"Oggi, Solennità della Pentecoste, celebriamo la discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli Apostoli. Nel Vangelo della liturgia Gesù parla dello Spirito Santo e dice che Egli ci insegna tutto ciò che ha udito. Ma cosa significa questa espressione?". Papa Francesco, dopo la Messa di Pentecoste in Basilica, si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.
“Solo chi rimane unito a Gesù porta frutto. Gesù stesso, riprendendo Isaia, racconta la drammatica parabola dei vignaioli omicidi, mettendo in risalto il contrasto tra il lavoro paziente di Dio e il rifiuto del suo popolo. La metafora della vite, mentre esprime la cura amorevole di Dio per noi, d’altra parte ci mette in guardia, perché, se spezziamo questo legame con il Signore, non possiamo generare frutti di vita buona e noi stessi rischiamo di diventare rami secchi, che vengono gettati via”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la Messa presieduta in Piazza San Marco, a Venezia.
Durante il tempo pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua alla domenica di Pentecoste, questa antica antifona mariana istituita da papa Benedetto XIV nel 1742 sostituisce l'Angelus, una preghiera incentrata sull'Incarnazione.
Nel Regina Caeli della Domenica della Divina Misericordia, Papa Francesco concentra la sua riflessione su cosa significhi “avere la vita”.
Perché festeggiare la partenza di Gesù dalla terra? E che cosa fa adesso Gesù in cielo? Sono le due domande che Papa Francesco ha posto all'inizio della sua riflessione prima della preghiera mariana di mezzogiorno nel giorno in cui in Italia di celebra la Ascensione di Gesù.
Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare anche questa domenica il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Il Vangelo di oggi, sesta domenica di Pasqua, ci parla dello Spirito Santo, che Gesù chiama Paraclito e il Papa parte proprio da questo.
“Il Signore oggi indica a tutti noi il meraviglioso luogo dove andare, e, allo stesso tempo, ci dice come andarci, ci mostra la via da percorrere. Ci dice dove andare e come andarci”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, introducendo il Regina Caeli della V Domenica di Pasqua.
“Desidero esprimere riconoscenza per l’accoglienza e per l’affetto che ho provato in questi giorni. Ed esprimo gratitudine a chi è giunto qui da lontano e a chi ha tanto, e tanto bene, lavorato per questa visita”. Così Papa Francesco prima di recitare il Regina Coeli, a conclusione della Messa celebrata stamane a Budapest.
Dopo la Resurrezione, Gesù accompagna i discepoli ad Emmaus e questi condividono tutto con lui, le loro storie, i loro timori, le loro speranze. E Papa Francesco suggerisce a tutti di portare avanti quest’esempio, di fare così ogni giorno, dedicando ogni sera a un breve esame di coscienza, un incontro con Gesù alla luce di quello che è successo nella giornata.
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Al termine della Santa Messa nella Domenica di Pentecoste, Papa Francesco guida la recita del Regina Cæli. “Oggi, solennità di Pentecoste, celebriamo l’effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli, avvenuta cinquanta giorni dopo la Pasqua”, dice il Papa dalla Basilica. E rinnova il suo appello per la pace.
Per capire il senso dell’Ascensione bisogna soffermarsi “su due azioni che Gesù compie prima di salire al Cielo: Egli anzitutto annuncia il dono dello Spirito e poi benedice i discepoli”. Così il Papa introducendo stamane la preghiera del Regina Coeli, prima dell’annuncio del concistoro.
Gesù sa che da soli non siamo capaci di custodire la pace, e per questo ci dona la sua pace, che è lo Spirito Santo. Un dono cui dovrebbero affidarsi, dice Papa Francesco, anche i governanti delle nazioni.
Al termine della celebrazione il Papa ha salutato tutti i presenti, religiosi e delegazioni in particolare il Presidente della Repubblica italiana Mattarella che aveva salutato prima della messa personalmente.
Anche questa domenica Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. “Il Vangelo della Liturgia di oggi ci parla del legame che c’è tra il Signore e ciascuno di noi”, dice subito il Papa. Per farlo, Gesù utilizza “un’immagine tenera e bella”, quella del pastore che sta con le pecore. E la spiega con tre verbi: ascoltare, conoscere, seguire.
Come ai discepoli, “può succedere anche a noi, per stanchezza, delusione, magari per pigrizia, di scordarci del Signore e di trascurare le grandi scelte che abbiamo fatto, per accontentarci di qualcos’altro”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera del Regina Coeli.
Alle ore 12 di oggi, II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. “Focalizziamoci sui due protagonisti, Tommaso e Gesù, guardando prima al discepolo e poi al Maestro”, dice il Papa prima della preghiera mariana. Poi il Papa rinnova il suo appello per la pace e chiede una tregua dalla guerra in questi giorni di Pasqua. “Si sente il fragore mortale delle armi e non le campane che annunciano la resurrezione”, denuncia il Papa.
Gesù dice: non temete, ma come fare, concretamente, a combattere la paura?
Lo Spirito Santo si manifestò a Maria e ai discepoli “con un fragore che all’improvviso si sentì venire dal cielo, come un vento impetuoso che riempì la casa dove si trovavano. Si tratta di un’esperienza reale ma anche simbolica. Essa rivela che lo Spirito Santo è come un vento forte e libero. Ci porta forza e libertà. Non si può controllare, fermare, né misurare; e nemmeno prevederne la direzione. Non si lascia inquadrare nelle nostre esigenze umane, nei nostri schemi e nei nostri pregiudizi”. Lo ha spiegato il Papa, introducendo il Regina Coeli nella Solennità di Pentecoste.