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Un servizio di EWTN News

Il Papa: “Prendiamo in mano il Vangelo e invochiamo lo Spirito”

Al termine della Santa Messa nella Domenica di Pentecoste, Papa Francesco guida la recita del Regina Cæli. “Oggi, solennità di Pentecoste, celebriamo l’effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli, avvenuta cinquanta giorni dopo la Pasqua”, dice il Papa dalla Basilica. E rinnova il suo appello per la pace.

“Ecco cosa fa lo Spirito: insegna e ricorda quanto Cristo ha detto. Riflettiamo su queste due azioni, insegnare e ricordare, perché è così che Egli fa entrare nei nostri cuori il Vangelo di Gesù”, commenta il Papa da Piazza San Pietro.

“Gesù è vissuto duemila anni fa, erano altri tempi, altre situazioni, e dunque il Vangelo sembra superato, inadeguato a parlare al nostro oggi con le sue esigenze e i suoi problemi. Viene anche a noi questo interrogativo: cosa può dire il Vangelo nell’epoca di internet e della globalizzazione? Come può incidere la sua parola? Lo Spirito Santo è specialista nel colmare le distanze, ci insegna a superarle. È Lui che collega l’insegnamento di Gesù con ogni tempo e ogni persona”, spiega Papa Francesco.

Mette in guardia il Papa: “Noi rischiamo di fare della fede una cosa da museo, Lui invece la mette al passo coi tempi. Perché lo Spirito Santo non si lega a epoche o mode che passano, ma porta nell’oggi l’attualità di Gesù, risorto e vivo”.

“In che modo lo Spirito fa questo? Facendoci ricordare. Ecco il secondo verbo, ricordare, cioè riportare al cuore: lo Spirito riporta il Vangelo nel nostro cuore. Avviene come per gli Apostoli: avevano ascoltato Gesù tante volte, eppure lo avevano compreso poco. Ma da Pentecoste in poi, con lo Spirito Santo, ricordano e comprendono”, dice ancora il Papa.

“Fratelli e sorelle, senza lo Spirito che ci ricorda Gesù, la fede diventa smemorata – commenta Francesco - Magari basta una contrarietà, una fatica, una crisi per dimenticare l’amore di Gesù e cadere nel dubbio e nella paura? Il rimedio è invocare lo Spirito Santo. Facciamolo spesso, specialmente nei momenti importanti, prima delle decisioni difficili. Prendiamo in mano il Vangelo e invochiamo lo Spirito”, conclude il Papa. Possiamo dire così: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. Il Papa lo fa ripetere ai fedeli presenti.

Subito dopo la preghiera mariana il Pontefice passa ai consueti saluti. Il Papa subito rinnova il suo appello ai responsabili delle nazioni: “Non portate l’umanità alla rovina, si mettano in atto i negoziati, concrete trattative per il cessato fuoco, si ascolti il grido disperato della gente che soffre, si fermi la macabra distruzione di città e villaggi. Continuiamo per favore a pregare per la pace”.

Poi il Papa ringrazia per la tregua nello Yemen, una tregua di altri due mesi. “Grazie a Dio e a voi, mettere la parola fine a quel conflitto, non dimentichiamo di pensare ai bambini dello Yemen, fame, distruzione, mancanza di tutto”, dice Francesco.

 

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