo Sviluppo, durante il quale si è preparata una bozza di convenzione.

La Santa Sede ha riconosciuto lo spirito positivo della bozza, ma ha anche detto che il diritto allo sviluppo deve essere “fermamente radicato nella dignità inerente della persona umana”, dato che i diritti umani “non sono costruzioni artificiali, né sono il risultato di una opinione di maggioranza”.

Per questo, i meccanismi e gli strumenti designati per assicurare la promozione e protezione di questi diritti “non può essere ridotta alla mera intersezione degli interessi nazionali o ideologico, ma deve essere chiaramente e senza ambiguità sviluppata in relazione ai suoi valori, e cioè la protezione della dignità umana di ogni persona e la promozione del bene comune”.

La Santa Sede ha chiesto dunque che la bozza abbia riferimenti più espliciti alla dignità inerente di tutti i membri, e che il diritto allo sviluppo non debba essere limitato alle sue dimensioni economiche e sociali, ma che debba adottare una prospettiva olistica e integrale.

                                                FOCUS ASIA

Una nuova nunziatura apostolica di Timor Est

Per l’inaugurazione della nunziatura apostolica di Dili, in Timor Estt, si è mosso come di consueto il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Peña Parra.

L’inaugurazione della “ambasciata del Papa” nel più giovane Stato asiatico si è tenuta il 20 settembre, ed era presente anche il presidente Jose Ramos-Horta - premio Nobel per la pace 1996 - oltre all’arcivescovo di Dili, il neo-cardinale Virgilio do Carmo da Silva, e a rappresentanti della Chiesa locale e delle altre confessioni religiose.

Durante la visita, l’arcivescovo Peña Parra ha anche incontrato le attività pastorali e assistenziali della Chiesa cattolica locale, tra le quali l'Università cattolica di Dili che ha dedicato per l'occasione un simposio alla Dichiarazione sulla fraternità umana, firmata ad Abu Dhabi, nel 2019, da Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar al-Tayyib.   

Nel suo intervento, il sostituto ha lodato Timor Est per la decisione del suo Parlamento di adottare questo documento come norma nazionale.

Papa Francesco avrebbe voluto visitare Timor Est nel 2020, ma il viaggio fu poi rimandato a causa della pandemia, ed ancora non si è stabilita una nuova data.

                                                FOCUS AMERICA LATINA

Il presidente del Perù a ottobre da Papa Francesco

Pedro Castillo, presidente del Perù, sarà in visita da Papa Francesco a ottobre, ha riferito il ministro degli Esteri nelle sue reti sociali la scorsa settimana.

Il 21 settembre, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente del Perù si è incontrato con il Cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano. Nel tweet che accompagna l’incontro viene notato che i due hanno ultimato i preparativi per la visita del presidente del Perù di ottobre.

Il Vicepresidente di Bolivia dal Papa

David Choquehuanca Cespedes, vicepresidente di Bolivia, si è incontrato con Papa Francesco il 21 aettembre, nell’ambito della sua agenda in Europa.

Secondo la vicepresidenza, il Papa e Choquehuanca hanno parlato di vari temi di interessi comuni, hanno sottolineato che il potere “deve servire per aiutare e non per abusare”.

30 anni di relazioni diplomatiche Messico – Santa Sede

Il 21 settembre si sono celebrati i 30 anni di relazioni tra Messico e Santa Sede. L’anniversario è arrivato nel mezzo delle tensioni del governo di Andrés Manuel Lopez Obrador con la Chiesa cattolica Messicana.

Santa Sede e Messico ristabilirono le loro relazioni diplomatiche il 21 settembre 1992, dopo una sospensione che era cominciata nel 1861, con la separazione di Stato e Chiesa rinforzata nella costituzione del 1917.

I temi delle attuali frizioni cin il presidente Manuel Lopez Obrador sono stati la violenza, i diritti sessuali e gli abusi della conquista dal XVI secolo.

                                                FOCUS EUROPA

Sette punti per la pace in Ucraina

Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, ha redatto una esplicita proposta cattolica per arrivare quanto prima alla pace definitiva in Ucraina. Il testo è stato pubblicato e spiegato dalla rivista Omnes.

I sette punti sono:

  • “Neutralità dell’Ucraina che rinuncia all’ambizione nazionale di entrare nella NATO, ma che conserva la piena libertà di diventare parte dell’UE, con tutto ciò che questo significa”.
  • “L’Ucraina ottiene la garanzia della propria sovranità, indipendenza, e integrità territoriale; una garanzia assicurata dai 5 membri permanenti delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, UK, USA) oltre che dall’UE e dalla Turchia”.
  • “La Russia conserva il controllo de facto della Crimea per un certo numero di anni ancora, dopodiché le parti cercano, per via diplomatica, una sistemazione de jure  permanente. Le comunità locali usufruiscono di accesso facilitato sia all’Ucraina sia alla Russia; oltre alla libertà di movimento di persone e risorse finanziarie”.
  • “Autonomia delle regioni di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina, di cui restano parte integrante, sotto i profili economico, politico, e culturale”.
  • “Accesso garantito a Russia e Ucraina ai porti del Mar Nero, per lo svolgimento delle normali attività commerciali”.
  • “Rimozione graduale delle sanzioni occidentali alla Russia in parallelo con il ritiro delle truppe e degli armamenti russi dall’Ucraina”.
  • “Creazione di un Fondo Multilaterale per la Ricostruzione e lo Sviluppo delle aree distrutte e seriamente danneggiate dell’Ucraina, un fondo al quale la Russia è chiamata a concorrere sulla base di predefiniti criteri di proporzionalità”.

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